Da Zero a Dieci: il gol in fuorigioco che sparisce in Tv, Mazzoleni in maglia rossoblù, il retroscena sul tabellone e lo scandalo del fuoco amico

Zero a Tre, questa la Gufata di dimensioni bibliche apparsa sul tabellone elettronico del prepartita della sfida con il Napoli. Nelle prove effettuate prima dell’inizio della gara, appare un “Bologna-Napoli 0-3” con con doppietta di Allan e rete di Mertens. Evento che ha provocato un’epidemia di massa tra i 10mila tifosi azzurri presenti al Dall’Ara, colpiti da improvviso raptus di prurito nelle zone dove sono incastonati i gioielli di famiglia. Purtroppo la scientifica “grattatina” non è servita ad allontanare i cattivi presagi di una gara maledetta. E poi dicono che siamo noi gli scaramantici…
Uno il gol irregolare segnato dal Bologna. Il Napoli, tutti ci tengono tanto a questo inciso, avrebbe perso comunque. Sarà anche vero, magari non lo è, quello che stupisce è il cambio di atteggiamento. Dopo la vittoria con l’Inter si è parlato più del doppio giallo a Nagatomo (sacrosanto), che del primato azzurro. Con il Bologna, l’argomento fuorigioco di Destro sembrava quasi Tabù per i media: "Per dovere di cronaca - detto quasi sottovoce - il piede di Destro era avanti alla linea del fuorigioco tracciata dalla linea elettronica. Decisione impossibile per l’assistente”. Così parlava a Sky Riccardo Trevisani. Antico adagio cinese recita: “Fa più rumore doppio giallo - giusto - di colore nerazzurro, che fuorigioco - che c’era - contro quelli che giocano in azzurro”.
Due gol segnati negli ultimi minuti. Come è strano il calcio. Lunedì sera per le cronache nostrane, gli ultimi 4’ di gara avevano assorbito i precedenti 90’. I due legni colpiti dall’Inter rappresentavano un grande campanello d’allarme, che cancellavano i 70’ di controllo assoluto della gara. Quindi, seguendo questa logica senza senso, ora dovremmo andare tutti a puntare ogni tipo di nostra proprietà sulla vittoria contro la Roma, giusto? Il cronista medio ci dovrebbe spiegare che “Due gol nel finale raccontano di una squadra che ha grande voglia, che non molla mai nonostante il risultato”. La provocazione, evidente, ha uno scopo ben preciso: esistono le sfumature nel calcio. Gli assolutismi sono un male, in ogni contesto. Cinquanta sfumature di mediocrità.
Tre reti subite, una novità assoluta in questa stagione. E’ questo il dato che deve preoccupare maggiormente, soprattutto per le incertezze di una linea che in una sola gara pare aver dimenticato tutti gli insegnamenti. Che sia ansia da prestazione, mal di testa, stress lavorativo, la pillola per risolvere i problemi del Napoli non è blu, ma ha un solo nome: Serenità. Con la ESSE maiuscola. Vero è che la gratitudine è il sentimento del giorno dopo, ma come dimenticare che, appena 7 giorni fa, questa squadra stabiliva il record europeo di imbattibilità a quota 539’? Inevitabile, per chi non sia in malafede, che Bologna rappresenti un’ECCEZIONE. E non la regola…
Quattro i punti di vantaggio sulla Juventus, sempre più solida e lanciata. Possiamo accettare, anzi fa parte del gioco ed è una gratificazione al lavoro fatto dal Napoli, l’esultanza al triplice fischio finale di Bologna, ma il paragone Dybala-Maradona è roba da emettere Bolla Papale per scomunica immediata e Decreto Legge che imponga come nuovo reato il nominare invano il nome di D10S. A questo punto diciamo pure che la Mazzamauro, al buio, in discoteca, dopo 19 long-drink, poteva essere scambiata per Grace Kelly. Perdonali Diego, non sanno quel che fanno. E cosa scrivono…
Cinque all’approccio alla gara di Bologna. Pensare di poter dominare tutte le gare è fuori da ogni logica, acquisire la capacità di reagire con lucidità alle difficoltà è un passo ulteriore da compiere. Chiamasi Resilienza, intesa come la facoltà psicologica di un individuo di affrontare e superare un evento traumatico o un periodo di difficoltà. Niente potrebbe spiegare al meglio il concetto. Napoli, “Resilientati” o, come direbbe la Musa Daniele (Pino): “Dalle 'nfaccia senza te fermà’!”.
Sei all’intervento di Mazzoleni sul finire del primo tempo, che intercetta un pallone di Insigne per Higuain. Mancava solo la maglia a strisce rossoblù per farne un discreto mediano. Oltre l’ironia, per un arbitraggio che non è piaciuto ed un arbitro che non ci piace, restano alcune perplessità legate all’applicazione del regolamento. Come è possibile fermare una ripartenza del Napoli per ammonire Destro per un giallo che nemmeno c’era? Perché fermare un’altra ripartenza del Napoli per verificare le condizioni di Donsah, colpito al piede, quando il regolamento prevede l’interruzione solo per eventuali problemi alla testa o che possano generare pericolo immediato? Perché non ammonire Koulibaly che stende Mounier al limite dell’area di rigore? Quanta discrezionalità può avere questo direttore di gara prima di essere fermato? Aristotele diceva che “L’amore è composto da un’unica anima che abita in due corpi”. Mazzoleni ed il Napoli sono destinate a restare due entità separate nell’eterno. Questione di feeling. O magari un giorno scopriremo che c’è anche qualcos’altro…
Sette giorni dalla vittoria sull’Inter. In quell’occasione Aurelio De Laurentiis, via Twitter, aveva fatto i complimenti a Sarri ed alla squadra per la vittoria. L’invito al presidente è di fare lo stesso anche in caso di sconfitte. Faccia sentire la sua presenza, resti vicino a questa creatura. Il deragliamento della scorsa stagione è iniziato proprio quando il patron si è defilato, perso tra i conflitti con Benitez. Assuma un social media manager come Gianni Morandi. Propongo la candidatura: “Bravi ragazzi, non sempre si può vincere, bisogna saper perdere. Avanti così #ADL”. Banalità, insomma. Che possono però essere utili alla squadra. E’ Natale e a Natale puoi Tweetare di più Aurelio.
Otto reti nelle ultime sette gare. Vorrei pubblicamente accusare Gonzalo Higuain, per la difficoltà che genera con queste prestazioni: “Gonzalo, non si può andare avanti così! Abbiamo ormai finito le parole, gli aggettivi, le similitudini, le metafore!. Non ci resta che affidarsi alle sensazioni, al brivido che ci prova una doppietta tanto inutile quanto spettacolosa. Una zampata volante senza vedere la porta, un dribbling da spaccare le caviglie al povero Oikonomou, sono fantascienza per un comune mortale. Non per lui, che anche da imbronciato riesce a estrarre come uno speleologo in missione un reperto da archiviare alla voce “Ma che gol ha fatto?!”. Il Pipita è andato così oltre con l’asticella, che un suo errore sotto porta al minuto 47’ induce a sguinzagliare gli agenti Mulder e Scully per spiegare l’evento extraterreno. Come faceva Nietzsche con le sue opere, anche Gonzalo dovrebbe adesso stupirsi ed offendersi se qualcuno lo considerasse soltanto “Umano, troppo umano”.
Nove vittorie e due pareggi nelle undici sfide di campionato prima di Bologna. Come farsi abbattere da un incidente di percorso? Come dimenticare le previsioni da lutto al braccio dell’estate? Come non tributare solo applausi al lavoro svolto fino a questo punto. Invece, al primo passo falso, arriva il fuoco amico sul Napoli. Con più rapidità delle Tartarughe Ninja, o meglio del maestro Splinter con il quale hanno maggiore punti in comune, sbucano dai tombini di ogni strada dopo mesi a smaltire la rabbia nel sottosuolo. Provare a digerire l’idea che un provinciale in poche settimane avesse dato al Napoli una dignità ed una solidità da scudetto, aveva lo stesso sapore del boccone mandato giù da Oronzo Canà quando scopre di dover perdere volutamente l’ultima sfida salvezza: “Come si sente? Come uno che ha mangiato una tonnellata e mezza di m. Pesante da digerire, sa?”. Dopo il deflusso digestivo si torna a vomitare alla prima occasione su questa squadra, quando meriterebbe fino a questo punto solo lodi. Le esultanze a “tifo unificato” sono un’altra grande vittoria di Sarri: il suo Napoli fa davvero paura.
Dieci mila, probabilmente anche di più. In campo non è un Napoli abbacinante, sugli spalti lo spettacolo è qualcosa che ti travolge. Un’esplosione di colori, di sorrisi, di abbracci ritrovati tra persone spinte dalla stessa speranza. Credere è più importante che avere. Amare è più importante di toccare. Alla valanga azzurra del Dall’Ara il risultato non può togliere il sorriso. Al fischio finale, tra i soliti ignominiosi cori, dal settore ospiti ci sono solo applausi per la banda di Sarri. Questo è il punto da dove ripartire. Dalla maturità di quei tifosi. Dalle parole da Leader di Reina, che ha più attributi di tutti gli eroi Marvel messi insieme. Che siano di ispirazione le parole di uno dei più grandi vincenti della storia dello sport: “Avrò segnato 11 volte canestri vincenti sulla sirena, e altre 17 volte a meno di dieci secondi dalla fine, ma nella mia carriera ho sbagliato più di 9000 tiri.Ho perso quasi 300 partite. 26 volte i miei compagni mi hanno affidato il tiro decisivo e l'ho sbagliato. Nella vita ho fallito molte volte. Ed è per questo che alla fine ho vinto tutto”. Firmato Michael Jordan.
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