Da Zero a Dieci: Lodi imita Mazzarri, il disgusto di Reina Miyagi, il terrore per gli orrori pro-Juve e la stupida storia della maglia sudata

Da Zero a Dieci: Lodi imita Mazzarri, il disgusto di Reina Miyagi, il terrore per gli orrori pro-Juve e la stupida storia della maglia sudataTuttoNapoli.net
© foto di DANIELE MASCOLO/PHOTOVIEWS
lunedì 9 novembre 2015, 11:11Copertina
di Arturo Minervini

Zero a Francesco Lodi ed al suo monologo di cabaret a fine gara. "Sul loro gol sono stato bloccato dall'arbitro" ha dichiarato il nativo di Frattamaggiore, entrando di diritto nella top-ten delle scuse più divertenti della storia del calcio, tallonando la diarrea di un memorabile Mazzarri dopo un 4-2 interno con il Ravenna. Ciccio, caro Ciccio, Gonzalo alla tua velocità non l'avresti preso nemmeno se ti avesse dato un passaggio Matt Damon sullo shuttle verso Marte. Una frase come questa, ti fa contendere al Biaggi presente a Valencia per tifare Lorenzo (si, lo ha fatto davvero) il titolo di sfigato del week-end. 

Uno il metro, abbondante, di fuorigioco non sanzionato a Lichtsteiner nella rete che ha chiuso la sfida della Juve sul campo dell'Empoli. Segnali da non trascurare, questi, per una Vecchia Signora che pare orientata a schierare nuovamente tutti i suoi Top-Player. Con questo andazzo, il campionato potrebbe riaprirsi anche per i bianconeri. Fino alla fine. Indecorosi, citando un famigerato tifoso bianconero.

Due errori banali di Lorenzo Insigne nel primo tempo davanti a Karnezis. Errori piuttosto inspiegabili per chi a colazione mangia pane e tecnica ed ha nelle vene il dna calcistico del numero 10. Lorenzo non è al top, ed è più che giustificato dopo un avvio incredibile di stagione, ma non scorgere il suo nome nella lista dei convocati della Nazionale (zeppa di promesse mai mantenute), ha lo stesso effetto di vedere Di Caprio sopravvivere alla fine di un suo film. Spiazzante

Tre secondi in apnea al minuto 57'. Tutta la passione, tutta la speranza, tutte le aspettative dei tifosi in questa entusiasmante stagione si racchiudono in quegli interminabili istanti, che accompagnano il pallone dal piede destro di Gonzalo ad un metro dall'incrocio dei pali sul tentativo fallito di pallonetto del Pipita. E' un fuoco rinnovato quello che lega a questa squadra, un approccio differente, dopo il grande freddo dello scorso anno. Qualcosa è cambiato, si respira la magia che accompagna il passaggio di una storia incredibile, come quello di una cometa che non attraversava da decenni Partenope. Crederci adesso si può. Crederci si deve. Sempre sotto voce, per continuare a sognare. Ogni gara, palpebre chiuse e cuore aperto. Procuriamoci solo qualche bombola d'ossigeno...

Quattro minuti di recupero e la faccia quasi disgustata di Reina. Sicuramente bizzarra la decisione di Celi, che nel primo tempo, con il risultato in parità, NON concede recupero nonostante le tre ammonizioni con ingente perdita di tempo. Nella ripresa, con zero interruzioni, allunga a QUATTRO i minuti supplementari con il Napoli in vantaggio (si discute il metro, non la sostanza). Questo calcio ci ha abituati a pensare male, purtroppo. Questo calcio ha bisogno di essere sempre controllato per evitare che i controllori non abusino del loro potere. "'Cca nisciuno è fesso!"

Cinque gare, compreso il ritorno con il Midtjylland, senza subire reti. Come Pina in SuperFantozzi, Reina ha indossato la cintura di castità ed è ora praticamente immune da attacchi esterni. Pepe si è costruito un giardino Zen nella sua area piccola, non lasciandosi minimamente impensierire dagli sporadici attacchi avversari. Reagisce alle conclusioni verso la sua porta, quasi non ragionando di loro, in stile Dantesco. Rende semplice anche l'intervento più difficile, senza lasciare nulla ai fotografi. Nella parata su Widmer al 76' - difficilissima - si muove con la stessa pacatezza del maestro Miyagi mentre prova a prendere le mosche con le bacchette per il riso. A fine gara pare abbia dichiarato: "Uomo che prende mosca con bacchetta, può fare qualunque cosa". Si Pepe, tu puoi davvero tutto.

Sei gare al San Paolo, cinque vittorie e mezza. L'unico pari resta l'incredibile gara con la Sampdoria, dominata nel primo tempo prima del crollo fisico nella ripresa. Quel piccolo passo falso, nega al Napoli un primato in classifica che meriterebbe per quanto fatto vedere. Qualcuno si esalta per la Fiorentina, che le ha prese sia dal Napoli che dalla Roma. Altri si esaltano per l'Inter, che dopo la vittoria di ieri ha chiaramente bisogno di una seduta di esorcismo con Padre Lankester Merrin, per quanto fortunata. Il Napoli, invece, è l'unica squadra che ha meno punti in classifica di quanti ne avrebbe meritati. 

Sette vite come i gatti. L'istinto di sopravvivenza di Allan è qualcosa che andrebbe studiato negli atenei. L'incredibile capacità di uscire da situazioni ingarbugliate, la forza di volontà di cucire strappi apparentemente irrecuperabili, la determinazione nell'attaccare gli spazi lasciati dagli avversari e difendere i propri. Il brasiliano è una scoperta continua, un pianeta nuovo che ogni volta mostra un lato ancora più bello di se, con la sua "capacità, come le onde, di andare e venire, ricominciare a fluire". Il dark side non lo abbiamo ancora visto. E, a questo punto, ci viene quasi il sospetto che non ci sia, per questa meraviglioso acquisto estivo.

Otto volte titolare, sette vittorie ed un pareggio per il Napoli. Jorginho è diventato più utile del tergicristallo ad un semaforo per sfuggire ai numerosi attacchi che arrivano da ogni parte. Corre più di tutti, non perde mai la calma, gestisce ogni tipo di situazione trattandole con lo stesso, lucido, approccio. Suo l'assist per il gol di Higuain, che non gli vale la chiamata in Nazionale solo per la presenza di un fenomeno come Montolivo. Citando (solidarietà per la prima sconfitta con il Real) Rafa Benitez: "Ci può stare". Eh già, in Italia purtroppo ci può stare non convocare uno dei migliori di questo campionato per Montolivo. Solo in Italia. 

Nove reti in campionato non raccontano nemmeno un capitolo di Higuain. Gonzalo in ogni partita scrive una storia differente e scrivere una storia è un pò come preparare una valigia. Ci metti dentro quello che vuoi, le riempi con ciò che ti fa sentire meglio e con il tuo abito migliore. Il Pipita ci infila un sinistro che va a sfregare un palo che diventa la lampada di un Genio rinvenuta nel deserto, che realizza i desideri. Quel pallone mirato all'angolino, stile Signor Quindici palle (anche se Gonzalo ne ha qualcuna in più), è la perla numero 200 nella borsa dell'argentino. E' quello che rompe gli equilibri, l'orologio magico che d'incanto trasforma un secondo noioso nell'attimo più esaltante. Io non so bene descrivere l'amore, ma sono certo che parlando di questo ragazzo con la maglia numero 9 qualche parola per spiegare il concetto riuscirei a trovarla. 

Dieci alla solidità di questo Napoli. Non inganni l'1-0, dominio azzurro è ben più netto di quanto possa pensare un osservatore distratto e/o corrotto. Organizzazione e tecnica, dedizione e convinzione sono i cardini sui quali l'Archimede Sarri ha fatto leva per trasformare un giocattolo, che sembrava rotto, nel parco divertimenti più entusiasmante che ci sia. E basta con la storiella della maglia sudata, tutt'altro. Questa squadra non ha proprio nulla da sudare. Vince perchè semplicemente gioca meglio dell'avversario. Lo sfinisce, andando a mordere i punti vitali e mandarlo a tappeto in cinque passi, come il più letale dei Mamba. Vince perchè combina talento in campo e sagacia in panchina. Vince, fino a questo punto, perchè lo merita.