Napoli Club Roma: "Tifare per gli azzurri nella capitale è più difficile. Il calcio è una festa, non roviniamola"

31.10.2014 12:00 di  Redazione Tutto Napoli.net  Twitter:    vedi letture
Fonte: Antonello Auletta per Cronache di Napoli
Napoli Club Roma: "Tifare per gli azzurri nella capitale è più difficile. Il calcio è una festa, non roviniamola"
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© foto di Matteo Gribaudi/Image Sport

Nonostante i segnali distensivi, che sono partiti soprattutto dalla città partenopea, l’impressione è che i tifosi del Napoli e della Roma faticheranno ancora tanto nel ripristinare l’amicizia di tanti anni fa. Dopo la scomparsa di Ciro Esposito, il supporter partenopeo ferito mortalmente a colpi di arma da fuoco il 3 maggio scorso nella Capitale tre ore prima della finale di Coppa Italia tra i partenopei e la Fiorentina, i rapporti tra i tifosi azzurri e giallorossi si sono ulteriormente incrinati. Per l’omicidio del 29enne di Scampia è indagato Daniele De Santis, ultrà romanista. Domani allo stadio San Paolo Napoli e Roma si affronteranno per la prima volta dopo la scomparsa di Ciro. L’atmosfera è particolare, inutile negarlo. In molti auspicano che le due tifoserie possano stemperare i toni, così da tornare alla normalità. C’è da ricordare che i supporter della Roma non potranno assistere alla gara al San Paolo, visto che la trasferta è stata vietata ai tifosi giallorossi per ordine pubblico. Lo stesso succederà al contrario quando il Napoli scenderà in campo all’Olimpico nel girone di ritorno. Inoltre, bisogna segnalare, che al momento, i napoletani e i romanisti hanno poca voglia di tornare amici come prima. Lo conferma anche la testimonianza di Arturo Matarazzo (nel riquadro), presidente del Napoli Club Roma Azzurra, che ha sede nella Capitale. “Sono di Gianturco, ma vivo a Roma da 45 anni - dice Arturo, la cui parlata ha un’inflessione dialettale in romanesco - posso dire che essere tifoso del Napoli nella Capitale è più difficile dopo la scomparsa di Ciro Esposito. Spesso abbiamo paura. Ad esempio, domani non vedremo la partita contro i giallorossi in sede, come facciamo sempre, per non prestare il fianco a qualche imbecille che potrebbe crearci dei problemi. Ci riuniremo a casa di qualcuno e inviteremo il papà di Gabriele Sandri, il laziale ucciso da un poliziotto, che è sempre in contatto con la famiglia Esposito. A proposito dei biancocelesti, da loro solo indifferenza e cori inneggianti al Vesuvio come sfottò”. “Non abbiamo mai ricevuto insulti o minacce, però è meglio tenere alta la guardia, perché è inutile nascondere che i rapporti tra le due tifoserie sono tesi nonostante quello che è successo a Ciro sia un atto di violenza, che col calcio ha poco a che fare”. La Roma e i tifosi romanisti, almeno ufficialmente, non hanno mai preso le distanze da Daniele De Santis. “Da informazioni in mio possesso posso dire che Gastone è un ex ultrà giallorosso, ripudiato dal pubblico romanista. Quando mi trovo a parlare con i tifosi della Roma, questi prendono le distanze da De Santis, anche se tentano di giustificarlo, dicendo che ha sparato perché è stato aggredito. Ovviamente il gesto di Gastone non ha giustificazioni, nonostante i supporter capitolini tentano di trovargliele”. “In noi è ancora vivo il ricordo di quella serata. L’ordine pubblico non è stato all’altezza.

Le forze dell’ordine sapevano chi era De Santis e che a Tor di Quinto gestiva un’agenzia di scommesse. Far passare i tifosi del Napoli proprio sotto il suo naso è stato un azzardo, pagato a caro prezzo. So che di quell’episodio ci sono parecchi testimoni oculari, che però hanno paura di parlare. C’è ancora parecchia omertà”. Omertà condannata anche dalla famiglia Esposito. “Conosco i parenti di Ciro, li aiutammo a sistemarsi in un albergo sull’Aurelia. Poi il Napoli pagò tutto. Sono ancora vicino al loro dolore”. Dalla madre di Ciro, Antonella Leardi, un appello alla fratellanza. La speranza è che venga accolto, ma “c’è da combattere l’ignoranza. Quando vengo a Napoli, devo stare attento, perché la mia parlata in romanesco può trarre in inganno. Quindi, quando torno all’ombra del Vesuvio indosso sempre qualcosa della squadra azzurra, così sto tranquillo. Al San Paolo mi hanno chiesto di cambiare la scritta sulla sciarpa. Di solito ci sistemiamo in Curva A. Mi hanno detto ‘Roma Azzurra’ non va bene, perché c’è il nome della Capitale. La dobbiamo cambiare e infatti adesso sui nostri vessilli ci sarà scritto Napoli Club Roma Azzurra. Da una parte e dall’altra non c’è ancora la volontà di tornare amici. Ci troviamo d’accordo soltanto quando dobbiamo prendercela con la Juventus. La speranza è che non ci siano incidenti. Il calcio è una festa. Non roviniamola”.