Addio Allan, l'ultimo guerriero (sparito 18 mesi fa)

(di Arturo Minervini) - Ciao Allan. Ciao all’ultimo Allan che abbiamo amato. Non quello di oggi o di ieri. Quello in lacrime di Firenze. Chi piange per te non puoi dimenticarlo. Non devi. Chi piange per le tue idee, i tuoi sogni, mozzati lì ad un passo dal traguardo. Infranti sulle mura di un Palazzo che non si era fatto trovare impreparato all’assalto baldanzoso del grande outsider. Di quel Napoli, il brasiliano era motore con tre cuori, anima di almeno 63 grammi, capienza polmonare da fare invidia ad Enzo Maiorca. A quell’ultimo Allan va un tributo immenso. A quello delle notti di Champions senza paura, delle galoppate senza pensare al domani.
“Allan? Siamo ai saluti finali. Andrà all’Everton”. Così Aurelio De Laurentiis ha ufficializzato la fine di un rapporto durato cinque anni. Lo ha fatto forse con freddezza, ancora pungolato nell’animo dalla notte post Salisburgo e dalla lite avvenuta tra il centrocampista e suo figlio Edo. Lo ha fatto forse con colpevole ritardo, quando nel gennaio del 2019 aveva rispedito a Parigi un’offerta che si avvicinava molto agli 80 milioni. Ora, dovrà accontentarsene di una trentina, con un calciatore che da quel punto di non ritorno difficilmente era tornato ad esprimersi sui livelli del passato.
Andrà all’Everton. Andrà da Ancelotti. Andrà verso un futuro lontano da Napoli e in alcune storie commettiamo l’errore di dare al finale un valore superiore al percorso precedente. Forse perché abbiamo amato così tanto, che ci tolgono lucidità. Ciao guerriero. Ciao a quel guerriero che ancora ricordiamo e non all’immagine sbiadita affacciatasi sul terreno di gioco negli ultimi diciotto mesi.
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