Da Monza, Ancona a TN: “Palladino merita la Panchina d’Oro almeno quanto Spalletti”

Adriano Ancona, giornalista del Corriere dello Sport ed inviato al seguito del Monza, ha analizzato in esclusiva per TuttoNapoli.net la prossima sfida contro il Napoli e non solo. 
11.05.2023 20:20 di  Francesco Carbone   vedi letture
Da Monza, Ancona a TN: “Palladino merita la Panchina d’Oro almeno quanto Spalletti”

Adriano Ancona, giornalista del Corriere dello Sport ed inviato al seguito del Monza, ha analizzato in esclusiva per TuttoNapoli.net la prossima sfida contro il Napoli e non solo. 

Il Monza viene da due pareggi consecutivi e affronterà il Napoli fresco campione d'Italia, che partita ti aspetti?

“Un pomeriggio in cui non dovranno mancare le motivazioni: tanto per cominciare, Monza e Napoli sono le due squadre che hanno perso di meno (tre volte) nel 2023 in campionato. Il loro girone di ritorno va in questa direzione, col Monza che sta viaggiando a ritmo Champions. Due squadre inesauribili, a modo loro, anche se il Napoli è andato verso la fine della stagione un po' in riserva. Il Monza è disinvolto e propositivo, non ha mai smarrito la propria cognizione. Si è già imposto più volte contro le big, e grazie a Palladino ha compiuto una netta metamorfosi”.

Punti di forza e punti deboli del Monza.

“Il primo punto di forza è Palladino. Ha portato gioco, maturità e consapevolezza: una squadra sempre lucida, che nel nuovo anno ha catturato undici punti in rimonta. E' un dato che brilla, aggiunto alla notevole capacità di cambiare. Sensi è stato fermo per diversi mesi, Rovella è fondamentale ma a sua volta ha accusato problemi fisici: il Monza ha vinto solo due volte su nove, in sua assenza. Poi ci sono gli esterni: lo strapotere di Carlos Augusto a sinistra, un esterno che sa essere devastante e si è reso il capocannoniere del Monza con sei gol. Dall'altra parte Ciurria, una vera scoperta di Palladino che ha dei meriti sconfinati nella scalata fino a metà classifica. Il punto debole sta nella mancanza di un bomber vero: davanti c'è un lavoro efficace e la squadra distribuisce equamente i gol, ma il girone di ritorno ha visto un attaccante a segno appena quattro volte su diciannove”.

Probabili scelte contro il Napoli?

“Dipende dalle condizioni di Pablo Marì e Colpani, entrambi candidati a una maglia da titolare. Il difensore è durato pochi minuti a Torino, mentre Colpani ha saltato la trasferta per infortunio. Potrebbe partire dall'inizio Caprari stavolta, dopo il gol di domenica. Al suo fianco Ciurria, qualora Palladino decidesse di puntare ancora su Birindelli a destra. Una scelta che può starci, per il tipo di avversario”.

Un bilancio sulla stagione dell'ex di giornata, Andrea Petagna.

“Lui con Palladino ha ritrovato senz'altro fiducia e autostima che erano mancate prima. E' stato titolare per metà delle partite, e nei momenti-chiave, quando il Monza ha avuto lo sprint per la salvezza Petagna si è reso decisivo. Gli è mancata la continuità, ma il suo giudizio viaggia comunque a cavallo della sufficienza”.

Si parla del futuro di Spalletti. L'allenatore del Napoli è corteggiato anche dall'estero e in caso di mancato accordo con De Laurentiis, uno degli allenatori emergenti che piace al Napoli è proprio Raffaele Palladino. E' un opzione percorribile?

“Palladino piace a molte grandi del nostro campionato, perché ha reso il Monza sui livelli di una big. E' normale che abbia rubato l'occhio il suo lavoro con il Monza. Parliamo già di uno dei migliori allenatori in circolazione. E' un esempio virtuoso, per quello che ha costruito in pochi mesi. Domenica a Monza saranno di fronte i due principali candidati alla prossima Panchina d'oro. Il titolo di Coverciano lo vincerà Spalletti perché si è portato a casa lo scudetto facendo il vuoto, ma appena dietro di lui vedo di sicuro Palladino. Ha migliorato ogni singolo giocatore al Monza, lavorando prima di tutto sulla testa. Per dire, l'Inter è la squadra del momento avendo fatto un ultimo mese perfetto: indovinate chi è stato l'ultimo allenatore a batterla…”.

Un giudizio sullo scudetto del Napoli e sulla stagione di Inter, Milan e Juventus.

“Credo che il Napoli possa aprire un ciclo, senza l'assillo di dover vincere per forza. E' così che ha edificato una cavalcata straordinaria quest'anno. Ora ha concretizzato quello che è stato il lavoro di molte stagioni messe insieme. Aver vinto lo scudetto in questo modo non rende quello del Napoli un campionato irripetibile, anzi. In Champions League ha avuto un'andatura altrettanto sicura, ed è stato fermato dagli infortuni al momento di arrivare al dunque nei quarti di finale. L'Inter sta oscillando tra il minimo e il massimo dei propri obiettivi stagionali: incerto il piazzamento tra le prime quattro, col parallelo sogno di vincere la Champions. Inzaghi non poteva opporsi allo strapotere del Napoli, ma si sta mostrando un allenatore molto pratico. Pioli rimane in corsa per gli stessi obiettivi con il Milan, ma paga un mercato non all'altezza fatto dalla società nonostante lo scudetto vinto lo scorso anno. La Juve, intesa come squadra, deve muoversi tra difficoltà impreviste per via della penalizzazione: per questo è difficile darle una bocciatura, anche perché può ancora togliersi la soddisfazione di vincere l'Europa League nonostante il girone di Champions disastroso”.

Come è stato percepito al nord il successo del Napoli?

“Come logica conseguenza di un campionato che rovista nelle proprie gerarchie: gli ultimi quattro anni sono riusciti a consegnare lo scudetto a quattro squadre diverse. Succede proprio nell'anno in cui l'Italia ne porta cinque alle semifinali europee. Nel caso del Napoli, c'è stata quasi un'opera di smantellamento l'estate scorsa quindi il tricolore vale doppio. Spalletti merita di concretizzare un percorso del genere dentro una carriera che, nel 2019, avrebbe potuto portarlo al Milan occupando il posto che ora è di Pioli. Ma i rimbalzi strani del pallone comportano anche questo”.