La passione per il calcio diventa sempre più rosa

Il calcio, lo stadio, i calciatori, i tifosi, il pallone. Tutto al maschile. È automatico. Nel linguaggio comune ogni riferimento al mondo del calcio per automatismo, e di riflesso, appartiene al mondo maschile; così sembra, così narra la leggendaria storia del calcio. Una leggenda appunto! La storia moderna, la società contemporanea racconta tutta un’altra storia. La società, la storia, la donna, le TIFOSE. Del resto anche la maggior parte degli sport hanno categorie sia maschili che femminili, ma questo per il calcio già sembra essere un paradosso. Ma il fenomeno veramente esplosivo riguarda un altro aspetto del calcio, la tifoseria femminile, ossia donne tifose di calcio e non semplici spettatrici impassibili che la domenica fungono da dame di compagnia per mariti, figli, genitori o fidanzati incollati alla tv o sugli spalti di uno stadio. Ultimo esemplare di questo fenomeno, i Mondiali di calcio 2010, le olandesi tifose per eccellenza. Il tifo femminile non un è campione di egocentrismo o di mero spettacolo. Si tratta di donne che amano il calcio proprio come lo amano gli uomini. Probabilmente anche uno spettacolo di danza le appassiona ma la vera emozione è guardare la partita, seguire la propria squadra del cuore, discutere il lunedì mattina con i colleghi (e le colleghe!) se era o non era fuorigioco. Un’altra leggenda. Le donne non capiscono il fuorigioco. Errore. Le donne, quando sono innamorate del calcio, ci tengono particolarmente ad essere esperte in materia: fuorigioco, cartellini, formazioni, schemi e tattiche. Ma le supporter oltre ad appassionarsi di più al calcio hanno superato ogni confine, soprattutto quello legato ai sediolini scomodi, lo stadio! Negli anni’80 infatti era un miraggio vedere un numero cospicuo di donne allo stadio, un gruppo di donne e tifose sfegatate invece rimaneva una pura illusione per gli uomini. Eppure già c’erano: mogli o fidanzate, figlie o sorelle. Non mancavano mai. Uno dei fattori che ha contribuito a quest’esplosione Rosa è sicuramente l’ingresso, prima gratuito poi a pagamento, del calcio in tutte le case. Prima per guardare una partita bisognava andare allo stadio o al bar del centro, i più fortunati riuscivano a seguirla su reti private. Rimaneva dunque una prerogativa prevalentemente maschile ma si legge e si racconta che bambine di 7 anni, oggi ne hanno 35, aspettavano il compleanno per farsi portare allo stadio, nelle case tra una faccenda e l’altra le mogli o le tifose “in erba” ascoltavano la radiocronaca. Nell’ultimo, ma anche penultimo, decennio il numero delle tifose sia allo stadio che al di fuori, è notevolmente moltiplicato e sembra non conoscere confini e limiti. Si suole dire che un gruppetto di tifose non può eguagliare la massa di tifosi ma, a prescindere dalla quantità, ciò che caratterizza il tifo del gentil sesso è proprio la loro forza. La specialità delle donne sta soprattutto nella capacità e nella volontà di fare gruppo, di emergere e di far sentire la propria presenza tra un gran numero di maschi che invece tendono a un tifo personale. Andare allo stadio San Paolo (di Napoli, una delle città scelte come campione d’analisi per questo fenomeno) non equivale semplicemente ad assistere ad una manifestazione sportiva. Tra donne ci si organizza in gruppo, si preparano coreografie e si inventano cori a mo’ di veri e proprio ultras. Sciarpe, cappellini, bandiere non mancano e le urla pazzesche per un fallo subìto o per un rigore non concesso sono una specialità femminile. Le azzurre, le rossonere, le rosanere e via dicendo rappresentano anche caratteristiche di notevole rilevanza sociale. Tendenzialmente una fan, ma anche una sfegatata supporter, evita di fischiare od insultare i propri beniamini per degli errori o per una sconfitta, magari anche meritata. Con l’aumento delle signore, e quindi delle famiglie, allo stadio infatti si registra anche una parallela riduzione degli episodi di violenza. Le ladysupporter si considerano un’unica grande famiglia legata a tutta la squadra e come madri, sorelle, fidanzate (o amanti) offrono il loro affetto incondizionatamente anche nei momenti critici che di tanto in tanto anche i grandi club affrontano. Ciò non esclude che si scagliano molto vivacemente quando qualcosa non va per il verso giusto. Insomma la passione rosa per il calcio non ha nulla da invidiare a quella maschile. Non c’è più da meravigliarsi nel vedere quante siano le signore esperte ed appassionate di questo sport. Per chi rimane ancora incredulo incontrando una donna innamorata del dio-pallone, le supporter sottolineano che “se siamo abituate ad innamorarci degli uomini a questo punto innamorarsi del dio-pallone, roba da uomini, è la cosa più normale di questo mondo”… Cosa c’è di strano?!
Angela Sarah Morlando
Serie A Enilive 2024-2025
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