Il prossimo 7: una maglia che peserà come un macigno

di Arturo Minervini - “Quest’altr'anno giocherà con la maglia numero sette”. Cantava De Gregori, tra scenari di palazzi in costruzioni, sole che batte sul campo di pallone. Note che si stagliano su una certezza che, in casa Napoli, sembrerà vacillare dopo tanti anni. Sì, perché quella maglia, la numero 7, negli ultimi 12 anni è stata sigillo di garanzia assoluta, immersa nelle acque dello Stige come Achille. Un’invincibilità con meravigliose debolezze, piccole sfumature di umanità sulle spalle di chi con quella maglia ha saputo infiammare cuori, spaccare difesa, devastare porte avversarie come pochi.
Si, la numero 7. Parliamo di quella casacca che nell’estate del 2007 si era posata sulle spalle di un ragazzo arrivato in Italia dopo tre tentativi: prima scartato dalla Fermana, poi da Guidolin al Genoa, fino a vestire l’azzurro. Si chiamava Ezequiel, era lontano dal peso forma e non aveva un taglio di capelli alla moda. Una volta indossata l’armatura della numero 7, però, ecco la scintilla. Una carriera che svolta, la gente che ti elegge come nuovo idolo. Lavezzi per due stagioni vestirà quel numero dando il via ad un’incantesimo di grandezza (nell’anno precedente ad indossarla era stato Ivano Trotta).
El Matador. Nell’estate del 2010 arriva da Palermo uno che è tra i più forti centravanti del mondo, semplicemente ancora non lo sa. Ecco perché sceglie la numero 7, che il Pocho gli gira per prendere la 22. La 7 non è quella dei bomber, ma Edinson Cavani se ne infischia. Come un calabrone che non ha la struttura alare per volare, inizia a segnare a raffica. Praticamente sempre. Ogni volta che mette la maglia azzurra. Tre anni con quel numero ad accompagnare le scorribande di quel levriero in campo aperto.
Ecco Josè. La straordinaria tradizione del numero 7 nell’estate del 2013 assume le sembianze di Josè Callejon. Lineamenti spigolosi, struttura fisica che è mistero della scienza. Nessuno gioca più di lui, che non salta mai una gara, rispondendo sempre alla perfezione alle esigenze dei vari tecnici che si sono alternati negli anni. Lì, su quella fascia di destra, con le spalle strette come il Nino della Leva calcistica del 68’. Senza nessuna paura, altruismo e fantasia al servizio della causa.
Lavezzi, Cavani e Callejon. Una triade da sogno, una dinastia quasi irripetibile per quel numero che ora, con lo spagnolo in scadenza di contratto, attende un nuovo padrone. Chiunque esso sia, dovrà essere consapevole che non sarà un’eredità pesantissima da raccogliere. Un peso enorme da portare, con il continuo fardello del confronto con ‘quelli che c’erano prima’. Lì sì, serviranno spalle larghe ed una tenuta psicologica importante. La numero 7 sta per restare libera ed attende un nuovo padrone. Se fosse solo vicino a quelli che l’hanno vestita negli ultimi 13 anni, sarebbe già un grandissimo affare per il Napoli.
L'incantesimo del 7: da #Lavezzi, a #Cavani a #Callejon. Chi avete amato di più?
Un post condiviso da Tutto Napoli (nuovo profilo) (@tuttonapolinet) in data: 14 Apr 2020 alle ore 7:16 PDT
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