C’è mancato poco che mandassero il Napoli in B! Noi non avremmo patteggiato…

11.11.2020 18:25 di Arturo Minervini Twitter:    vedi letture
C’è mancato poco che mandassero il Napoli in B! Noi non avremmo patteggiato…
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© foto di Daniele Buffa/Image Sport

(di Arturo Minervini) - Toni inaccettabili. Lo ha ribadito, con forza, la SSC Napoli. Lo avevamo percepito all’istante, leggendo il dispositivo della Corte d’Appello su Juventus-Napoli. Le accuse, pesanti, chiamano in ballo certi valori che nel calcio, nell’ultimo ventennio, sono stati demoliti da uno scandalo. LO SCANDALO. Il pugnale che ancora sanguina sulla schiena di ogni appassionato, la caduta degli dei, la fine del sogno. Di un bambino che rincorre un pallone, che alla fine vince il più bravo.

Al Napoli è stato imputato di non aver rispettato valori alla base dello sport: lealtà, la probità e il sano agonismo. Fa sorridere, che il richiamo etico venga proposto analizzando una gara mai disputata con la Juventus, che da diverso tempo nel suo nuovo ciclo porta avanti il motto del ‘vincere è l’unica cosa che conta’. Già entrarci in uno stadio che espone scudetti revocati da sentenze passate in giudicato, in effetti, metterebbe a grave pericolo la lealtà, la probità ed il sano agonismo. Forse ha fatto bene il Napoli a stare a casa, se Sandulli voleva davvero difendere quei valori di cui si fa scudo, forse, avrebbe dovuto riconoscere l’atto rivoluzionario del club azzurro. Invece, no.

Invece, c’è mancato poco, che la Corte d’Appello non ci mandasse in serie B. Solo perché il club ha chiesto chiarimento all’ASL in quel momento competente nella gestione di un’emergenza sanitaria mondiale.

“Da parte della società azzurra una scelta volontaria, se non addirittura preordinata” si legge nel dispostivo, che in molto ora sventolano come le bandiere che tenevano nascoste tra la tastiera e il microfono. Nessuno però entra nel merito, cerca di capire se tali gravissimi accuse abbiano fondamento probatorio. 

“Il Napoli non si arrenderà mai” ha rilanciato il legale del club Grassani, aprendo così ad una serie di ricorsi che non necessariamente si esaurirà al Coni. Magari dopo il terzo grado della giustizia sportiva davvero ci manderanno in serie B, in tal caso non cercheremo scorciatoie o patteggiamenti.

Patteggiare è ammissione di colpa, nel 2006 qualcuno (che adesso rivuole quegli scudetti) si salvò dalla serie C in questo modo. Giusto ricordarselo quando si tirano fuori certi principi morali.