Da Bilbao a Nizza: come è cambiato l'undici titolare dalla disfatta spagnola

16.08.2017 12:30 di Dario De Martino Twitter:    vedi letture
Da Bilbao a Nizza: come è cambiato l'undici titolare dalla disfatta spagnola
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© foto di Federico De Luca

19 Agosto 2014. Napoli-Athletic Club di Bilbao. Tre anni dopo rieccoci qui, ai preliminari di Champions, a quel fatale bivio stagionale in cui tutte le italiane sono cadute negli ultimi anni. Il tormentone Bilbao è tornato nella mente dei tifosi e dei calciatori che c'erano tante volte in questi giorni che ci hanno portato alla sfida d'andata con il Nizza. Anche quella volta il Napoli era convinto di superare il turno, ma tornò a casa con una beffarda sconfitta. Ma quante cose sono cambiate da quel Napoli di tre anni fa? Abbiamo messo a confronto l'undici titolare che Rafa Benitez mise in campo nella gara d'andata e quello che presumibilmente schiererà Maurizio Sarri questa sera. Vi proponiamo le due formazioni, poi analizzeremo i cambiamenti ruolo per ruolo. Ma già a leggerle noterete le differenze.

Napoli-Bilbao 2014: Rafael; Maggio, Albiol, Koulibaly, Britos; Gargano, Jorginho; Callejon, Hamsik, Insigne; Higuain. All. Benitez.
Napoli-Nizza 2017: Reina, Hysaj, Albiol, Koulibaly, Ghoulam; Jorginho, Allan, Hamsik; Callejon, Insigne, Mertens. All. Sarri

PORTIERE: Il ritorno di Reina e il crollo di Rafael Il Napoli si presentò al preliminare col dubbio portiere. Pepe Reina andò in Germania, destinazione Monaco di Baviera. Tra i pali gli azzurri decisero di puntare sulla crescita di Rafael Cabral, reduce da una stagione positiva alle spalle di Pepe. Fu tra le scelte meno azzeccate della storia recente degli azzurri, tanto che il povero Rafael è ancora a Napoli da terzo portiere perchè per lui non si trova una destinazione.
Poi Pepe è tornato, ma anche quest'anno ci si presenta col dubbio portiere. La società avrebbe voluto acquistare un estremo difensore che potesse competere con Reina per il posto da titolare, viste le condizioni fisiche non sempre perfette dello spagnolo e qualche perplessità che il suo rendimento ha lasciato alimentare. Ciò nonostante, il Napoli 2017 si presenta sicuramente più tranquillo tra i pali. Pepe, al di là di tutto, è portiere di grande esperienza e sicura affidabilità che fa sentire più rilassata e concentrata sui propri compiti tutta la difesa. E poi è giocatore che sa farsi trovare pronto nelle grandi partite.
La crescita del Napoli si vede anche in questo: il portiere titolare di 3 anni fa è diventato il terzo.

TERZINO DESTRO: Maggio corre ancora, ma il titolare non è più lui. Se c'è una certezza nel Napoli degli ultimi dieci anni quella è Christian Maggio. Dal 2008 corre su e giù per la fascia in maglia azzurra. C'era lui sull'out di destra anche nell'amara notte di Bilbao. Tre anni dopo è ancora lì, anche se il suo ruolo si è ridimensionato di parecchio. Negli ultimi due anni ha trovato poco spazio e il titolare della fascia destra è diventato il più giovane Hysaj. La carta d'identità si fa sentire sul groppone di Christian, che ora dovrebbe prendere il posto in panchina che tre anni fa era del buon Giandomenico Mesto. Il condizionale è d'obbligo perchè, anche se in questi due anni Maggio ha visto poco il campo ed Hysaj ha avuto una crescita esponenziale, in questo pre-campionato Christian ha sfoggiato una forma invidiabile. Nell'ultima amichevole prima del Nizza, quella contro l'Espanyol, all'inizio Sarri ha scelto la formazione tipo tranne che in un ruolo: quello di esterno destro, in cui c'era Maggio. Chissà che Maurizio non stia pensando a schierare Maggio dal primo minuto anche stasera. Da Bilbao a Nizza, Christian corre ancora.

DIFENSORI CENTRALI La coppia non è cambiata, ma che crescita! Raul Albiol e Kalidou Koulibaly. Ci sono ancora loro lì in mezzo, ultimi baluardi prima del portiere. Tre anni dopo la coppia di centrali non è cambiata, ma il loro rendimento si è elevato in maniera esponenziale.
Lo spagnolo tre anni fa si apprestava a vivere la stagione peggiore della sua esperienza napoletana. L'annata 2014-15 fu quasi da incubo per Raul, il cui rendimento crollò vertigionosamente rispetto ai suoi standard. Già il confronto con l'anno precedente era impietoso. Qualcuno l'aveva già dato per bollito. Dall'anno successivo, invece, Raul ha ripreso man mano a riprendere sicurezza e a darne a tutto il reparto. Non è un caso che la sua ripresa sia coincisa con il ritorno di Reina tra i pali. Oggi è il leader indiscusso del reparto, elegante baluardo difensivo degli azzurri che nell'ultima amichevole si è sbloccato anche in zona gol.
Accanto a lui un giocatore che in tre anni è passato da promessa con tanti difetti a top-player di livello mondiale. Il Kalidou Koulibaly di Benitez era un altro giocatore. Appena arrivato in Italia, mostrava grandi potenzialità, ma anche tantissimi difetti. Sotto la guida di Maurizio Sarri, quel Kalidou bistrattato degli anni di Benitez è divento un difensore centrale di livello altissimo. Roccia della difesa partenopea, da due anni è oggetto del desiderio dei club più importanti al mondo.
Albiol-Koulibaly: i nomi sono gli stessi, ma rispetto a tre anni fa sembrano altri giocatori.

TERZINO SINISTRO Quando vi lamentate di Ghoulam, ricordatevi di Britos...Ve lo ricodate vero Miguel Angel Britos? Ve lo ricordate, soprattutto, da esterno sinistro? Bene. Pensateci ogni qual volta vi lamentate di Ghoulam che sbaglia qualcosina in fase difensiva o non è perfetto in un cross. Perchè solo tre anni fa Fouzi, arrivato sei mesi prima e in ritardo di condizione, era in panchina, e in campo da titolare dell'esterno mancino c'era il centrale oggi al Watford. Nella gara di ritorno l'algerino partì titolare, ma uscì al 56' per far posto all'ex Bologna. E pure quel Ghoulam, non era certo quello di oggi. Le difficoltà in fase difensiva sono sempre di meno. Il lavoro su dui lui di Maurizio Sarri è stato lento e paziente, ma i risultati si iniziano a vedere. E in fase di spinta, quella che il povero Britos proprio non aveva, Fouzi è ormai tra gli esterni migliori d'Europa. Il miglioramento in questo settore è così evidente che c'è ben poco altro da dire se non: quando vi lamentate di Ghoulam, ricordatevi di Britos.

REGISTA Jorginho è ancora lì, ma è un altro giocatore. A leggere le due formazioni titolari, sono sei i giocatori che lo erano con il Bilbao e lo saranno stasera. Scommettiamo, però, che qualcuno aveva dimenticato che Jorginho fosse titolare anche con la squadra spagnola. Il motivo? E' un altro giocatore. Dopo che ci siamo abituati a vederlo con Sarri, quasi abbiamo dimenticato che c'era stato un altro Jorginho con Benitez. Oggi si chiede a gran voce la sua convocazione in nazionale, viene esaltato da tutta la stampa e tutti notano partita dopo partita come sia sempre più il padrone di un centrocampo che funziona alla perfezione. Il Jorginho di Benitez, leggero e speasato in quella insostenibile mediana a due, l'abbiamo quasi dimenticato. Per questo diciamo che i giocatori titolari che c'erano contro il Bilbao e ci saranno contro il Nizza sono cinque: Albiol, Koulibaly, Hamsik, Callejon e Insigne. Jorginho non lo contiamo, è un altro giocatore.

MEDIANO Dalla forzatura Gargano all'imbarazzo della scelta. L'estate 2014 fu l'estate del centrocampista mai visto. Tutto partì dal sogno di Benitez e della tifoseria di prendere Mascherano. Poi si passo per Kramer, Gonalons, Fellaini e una lista lunghissima di nomi mai arrivati. Alla fine si arrivò al buon David Lopez, che arrivò pure dopo il preliminare. Alla sfida contro il Bilbao ci si presentò con Gargano, tornato dal Parma, mal visto dalla tifoseria e con i piedi che non erano certo diventati più educati. Rafa Benitez fu costretto a schiarare lui, anche perchè con Inler e Jorginho il suo centrocampo a soli due uomini non avrebbe mai retto (non resse, in realtà, neanche con Gargano, anche se correva per dieci). Tre anni dopo a centrocampo c'è solo l'imbarazzo della scelta. Come interdittore al posto di Gargano c'è Allan, e non elenchiamo le differenze altrimenti faremmo notte. Ma se Sarri volesse più qualità, non avrebbe che guardarsi attorno in panchina: ecco Zielinski e Rog, giovani terribili dalle grande potenzialità e già un grande presente. Gargano contro il Bilbao fu una forzatura obbligata per Rafa Benitez, oggi Maurizio Sarri ha solo l'imbarazzo della scelta.

TREQUARTISTA Quando Hamsik giocava trequartista e veniva sostituito da Michu... Minuto 78. Nel Napoli esce il numero 17 Marek Hamsik, entra il numero 25 Michu. Lo ricordiamo tutti quel non-tiro, quel passaggio sulla destra nonostante la porta fosse lì davanti e chiedeva di ricevere il pallone. Fu una delle tante sostizioni, forse quella peggiore, che subì Marek Hamsik nel biennio Benitez. Un capitano troppo spesso in panchina. E quando era in campo, giocava in un ruolo che proprio non gli si calzava addosso. Chiunque avesse Marek Hamsik a disposizione gli costruirebbe la squadra attorno: è il giocatore che ogni allenatore vorrebbe in squadra. Rafa no. Lo schierava, quando lo faceva giocare, in quell'assurdo ruolo da trequartista in cui lo slovacco spariva. Con Sarri, Marek si è preso la posizione di mezz'ala sinistra, quella per cui è nato, e ha cominciato a far girare la squadra. Per il capitano abbiamo speso, spendiamo e spenderemo ogni giorno tantissime parole, ma son sempre troppo poche perchè i calciatori e gli uomini come Marek sono rarissimi. A meno che non stiano in panchina. A meno che non giochino fuori ruolo. A meno che non vengano sostituiti da Michu. Per fortuna è tutto passato.

ALA DESTRA Josè: la certezza di Rafa e Maurizio, simbolo della continuità e del miglioramento. Nella vita ci sono poche certezze, ma se avete Josè Maria Callejon in squadra ne avrete certamente una. Da Bilbao a Nizza, l'abbiamo analizzato fino ad ora, è cambiato quasi tutto. Poco è cambiato sull'ala destra. A presidiarla c'è sempre lui: Josè Maria Callejon. Pure il rendimento è cambiato poco: ottimo con Rafa Benitez, un pelo migliore con Maurizio Sarri, anche perchè c'era ben poco da migliorare. E' stato ottimizzato il sistema in cui Josè si muove, ma su Callejon c'era poco da lavorare. Aiutava a difendere e continua a farlo, realizzava gol e continua a farlo, seriviva assist e continua a farlo, taglia il campo con intelligenza sovraumana e continua a farlo, corre su e giù sulla fascia con eleganza unica e continua a farlo, gioca quasi tutte le partite della stagione a rendimento costante e continua a farlo. Josè, per questo, è simbolo della continuità. Ma è simbolo anche del miglioramento perchè tutti i suoi sforzi, ora, vengono finalizzati in tutt'altra maniera.

ALA SINISTRA Lorenzo adesso è davvero Magnifico. Quante cose sono cambiate nella vita di Lorenzo Insigne in tre anni. Una crescita continua e costante che ha portato Lorenzo ad essere da un potenziale grande talento a top player di livello europeo. E' cresciuto tantissimo Insigne. Merito di Sarri, ma in questo caso anche di Benitez. Rafa è stato fondamentale nella crescita di Lorenzo. Quel 4-2-3-1 costringeva gli esterni a un lavoro in fase difensiva durissimo. Un sistema di gioco che non è rivelato congeniale per la squadra, ma che ha fatto crescere Lorenzo in maniera esponenziale. Un passo importante per arrivare ai livelli di oggi, raggiunti con gli insegnamenti di Sarri. Con lui Insigne è tornato al ruolo per cui è nato, quello che gli è stato insegnato da Zeman: ala sinistra del 4-3-3. Lì è esploso definitivamente ed ora è a tutti gli effetti tra i leader e i giocatori più importanti di questo Napoli. Da Bilbao a Nizza Lorenzo è diventato un uomo, un leader, una vera stella. Ora il palco della Champions non fa più paura.

CENTRAVANTI Dries era ancora il vice-Insigne, oggi è bomber di razza. A Bilbao c'era Higuain. Oggi il Pipita è alla Juve. Chi l'avrebbe detto allora. E al suo posto chi ha acquistato il Napoli? Milik, ma sarà solo in panchina. Il titolare è uno che a Bilbao c'era già, ma siedeva in panchina e nemmeno sapeva di poter fare l'attaccante. E' Dries Mertens. Chi l'avrebbe detto allora. Da Bilbao a Nizza c'è stato un tradimento, il peggiore che ci si potesse aspettare dopo la prima stagione con Sarri. Ma da Bilbao a Nizza c'è stata anche una trasformazione. Da uomo-spacca partite all'ombra di Insigne a falso nueve per esigenza fino alla consacrazione da punta centrale. Per Dries Mertens tutto è cambiato nell'ultimo anno. Se a qualcuno avessero detto tre anni fa che il Napoli avrebbe venduto Higuain e si sarebbe ritrovato con Mertens al centro dell'attacco l'avrebbero preso per pazzo. E invece così è stato, e ne siamo pure felici.