Coronavirus, l'ISS (in linea con De Luca) si prepara alla Fase 2: "Ci saranno ancora zone rosse"

Giovanni Rezza, membro dell'Istituto Superiore di Sanità e del comitato scientifico, ha parlato in conferenza stampa del momento attuale dell’epidemia da Coronavirus: “Il mio ragionamento si basa su tre punti: il primo è cosa sappiamo in termini di evoluzione del quadro epidemiologico. Il secondo cosa ci manca, cosa dobbiamo ancora conoscere. Terzo, qual è il futuro in termini di sorveglianza e contenimento.
Per quanto riguarda il primo punto, il professor Brusaferro ha mostrato il trend in decrescita. I casi di oggi non sono nuovi contagi, ma nuove notifiche di contagi, avvenuti in media 20 giorni prima. Da tempo insomma stiamo assistendo ad una diminuzione dell’infezione. Detto questo, il virus continuerà a circolare anche se con minore intensità.
Il punto 2 parla delle persone che si sono contagiate dal lockdown in poi. Il picco non è stato raggiunto, semplicemente lo abbiamo provocato noi artificiosamente. Questo significa che la popolazione rimane ampiamente suscettibile, ciò che è accaduto un paio di mesi fa potrebbe risuccedere. Quel che non sappiamo ancora è dove e come i contagi sono avvenuti dopo il lockdown, anche se qua incidono molto Rsa e ospedali. Le Rsa sono degli amplificatori dell’epidemia, ma anche degli indicatori. Se vediamo un focolaio in una Rsa, vuol dire che il virus lì in quella zona ci è arrivato. Gran parte dei contagi dopo il lockdown sono contagi intrafamiliari. In Germania è stato studiato che la gran parte dei contagi avviene dentro le famiglie e dentro le strutture sanitarie, anche se noi abbiamo ancora bisogno di maggiori informazioni per avere dati certi.
Quindi il terzo punto che è legato alle zone rosse: a Codogno e nei comuni del lodigiano la zona rossa sembra aver funzionato. Il punto è che probabilmente, in una fase 2 (e ora siamo senza dubbio ancora in fase 1), il virus circolerà meno rapidamente rispetto al passato. In quella fase sarà fondamentale, oltre a mantenere le misure di distanziamento, rafforzare il controllo del territorio identificando rapidamente i casi e i relativi contatti. Se la circolazione sarà ridotta del virus, a quel punto ci sarà bisogno di nuove specifiche zone rosse. Credo che sarà una misura importante per il futuro, quando il lockdown completo non ci sarà più ma servirà mantenere attive comunque altre misure.
Quarantena di massa per i contagiati come in Cina? In Italia ci si basa sull’isolamento domiciliare, poi i casi sono tanti e trovare strutture alternative per convogliare tutti i contagiati mi sembra difficile”.
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