La legge di Higuain anche a Torino!

Nella 28esima giornata della Serie A 2013-2014, il Napoli vince all’Olimpico di Torino contro i granata di Ventura, restando a -3 punti dalla Roma e a +10 sulla Fiorentina.
19.03.2014 00:45 di  Vincenzo Perrella   vedi letture
La legge di Higuain anche a Torino!
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© foto di Daniele Buffa/Image Sport

~~Benitez cercava dalla trasferta di Torino il massimo possibile (i tre punti), senza rischiare altri infortuni, con un occhio al retour match di Europa League col Porto. Ed è riuscito in tutto questo, perché all’Olimpico granata è andato in scena un Napoli versione “lato B”! Dal canto suo, Ventura ha schierato il Toro così come fa in due occasioni l’anno, cioè tutte le volte che affronta il Napoli: difesa a cinque, centrocampo muscolare, duo d’attacco Meggiorini-Barreto (tra gli attaccanti che fanno gol solo al Napoli, soprattutto Meggiorini). A fine gara, il tecnico genovese si è detto scandalizzato per l’episodio dell’89’ minuto. Eppure i replay del contatto Glik-Higuain non gli danno del tutto ragione. Ma come mai il buon Ventura non si è scandalizzato allo stesso modo in altre occasioni in cui è stato davvero penalizzato dagli arbitri? Forse perché lui perderebbe con tutti, fuorché col Napoli?

Meglio parlare di calcio. All’Olimpico di Torino, il Napoli ha giocato la solita partita insignificante. La squadra si regge su pilastri come Reina, ormai leader maximo del gruppo, Albiol (che fa rendere bene anche il discusso Fernandez), Callejon (che anche quando non segna, fa un lavoro immane), e soprattutto Higuain. Il bomber argentino fa gol (a Torino segna il suo 21esimo stagionale), fa assist, chiama la squadra al pressing alto (e si arrabbia quando i compagni non lo ascoltano, ossia sempre), funge da allenatore in campo, esulta in modo coinvolgente ad ogni gol segnato… Insomma, il vero capitano della squadra pare lui. Con tutto l’affetto per Hamsik. Anche a Torino, lo slovacco è stato impalpabile. Lui ed Higuain, vivono in maniera diversa la partita. Eppure forse basterebbe un gol a cambiare l’annata di Marekiaro che, diciamola tutta, non aspetta altro che la fine di questa stagione.

Finora il Napoli ha mostrato due volti parallelamente opposti: ad inizio stagione (forse fino al duplice confronto con Roma e Juve) il Napoli è stato squadra che sciorinava calcio, che pressava alto le difese avversarie, che correva e si divertiva. Da diversi mesi e soprattutto contro squadre di classifica nettamente inferiore, il Napoli sembra squadra senza qualità, senza cattiveria, senza cuore. Poi ci si imbatte pure in giocatori come Calaiò che col Napoli indovina il gol della vita mentre contro la Juve calcia un rigore che fa fare bella figura a Buffon. Ogni commento è superfluo. Francamente, il terzo posto con 58 punti (+5 rispetto alla 28esima del 2012-2013) con 53 gol segnati (2° attacco d’Italia) e 29 subiti, sembra il premio massimo di cui può beneficiare questa squadra. Le prime due in classifica paiono, per agonismo e qualità, ben superiori al Napoli. Ora più che mai, però, gli azzurri devono far quadrato e pensare alle gare con Porto e Fiorentina come due finalissime. In ogni senso.

Un’ultima osservazione: Tuttosport, quotidiano notoriamente vicino alle cose di casa Juve e Torino, ha usato titoli roboanti ed epiteti non da giornale nazionale su Torino-Napoli. Ma ha fatto lo stesso quando gli errori arbitrali hanno arriso alle proprie squadre? E ha condannato i cori dei tifosi granata verso i napoletani, che intanto rendevano omaggio alla memoria del grande Torino perito a Superga (invece offeso dai tifosi juventini durante il derby)?