Il mercato dell’obbligo di riscatto, ADL non cede alla moda e costruisce un vantaggio per il futuro

31.01.2015 08:00 di  Gennaro Di Finizio  Twitter:    vedi letture
Il mercato dell’obbligo di riscatto, ADL non cede alla moda e costruisce un vantaggio per il futuro
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© foto di Antonio Gaito

Il calciomercato in Italia sta vedendo tanti movimenti, che coinvolgono anche squadre importanti. Ma la moda delle ultime sessioni di mercato riguarda la formula con la quale i giocatori si muovono: il cosiddetto “obbligo” di riscatto modalità giuridicamente esistente dalla scorsa estate– è il sistema attraverso il quale molti giocatori si stanno muovendo anche in questa sessione di mercato. L’ultimo nome a muoversi con una formula simile è Mattia Destro: prestito oneroso pagato dal Milan alla Roma – 500 mila euro – con dirito di riscatto fissato a 16mln Chiaro che, se i rossoneri non dovessero centrare l'obiettivo Champions, sarebbero poche le speranze di riscattare il giocatore, che fino all'ultimo momento ha provato a convincere il Milan per l'obbligo di riscatto. Anche l’Inter si è mossa in questo modo con Shaqiri: prestito con obbligo di riscatto a 15 mln. La stessa Roma, nelle ultime ore, ha chiuso per Doumbia con un prestito oneroso di 2 mln con obbligo di riscatto fissato a 12. Tutte operazioni che porteranno le dirette concorrenti del Napoli a tirare la cinghia durante la prossima sessione di mercato, all’interno della quale la società azzurra potrà invece muoversi con maggiore libertà. De Laurentiis e Bigon non hanno ceduto alla moda dell’obbligo di riscatto, nonostante gli arrivi di Gabbiadini e Strinic, per i quali il Napoli si è mosso concretamente, pagando 12 mln per il giocatore bergamasco e prendendo Strinic a parametro zero.

Ovvio che questo modo di fare mercato mostra l’estrema debolezza economica del campionato italiano, che proprio in queste ore ha perso un giocatore importante come Cuadrado, ceduto dalla Fiorentina al Chelsea. Ma il Napoli di De Laurentiis non si è omologato a questa situazione, seppur la società non abbia speso eccessivamente, rimanendo su cifre blande e senza “indebitarsi” per il futuro. Un vantaggio non da poco per il futuro, con Bigon sempre attivo sul mercato e pronto a misurarsi con una realtà sempre più scarna come quella italiana.