Da 0 a 10: Spalletti esplode in Tv, la bottiglia da 70 mln, i 2 Picasso di Zielinski e il biglietto strappato per Formentera

Il Napoli asfalta i Glasgow: segnano Politano, Ndombele e Raspadori. Grande prova di gruppo, azzurri primi nel girone di Champions
15.09.2022 19:15 di Arturo Minervini Twitter:    vedi letture
Da 0 a 10: Spalletti esplode in Tv, la bottiglia da 70 mln, i 2 Picasso di Zielinski e il biglietto strappato per Formentera
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Zero alla decisione insensata e anacronistica che ha violato e violentato i diritti e i sogni di chi aveva pianificato da tempo la trasferta scozzese. Nello sport che dovrebbe essere momento di inclusione e condivisione, a rimetterci sono sempre coloro che alimentano con la loro passione, e i loro soldi, la giostra cavalcata da dirigenti viziati e poco lungimiranti. Unica nota stonata in una notte di festa come quella di Ibrox. 

Uno contro uno con Kim-Min Jae: una seduta di agopuntura. Ti entra sotto pelle, anestetizzando uno solitamente indemoniato come Morelos che perde completamente la testa e rischia l’espulsione. Non si vedeva tanta disparita in uno scontro dal Braccio di Ferro di Giovanni con un bambino in ‘Tre uomini e una gamba”. A fine gara ha lasciato il campo urlando in coreano: “그러나 가되 와라 그러나 나는 누구인가” ovvero: “Ma vai, ma vieni, ma chi sono!”.

Due rigori calciati, malissimo, ma pure Picasso avrà tirato qualche pennellata sbagliata nella sua carriera. Sì, perchè la notte di Zielinski è da genio del pallone, indomito aggressore della banalità e del pattume di un calcio sempre più stritolato dalla tattica e dagli schemi. Con le sue progressione manda in frantumi lo scacchiere scozzese, abbinando forza e capacità di lettura di ogni situazione andando ad una velocità supersonica. Viaggiare su uno shuttle e vedere il mondo al rallentatore come le mosche che vedono il mondo ad una velocità differente. Inizio di stagione da fenomeno assoluto. 

Tre reti ed una manciata di polvere quello che resta dei Glasgow alla fine del trattamento Napoli, disintegrati come Cell da Gohan in Dragon Ball Z. Nelle prime due notti europee la freschezza del nuovo progetto si è riversata sulla Champions come una secchiata di acqua gelida: inattesa e rigenerante. Che pensi a Lobotka, alla gara mostruosa che ha fatto, e non è nemmeno tra i migliori in campo. Pazzesco.

Quattro al Liverpool e la trappola dietro l’angolo. Il ‘solito’ Napoli, quante volte c’era cascato in passato? Ma questa qui è una squadra rinnovata, che sembra aver lasciato i vizi cronici del vecchio ciclo, affidandosi alla lucida incoscienza di calciatori che hanno una grande fame, una voglia di conquista e conoscenza che può fare la differenza, come uno studente di italiano che su Google cerca le parole più difficili della nostra lingua: briologia, bromologia, cacchesia, callido, docimastica, entomologia, etopea, faldistorio, flebotomo, lalofobia, epicedio, eupeptico, filogino. La crescita nasce solo dalla curiosità. E il passato, se non ti insegna nulla, è una grande occasione persa.

Cinque dita aperte davanti al volto, come a riveder le stelle dopo notti buie. Meret non para, schiaffeggia il tiro di Arfield: mai azione fu più allegorica dopo l’estate vissuta dal portiere azzurro. Il Nuovo Cinema Paradiso di Alex è fatto di meno chiacchiere attorno al suo nome e più fatti. “Prima o poi arriva un tempo che parlare o stare muti è la stessa cosa. E' meglio starsi zitti”.

Sei e mezzo a Ndombele, la bottiglia di whisky da 70 milioni che il Napoli ha messo a ‘invecchiare’ in queste prime settimane di ambientamento. Il pedigree è quello del centrocampista che può far la differenza, il suono del pallone al contatto col piede del francese è quello di un violino: emoziona. È lucido sul gol, è finalmente a suo agio in quella che è la sua posizione ottimale in campo. Ogni settimana sarà più buono, più deciso, più forte. “E fa bene, anche voi, non prendete fischi per fiaschi, solo questo è un fischio maschio senza raschio”. È ‘na mandrakata.

Sette a Kvaratskhelia che è per chi ama il calcio come le caramelle per un bambino: non ti basta mai. Vorresti che il pallone arrivasse sempre dalla sua parte, tra i suoi piedi, con quel mago georgiano che se na in giro per il campo col cappello tra le mani e un coniglio sempre pronto a regalare stupore. Esagera, sì, ma chi se ne frega. Perchè poi prende il pallone, ne salta tre ed ha ancora la forza nelle gambe per puntare l’area di rigore prima di essere abbattuto come oggetto volante non identificato. Con lui siamo tutti come i bambini di Povia: facciamo sempre ‘Ooh’.

Otto a Raspadori, che chiude un’azione che è un gioiello. Due gol pesanti in quattro giorni, con la qualità di un classe 2000 che è una galleria del talento tutta ancora da esplorare, che qualcuno stava già contestando senza nemmeno aver acquisto il biglietto per la mostra. Jack nello stretto è uno spettacolo, ha conclusioni vincenti ed una capacità di farsi trovare al posto giusto al momento giusto che è prerogativa di chi è sempre puntuale col proprio destino. E certe qualità sono come il coraggio di Don Abbondio: o ce l’hai o non ce l’hai. Il talento abbonda in Jack.

Nove a Lucianone, che si incazza di nuovo in tv con chi vuole necessariamente sminuire il terzo posto dello scorso anno. “Ancelotti aveva vinto lo scudetto con quella rosa?” Replica Spalletti, che vorrebbe invece godersi la sua nuova creatura. Così rinnovata, così stravolta, che ogni. Confronto con lo scorso anno risulta più inutile di un solo sci. Verticalità e fisicità: è stata l’ossessione della sua estate e la strada sembra quella giusta e la filosofia sembra aver attecchito a pieno nei nuovi discepoli. “Pensavano di averci seppellito. Ma non sapevano che noi eravamo semi”.

Dieci a Politano, da Formentera ad Ibrox senza passare dal via. L’estate rovente e di polemiche, con addii minacciati e fiducia sbiadita, termina ufficialmente nella notte di Glasgow. Prende cazzotti in faccia, si danna in fase di copertura, è rapace nella ribattuta del rigore di Zielinski: dovevamo capirlo subito che fosse la sua notte. Del nuovo inizio, di un capitolo nuovo, di una storia che rifiuta la parola ‘Fine’. Nella meravigliosa armonia dei contrari, una nuova strada nasce da quello che sembrava un vicolo cieco. Forza Matteo: questo Napoli ha bisogno dei tuoi colpi e di quella famelica voglia di riconquista.

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