Da 0 a 10: l’sms di ADL a Gattuso, gli scandalosi commenti su Ciro, Osimhen contro il razzo cinese e l’ultimo sacrificio di Ringhio

Segnano Zielinski, Lozano e due volte Osimhen: il Napoli prosegue la corsa Champions ed attente i risultati delle altre.
09.05.2021 08:29 di  Arturo Minervini  Twitter:    vedi letture
Da 0 a 10: l’sms di ADL a Gattuso, gli scandalosi commenti su Ciro, Osimhen contro il razzo cinese e l’ultimo sacrificio di Ringhio
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© foto di Daniele Buffa/Image Sport

Zero ai musoni. A quelli che hanno trasformato il calcio in un ricatto emotivo, che devi quasi aver paura ad esultare. “Si ma non ti esaltare”. “Equilibrio”. Robe che appartengono alla squadra, non agli appassionati. Il calcio è gioia, emozione, assoluta instabilità emotiva. Un secondo sei un fenomeno, l’altro sei il peggior nemico. Bisogna lottare per restituire ai tifosi l’istintività del momento, per godere di un attimo fugace che rifiuta il razionale. Viva le cotte, gli innamoramenti precoci. 

Uno il gol subito con la difesa quasi inedita. Piccolo calo di tensione generale, lieve sbavatura di Meret nella respinta ma le risposte positive sono arrivate. Manolas-Rrahmani lasciano le briciole agli avversari, con Amir che ci mette l’ordine e Kostas che ci mette l’impeto. Fondamentale in settimana lavorare per rendere ancor più solido il binomio. 

Due assist di fila, contro Cagliari e Spezia per Insigne con lo stesso destinatario: Osimhen. Lesto il 24 a cogliere il movimento del compagno, ma la giocata migliore della sua gara è un’altra. Una diagonale difensiva, con trenta metri fatti per fermare una percussione di Maggiore. Un capitano, quando la trama assegna ad altri i ruoli principali, deve rimboccarsi le maniche e rendersi utile dove c’è bisogno.

Tre gare. Tre singole entità, senza alcun legame. Bisogna ragionare così in vista di Udinese, Fiorentina ed Hellas: assegnare ad ogni porzione di quest’ultima fetta di campionato un’importanza storica. Ci si gioca il presente, il futuro, la possibilità di progettare un domani che mantenendo questa struttura sarà ancora radioso. 

Quattro minuti ed una verità che fa digrignare i denti. Mertens e quella maledetta caviglia, tormento che bussa nuovamente alle porte di un campionato più martoriato  dello stagista schiavo della serie ‘Boris’. La sofferenza di Ciro è la nostra sofferenza. Chi oggi sentenzia, si scaglia contro Dries, non vuole bene al Napoli e a un suo pezzo di storia. E la storia esige rispetto.

Cinque menzioni: i goleador, la squadra e Gattuso. Con Rino al primo posto nel tweet di ADL a fine gara, che mica scrive a caso o sceglie a caso la sequenza dei suoi personalissimi Oscar. Vicinanza verso l’obiettivo, ma giusto essere sinceri con i tifosi: oggi non pare esistere margine per ricucire lo strappo. Come canta De Gregori: Stasera guardo questa strada e non lo so dove mi tocca andare: “Lo vedi, siamo come cani. Senza collare. Lo vedi tu com'è... è prendere e lasciare”. 

Sei e mezzo a Lozano, che trova la zampata che gli restituisce il sorriso e la doppia cifra in campionato. Fondamentale ritrovare il miglior Hirving, la sua capacità di risultare determinante senza aver bisogno di troppo spazio e di troppo tempo. Meglio avere tutte le frecce belle appuntite nella faretra per questo finale infuocato.

Sette gli assist in campionato di Giovanni che, come il detto, non fa inganni. È genuino Di Lorenzo, non può che far appello alla sua volontà per fornire un contributo fondamentale nelle due fasi. Concede sempre una chance, una boccata d’aria alla manovra che sostiene con la cura di una nonna che prepara dodici pasti al giorno al nipotino perché sciupato. C’è sempre Giovanni e quando la palla arriva spesso fa anche la cosa giusta. Pare poco… 

Otto a Pietro col gol e con l’assist. Passeggia sulla gara, con la leggerezza di chi non ha bisogno di forzare più di tanto per risultare determinante, sfiora appena l’acceleratore e fa il vuoto alle sue spalle. Due virtuosismi in assolo alla chitarra elettrica, poi si dedica alla gestione. Se il talento avesse un peso, quello di Zielinski su una bilancia sarebbe di gran lunga superiore a tutto quello dello Spezia. 

Nove a Gattuso, che prepara la gara alla perfezione e si insinua nelle crepe del piano partita di Italiano. Restano 270’, probabilmente gli ultimi al Napoli ma Rino se ne infischia. Non c’è altro che l’obiettivo nella sua testa, è Re Leonida con una percezione rinnovata delle cose. Sa che la sua potrebbe essere una vittoria, anche se comporterà il sacrificio personale. È la più grande garanzia per le gare che restano. Non è la vendetta a muovere Rino, ma un profondo amore per il pallone.

Dieci a Osimhen, una bomboletta di poliuretano espanso il ragazzo che copre ogni spazio, colma i vuoti con un desiderio rovente, una voglia matta e disperata come lo studio del Leopardi. Vuole crescere, conoscere, migliorare. Victor è un prototipo, ma non di quelli sviluppati in laboratorio. È la natura che prevale su tutto, la strada che t’insegna, il campo che ti corregge, il prato verde che t’ispira. Manda in frantumi i cuori di chi, rosiconi e frettolosi, l’avevano archiviato come il bidone dell’anno. Il limite è il cielo ragazzo. E forse manco quello. Dovessi incontrare qualche razzo cinese che si è perso, riportalo a casa. Ogni montagna scalata da chi è partito dal fondo, è una speranza per gli ultimi. Per chi pensava di non farcela. Corri Victor. Corri forte. Corri 'assai', come piace a noi.