Idee, cuore e perfetta identificazione con lo spirito della città. Così il Napoli di Sarri ha rispolverato i sentimenti del pallone

16.05.2016 16:30 di  Silver Mele  Twitter:    vedi letture
Idee, cuore e perfetta identificazione con lo spirito della città. Così il Napoli di Sarri ha rispolverato i sentimenti del pallone

Non bastano le parole, a stento serviranno i voti esaltanti delle nostre pagelle per render merito ad un gruppo eccezionale, rivoltato come un calzino da Maurizio Sarri. Il “provinciale” chiamato da De Laurentiis dopo le rituali interviste presidenziali, tra lo scetticismo e le sentenze affrettate. Scelta definitiva del patron per rigenerare lo spirito fiacco del Napoli, che in un altro finale di stagione aveva gettato alle ortiche i sogni Champions, piegandosi all’isterismo e alla depressione.“Riprendiamo a sorridere, perché il calcio deve essere innanzitutto divertimento”: mai altra missione era stata più indicativa, poche altre volte nella storia del calcio italiano il finale è risultato tanto stupefacente. Non solo per il secondo posto che vale soldi e onore internazionale:  quello è punto d’arrivo di un’identità collettiva scolpita nei giorni di interminabile lavoro sul campo, di autentici patti di sangue tra uomini, disposti a mettere al bando le chiacchiere inutili che troppo spesso costruiscono dalle nostre parti miti e fenomeni di cartone. Sarri ha guardato negli occhi Higuain, arrivato a Dimaro dopo le risse nei locali della movida, e gli ha semplicemente detto la verità: l’ottimo calciatore è qualcosa che passa, il campione trova spazio nella leggenda. E la differenza la determina la tempra dell’uomo, oltre naturalmente il talento sconfinato. Higuain diventa così l’immagine stessa del gruppo che brama per riabilitarsi, gli abbracci del terreno di gioco il certificato della sintonia totale tra le parti. Pubblico compreso.

Non è un caso che al San Paolo il Napoli superbo abbia raccolto 51 punti, uno in più rispetto alla Juventus: l’hanno passata liscia, ma con acciacchi e stressanti batticuori, solo Samp, Roma e Milan. Il futuro è iniziato in Trentino, quando De Laurentiis rigettava le stuzzicanti proposte milionarie per Koulibaly e Ghoulam e avrà seguito a brevissimo con le nuove decisioni che attendono il club. La fila di procuratori a Castelvolturno è oltremodo invogliata al pressing dalle crescite esponenziali dei propri assistiti: i Koulibaly, Hysaj, Ghoulam, Jorginho, oltre naturalmente ad Allan, Mertens e Insigne valgono almeno il doppio dopo la trionfale cavalcata. Ma i soldi non sono tutto nella vita. Il capolavoro è la completa identificazione di questi calciatori con colori della maglia, la totale partecipazione alla causa di una città che si ama alla follia, e che ha a lungo sognato lo scudetto. Sfumato per episodi mai favorevoli e perché dall’altra parte c’è e ci sarà sempre il potere: nel fatturato, nella consistenza della rosa, nei momenti decisivi, quando anche un gol annullato può infrangere l’equilibrio tanto sudato. Merito alla Juve, grandissimo il Napoli per aver rispolverato i sentimenti del pallone. Quelli che accendono una città, e finanche il Vesuvio, nell’urlo che riconduce in Champions.