ADL: "Faccio impresa, se agissi da tifoso falliremmo! Ancelotti? Siamo strani a Napoli. Su Mertens..."

ADL: "Faccio impresa, se agissi da tifoso falliremmo! Ancelotti? Siamo strani a Napoli. Su Mertens..."
giovedì 5 maggio 2022, 17:58Copertina
di Redazione Tutto Napoli.net
Mentre lasciava l'ITIS Giordani di Caserta, agli studenti che gli chiedevano del futuro del belga il presidente azzurro ha risposto così.

"A fine stagione decideremo". Queste le ultime dichiarazioni di Aurelio De Laurentiis, in merito al rinnovo del contratto di Dries Mertens, attualmente in scadenza a giugno. Mentre lasciava l'ITIS Giordani di Caserta, agli studenti che gli chiedevano del futuro del belga il presidente azzurro ha risposto così. Al termine di un incontro in cui si è discusso di tante tematiche, a cominciare dalla sua avventura da patron del club partenopeo: "Il mio pensiero fisso è: come faccio a fare impresa in modo diverso rispetto a quelli che mi hanno preceduto e in tanti anni hanno vinto solo due scudetti? Se avessi seguito il mio istinto di tifoso, saremmo falliti ogni anno. Atteggiamento da padre padrone? Ma che critica è questa, mi vogliono accusare di mettere attenzione e passione nelle cose che mi riguardano", le parole riportate da Calciomercato.it.

Nell'incontro con i ragazzi dell'istituto, De Laurentiis ha poi parlato anche del trionfo di Carlo Ancelotti, suo vecchio allenatore, nelle semifinali di Champions League con il Manchester City: “Carlo Ancelotti è un pezzo di Napoli. Noi napoletani siamo strani, più bravi a fare critica che autocritica. Ancelotti vince e lo sa fare bene, da allenatore di squadre di top player. Il Psg, nonostante i corposi investimenti fatti, non vince in Europa, i soldi non sono tutto, non c’è una relazione automatica tra spendere e vincere. Guardate il Chelsea che è stato valutato 6,5 miliardi di euro pur non avendo vinto molti scudetti”.

Un passaggio, poi, anche sulla Superlega: “Sono stati tra i primi a telefonare ad Andrea Agnelli per dirgli che stava sbagliando, dico no alla Superlega ma non credo neanche a questa Champions League, a cui sono costretto a partecipare per ragioni di fatturato. Serve più rispetto per i campionati nazionali, per me sarebbe opportuno a livello internazionale fare un campionato europeo. Organizzerei due gironi di 25 squadre: da una parte le prime cinque classificate dei cinque principali campionati europei, dall’altra le venticinque squadre vincenti degli altri campionati. Sarebbero previsti poi degli incroci tra i due gironi”.