ESCLUSIVA - Paolo Villaggio: "Napoli, speriamo che te la cavi con Cassano. Azzurri favoriti, ma la Champion's è un'altra cosa"

In occasione della gara Napoli-Sampdoria che si disputerà domani allo stadio San Paolo (ore 15), la redazione di Tutto Napoli ha intervistato, in esclusiva, l'attore, scrittore e regista genovese Paolo Villaggio, grande e storico tifoso della Sampdoria. La sua fede doriana nasce grazie ad un parrucchiere napoletano che viveva a Genova, che lo portò a vedere nel ’46 Sampdoria-Bari 6-1 con tre reti di Adriano Vassetto.
L’anno scorso la curva blucerchiata espose uno striscione duro nei suoi riguardi dopo le dichiarazioni in cui lei auspicava, da sampdoriano, una vittoria del Genoa nel derby per accedere in Champion’s.
“Francamente non ne sono a conoscenza e preferisco non commentare visto che ho semplicemente espresso un mio pensiero. Non è certo un reato manifestare la propria idea. Trovo comunque assurdo attaccare me che sono probabilmente l’unico vero, storico e grande tifoso della Sampdoria rimasto”.
E’ d’accordo con il Ministro Maroni che vuole la tessera del tifoso?
“Assolutamente no. Sarebbe molto più semplice mandare un emissario in Inghilterra per studiare le mosse che hanno consentito di disciplinare un pubblico davvero insopportabile”.
Mazzarri, Quagliarella, Maggio e Campagnaro. Ex doriani oggi punti fermi di un Napoli convincente. Marotta ottimo diesse quindi…
“Senza nulla togliere a nessuno, non mi sembra che il Napoli sia tra le migliori squadre al mondo. Sta facendo benino, certo, ma così come per la Samp non vedo altro che una discreta metà classifica in un campionato ormai declassato”.
Tempo fa espresse tutto il suo apprezzamento per Lavezzi. Vedrebbe di buon’occhio uno scambio di mercato che porterebbe il Pocho a Genova e Cassano in riva al golfo?
“L’argentino è senza dubbio un buon giocatore, ma Cassano mi diverte molto di più. Sarebbe bello vedere Lavezzi a Marassi, ma in coppia con Antonio”.
E’ evidente la sua ammirazione per Cassano. Scontato dire che lo porterebbe in Sudafrica…
“Come si fa a non amare un calciatore come lui. Di talenti così in Italia se ne vedono pochi. Detto questo è naturale sperare di vederlo ai mondiali. Purtroppo per lui io non sono Lippi. Il Ct però ha dimostrato il suo valore e sono decisioni che spettano solo a lui”.
Per la gara di domenica, Napoli – Sampdoria, dovendo puntare un centesimo su un risultato esatto cosa direbbe?
“Il Napoli è nettamente favorito, ma è una gara tutta da giocare”.
La squadra di De Laurentiis è pronta per un’eventuale Champion’s?
“Assolutamente no. Veda, il calcio italiano non ha nomi di spessore. Il discorso non è l’accesso ad una competizione importante, ma come si pensa poi di giocarla. Non mi sembra che il Napoli abbia giocatori come Messi, Ibrahimovic… Oggi c’è una netta differenza tra il calcio spagnolo, e non solo spagnolo, e quello italiano. Spesso guardo le partite del Botafogo, del Fluminense: è molto più gradevole”.
A proposito di De Laurentiis, il suo pensiero sui cinepanettoni.
“E’ un prodotto natalizio con la funzione di incassare soldi. Io ne ho fatti tanti. Un cinepanettone non stravolge la funzione del cinema. Bisogna essere lucidi nella lettura dei momenti e non azzardare critiche fin troppo facili. Il cinema d’autore a Natale non funziona perché nel periodo delle feste al cinema decidono di andare le persone che di solito, durante l’anno, non ci vanno. Durante le festività natalizie gli spettatori vogliono il relax, il disimpegno”.
Lei a Napoli è amato per l’interpretazione di “Io speriamo che me la cavo”. C’è, anche solo un’idea, un progetto di sequel? E nel caso, come vedrebbe gli “scugnizzi” Lavezzi e Cassano nel cast?
“Non esiste minimamente l’idea di riproporre un film che faccia da seguito e poi mi sembra che Lavezzi e Cassano siano abbastanza “maturotti” per fare gli scolaretti (ride, ndr)”.
Ha visto il gol di Quagliarella a Bergamo? Quanta dose di follìa occorre per eccellere nello sport e nell’arte?
“La prodezza del calciatore azzurro è senza dubbio notevole. E’ la sintesi di talento, fiducia in se’ stessi e direi anche di fortuna. La follìa, certo, aiuta: è una marcia in più per liberare l’estro. Bisogna saper dosare per osare. Come in ogni cosa del resto”.
C’è la figura del “ragionier Fantozzi” dietro le quinte del calcio italiano?
“Direi proprio di no. Sono tutti ricchi e felici”.
Fellini, Olmi, Loy, Wertmuller, Ferreri, Avati…Tognazzi, Mastroianni, Gassman…Maradona, Zico, Van Basten, Baggio, Mancini. Bei tempi che furono. Oggi abbonda la quantità….
“Sono i corsi e i ricorsi storici. Ogni epoca ha le sue peculiarità, i suoi fermenti, le sue fortune. Nello specifico, il calcio, magari trascinato da giocatori come Messi, può tornare a grandi livelli e con un maggior numero di campioni assoluti. Ogni settore, se ha la sorte di scovare talenti puri, ha la possibilità di rigenerarsi”.
Prima di darsi al cinema lei ha svolto tanti lavori tra cui il giornalista. In Italia c’è libertà di stampa?
“Dipende dall’editore, dal padrone. Non credo si possano fare discorsi in generale, ma è evidente che come si possono trovare in giro giornalisti indipendenti, liberi e guidati da grandi editori, è vero anche il contrario. Nel calcio, comunque, al di là di comprensibili ragioni commerciali che favoriscono mediaticamente sempre le solite squadre, non credo che questo possa influenzare i risultati più di tanto”.
I prossimi obiettivi di Paolo Villaggio.
“Vivere fino a 92 anni e mezzo”.
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