Zielinski è come la lavastoviglie di Rachilina di Così Parlo Bellavista

Considerazione che fa ancora più male, considerando l’incredibile potenziale che pare destinato a essere espresso ad intermittenza.
22.04.2022 17:15 di Arturo Minervini Twitter:    vedi letture
Zielinski è come la lavastoviglie di Rachilina di Così Parlo Bellavista
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Che strana sensazione di Déjà vu. Siamo di nuovo, esattamente, in quel punto lì. Quello in cui si osserva Piotr Zielinski come fosse la lavastoviglie di Rachilina in ‘Così parlo Bellavista’ e si fa l’elenco di tutte le componenti che dovrebbero consentirne un funzionamento ottimale. E si arriva sempre a un punto di non ritorno, o meglio un eterno ritorno alle mancanze di gioventù che non dovrebbero appartenere a chi viaggia spedito verso i 28 anni. 

Come Marina Confalone nella pellicola cult, verrebbe da osservare il polacco ed esclamare "Che te manca?!”. E la risposta, purtroppo, ancora non l’abbiamo trovata. Due piedi di qualità, la capacità di cambiare passo, il dribbling, il tiro dalla distanza, la visione di gioco: Zielinski ha tutto, ma davvero tutto, per essere uno dei centrocampisti più forti del nostro campionato e non solo. E che a volte se ne dimentica, si infila nel tunnel delle sue incongruenze e non riesce più ad uscirne. 

La scorsa stagione sembrava quella della svolta, forse la sua migliore in maglia Napoli. Con Gattuso in panchina Piotr aveva trovato la giusta collocazione giocando alle spalle della punta, andando a segno per 10 volte e fornendo la bellezza di 13 assist decisivi per i compagni. Insomma, quella tanto attesa maturazione, sembrava giunta a compimento al punto da aspettarselo come uno dei leader del Napoli di Spalletti.

E invece, qualcosa è andato storto. L’europeo, la preparazione in ritardo, una condizione che faticava ad arrivare. L’avvio è stato altalenante, ma c’è stato un momento in cui la stagione di Zielinski sembrava svoltare: dal gol decisivo segnato sul campo della Salernitana realizzato il 31 ottobre fino alla marcatura contro il Legia Varsavia il 4 novembre: 5 reti in poco più di un mese ed una gamba che tornava a fare la differenza. Il Covid a inizio gennaio ha però segnato un nuovo punto di inversione della tendenza, con le azioni di Piotr in lenta picchiata. Discesa che è divenuta poi una vera picchiata nell’ultimo mese, con Zielinski mai capace di dare un apporto degno del suo talento e delle aspettative di tecnico e tifosi. 

Siamo a un bivio. Forse più di altre volte. Perchè quella macchina all’apparenza perfetta, continua a dare problemi di funzionamento. Al punto da osservarla e chiedersi dove sia il problema. Al punto da rassegnarsi all’idea di averla sovrastimata. Considerazione che fa ancora più male, considerando l’incredibile potenziale che pare destinato a essere espresso ad intermittenza.