Le parole (uguali) di Sarri ed Allegri: il primo massacrato, il secondo intoccabile

16.03.2018 18:30 di  Arturo Minervini  Twitter:    vedi letture
Le parole (uguali) di Sarri ed Allegri: il primo massacrato, il secondo intoccabile
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© foto di Daniele Mascolo/PhotoViews

(di Arturo Minervini) - “Le parole sono importanti” diceva Nanni Moretti in una memorabile scena di Palombella rossa. Ancor più importante, però, nel mondo del calcio sono le interpretazioni delle frasi dei protagonisti. Perché lo sappiamo, il web corre veloce che al confronto Bolt da messaggero sarebbe una schiappa. “I grandi comunicatori”, queste figure mitologiche di cui sentiamo tante parlare. Figure che spesso sono in realtà create dalla stampa, dal flusso di notizie che spesso viene indirizzato da quell’opinionista o da quel giornale. Ci sarebbero milioni di esempi da fare, ma non serve andare lontani con la memoria. Basta pensare a quello accaduto nelle ultime ore con Massimiliano Allegri, prendere qualche frase di Maurizio Sarri delle scorse settimane, e tutto vi sembrerà così terribilmente chiaro.

Così quella vecchia volpe di Massimiliano Allegri dopo il sorteggio che ha messo la Juve contro il Real Madrid nei quarti di Champions League. “La forza del Real Madrid la si conosce tutti, ho detto tre giorni fa che è la favorita della Champions e ne sono convinto, quindi se la batteremo, sarà doppia soddisfazione”. Non ha parlato di fatturati e di rose, ma è chiaro che indicare una rivale come la favorita è in qualche modo riconoscere che esistono differenze sul piano tecnico ed economico. Niente di scandaloso, se non fosse che per parole dello stesso tenore Maurizio Sarri è stato praticamente crocifisso negli ultimi giorni. Un fuoco che invece non si apre mai contro Allegri, noiosamente politically correct in tutte le sue conferenze, dove dispensa sorrisi a tutti e ripete fino allo sfinimento gli stessi concetti. Si innervosisce solo quando gli parlano del bel gioco del Napoli, ma ormai pare sia diventato argomento tabù.

“Lo scudetto è un discorso che riguarda la Juventus”. La frase insanguinata, quella che avrebbe generato degli alibi alla base degli ultimi passi falsi. Una frase di rito, perché alla fine Sarri allo scudetto ci ha creduto davvero e ci crede ancora in fondo al cuore. Così come Allegri crede nella conquista della Champions League, vera ossessione bianconera da troppo tempo. Analizzare una realtà, non vuol dire per questo essere negativi o generare pessimismo. Così accade per la frase di Allegri, incensato come il nuovo guru dai media perché alla fine non sbaglia mai. Se sbaglia la formazione iniziale, si evidenzia solo che azzecca i cambi. Altro strumento di distrazione di massa, per vendere un prodotto sempre al prezzo più alto. Una logica che attanaglia il nostro calcio, che veicola sempre più le informazioni e distorce le opinioni ormai sempre meno disinteressate.