Arriva un'altra vittoria, ma non il primo posto. Ora bisogna stendere l'Inter

Nella 13esima giornata di Serie A 2015-2016, il Napoli vince a Verona con l’Hellas e si porta al secondo posto. Ora super sfida con l’Inter per il primato.
24.11.2015 07:00 di  Vincenzo Perrella   vedi letture
Arriva un'altra vittoria, ma non il primo posto. Ora bisogna stendere l'Inter
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~~23 agosto 2015: Sassuolo-Napoli 2-1. Quella è stata l'unica sconfitta stagionale de Napoli edizione 2015-2016. Da allora, 12 gare di campionato e 4 di Europa League, contrassegnate da 12 vittorie (di cui 4 in Eurpa League) e 4 pareggi. Il dato più vistoso è in Serie A, dove la banda Sarri ha segnato 24 gol e subiti appena 8. Nessuno in Italia ha un simile scarto tra gol segnati e gol subiti.    

17 ottobre 2015: Napoli-Fiorentina 2-1. Da quel giorno, 5 partite di campionato, 0 gol subiti. Quasi 480' minuti di imbattibilità per Pepe Reina che ora risulta il portiere, nei 5 più importanti campionati d'Europa, con l'imbattibilità più lunga (De Gea del Manchester United e Neuer del Bayern Moncao hanno interrotto le rispettive nell'ultimo week end). Sembrano poco, questi numeri?

E allora aggiungiamo che nell'ultimo week end il Napoli ha recuerato punti sulla Roma (e l'ha scavalcata in classifica) e alla Fiorentina (e l'ha agganciata al secondo posto), in attesa di affrontare l'Inter al San Paolo per cercare di batterla e scavalcarla al primissimo posto. Per qualche ora, il Napol è stato capolista. Successivamente l'Inter ha asfaltato l'ingenuo Frosinone a San Siro e si è ripreso la leadership. Ma tra Napoli ed Inter c'è un abisso. Il Napoli è brillante e produce gioco in tutta la partita, l'Inter fa lo stretto necessario (ben 7 partite vinte per 1-0) e per sua fortuna ha subito solo 7 gol in campionato (più grazie a Samir Handanovic che ad una effettiva forza della difesa).

Dove può arrivare questo Napoli? I sopra citati numeri dicono che può giungere fino in fondo alla lotta scudetto, se non fosse per alcune cose ancora da sistemare. Intanto questa rosa forse è ancora corta, incompleta. Impensabile che per gli infortuni di Gabbiadini e Mertens il Napoli avesse a Verona il solo El Kaddouri come attaccante (che per giunta non lo è nemmeno, e si vede). Un tipo alla Duvan Zapata servirebbe ancora, così come servirebbe un altro centrocampista (invece dell'acerbo e inutilizzato Chalobah) e forse anche un difensore centrale (in luogo di Henrique, ormai dimenticato da Sarri). Da molte partite sono sempre gli stessi uomini a trainare il carro. Mertens e Gabbiadini sono le alternative più usate (insieme a David Lopez) rispetto ai titolari. I giovani della primavera non si vedono proprio in prima squadra.

Per fortuna, alla 13esima giornata il Napoli ha usufruito anche di favori altrui (Bologna ed Empoli) per fermare due concorrenti come Roma e Fiorentina. E' un dato significativo. Non si può contare solo sulle proprie forze per potersi trovare in cima al campionato. Tuttavia il Napoli ha un bel  po' di credito con gli arbitri. Unica squadra senza rigori a favore, molto spesso non beneficia di gestioni arbitrali convincenti. Anche al Bentegodi. Damato non vede una trattenuta di Moras a Higuain lanciato in porta e non sanziona col secondo giallo Pisano, reo di falli di un certo spessore. Può una squadra arrivare fino in fondo se gli arbitri non la tutelano?

Sta di fatto che la squadra è lì, in prossimità del paradiso del calcio italiano, senza dimenticare i 16esimi di Europa League conquistati con due turni di anticipo. Nelle ultime 6 gare del girone di andata, saranno l'Inter, il Bologna, la Roma, l'Atalanta, il Torino e il Frosinone a testare la risalita vertiginosa degli uomini di Sarri. Soprattutto i due scontri diretti con nerazzurri e giallorossi. Ma non ci sono dubbi che anche e soprattutto con le altre quattro avversarie, quelle piccole, quelle insidiose perché tutte arroccate dietro, il Napoli si farà valere.

Higuain ormai è una certezza (10 gol in campionato, 12esimo in totale in 16 gare). E pensare che qualche golletto contro l'Hellas, se l'è mangiato (anche a causa di Rafael). Insigne (7° gol in campionato) zittisce in un colpo solo i cori razzisti del Bentegodi e la permalosità del CT Antonio Conte. Nel calcio contano i fatti. E nel Napoli c'è ch li fa.