Da Zero a Dieci: la maledizione delle traverse e del 17, la piaga Zuniga ed un pocho che non suda. E Mazzarri...

Doveva essere la gara verso la conquista del terzo posto ma quella di Bologna si trasforma dopo pochi minuti in un INCUBO. Bologna-Napoli... da Zero a Dieci.
Zero all’intero reparto difensivo. Una serie incredibile di errori, distrazioni, disattenzioni. All’apice di questo circolo vizioso c’è il solito Zuniga che dopo i misfatti della gara con la Roma conferma tutti i suoi limiti in fase difensiva. DISGRAZIATO.
Uno all’approccio di Ezequiel Lavezzi. Lo sguardo lascia già preludere ad una trama priva di ardore, di voglia, di coraggio. Una tacita protesta per le recenti panchine o un preludio all’addio? In ogni caso… una brutta figura.
Due appena i minuti che passano per la prima ghiotta occasione per il Napoli: carambola in area che porta Hamsik ad un passo dal bersaglio. Confine sottile quello del gol sbagliato o della grande parata di Agliardi. La sostanza non cambia. Prime urla soffocate nella gola dei tifosi azzurri.
Tre le traverse centrate dal Napoli in appena 28’. Una combinazione astrale irripetibile nella storia, una sfiga che nemmeno Mr. Bean nella sua giornata fortunata. Mai vista una serie di eventi così sfortunati racchiusi in un lasso di tempo così stretto.
Quattro ad alcuni numeri inquietanti, che ben raccontano una giornata che più nera non si potrebbe: Diamanti segna al minuto 17 la sua rete numero 17 in serie A. Rubin segna la sua prima rete in A dopo 75 partite. Non è vero… MA CI CREDO!
Cinque a Walter Mazzarri per la formazione iniziale: va bene le assenze ma perché affidarsi ad una difesa che prevedibilmente sarebbe andata in affanno e non provare una difesa a 4? Voto basso ai suoi cambi privi di alcuna logica: fuori Maggio con uno Zuniga inesistente, dentro Dossena con un dito di ruggine ancora addosso, Dzemaili (giusto) togliendo Inler che poteva servire a dare ordine ad un Napoli colpito al cuore ed alla razionalità.
Sei punti servivano per riconquistare quella Champions che oramai sembrava cosa fatta. Sembrava. Ed invece il Napoli crolla all’ultimo passo di una rimonta esaltante. DISASTRO.
Sette le occasioni NITIDE che il Napoli per sfortuna (tre traverse), imprecisione ed Agliardi non spreca nei primi 45’. Spesso si abusa della frase di un calcio deciso dagli episodi. Questa è la gara che lo dimostra più che mai.
Otto alla galoppata del minuto 7’ di Palo Cannavaro. Il capitano parte da centrocampo, arriva sino al limite e scarica un poderoso destro che si stampa sulla traversa. Paolo confessa: hai visto la rete di Insigne al Grosseto e volevi imitarlo? COPIONE.
Nove a chi avrà la forza di rimandare processi, decapitazioni e lapidazioni al 21 maggio. C’è ancora una gara da giocare(quella con il Siena non ha alcun senso): la finale di Coppa Italia con la Juventus. Fino a quel giorno bisogna ricompattarsi, ritrovare le forze e la lucidità. Solo dopo quella gara ci si dovrà chiedere il perché di un crollo del genere. E capire chi VUOLE RESTARE e chi VUOLE ANDAR VIA.
Dieci a quei 10000 tifosi che avevano immaginato una giornata di festa, in una Bologna che ancora una volta li ha accolti con i soliti cori: “Lavali col fuoco” ed altre simili nefandezze. Ma loro non hanno mai smesso di sostenere la squadra in nome di quell’amore che li ha portati fino a lì. UNICA NOTA POSITIVA.
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