Educazione Sarrista

La rivoluzione culturale attuata da Maurizio Sarri
23.03.2018 17:50 di Jacopo Ottenga   vedi letture
Educazione Sarrista
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© foto di Daniele Buffa/Image Sport

Negli ultimi istanti della gara contro il Genoa ho provato a sintetizzare il Sarrismo in una definizione. Ne è venuto fuori un post su Facebook divenuto presto virale. Ricevere centinaia di likes, condivisioni e commenti mi ha senza dubbio gratificato, ma ha anche fatto sì che mi interrogassi sulla profondità del sentimento che ormai ci accomuna.

La risposta che mi sono dato è che il Sarrismo ci permea. Ci appartiene, ci accompagna in ogni dove, condiziona le nostre scelte, il nostro modo di pensare e di vedere le cose. In poche parole il Sarrismo ci ha educati.

Non viviamo di certo in un‘epoca di educazione alla bellezza. Oggi imperversano monotonia, grigiore, cinismo, al massimo bellezze fabbricate. La Bellezza, quella reale, viene fatta passare per pura contemplazione, in realtà possiede una dimensione etica fondamentale, rappresenta l’unico vero motore dello sviluppo, l’unico antidoto (parafrasando l’indimenticato Peppino Impastato) all’indifferenza e alla rassegnazione, l’unica arma per innalzarsi verso la perfezione.  

‘O ssaje m’hanno fottuto ‘e viaggi e l’autostrada, tutto chello c’aggio passato e mo’ nun credo cchiù, nun credo cchiù ... cantava Pino Daniele nel 1979 in E cerca 'e me capì. In un mondo dove la meritocrazia e gli ideali sono quotidianamente scavalcati da corruzione, raccomandazioni e mercificazioni, il Napoli è lì, pronto a riconciliarci con ciò che ci circonda. Rasserena il nostro presente, ci rassicura sul futuro, risveglia in noi la voglia di credere che tutto sia possibile, la fiducia che con il lavoro e i sacrifici si possano davvero cambiare le cose, perché Crederci in fondo è la prima cosa, anzi l’unica cosa che conta. Per questo ho definito il Sarrismo: "il sogno che si è imposto alle intenzioni"

In questi tre anni si è sempre parlato della straordinaria evoluzione del Napoli squadra, ma quasi nessuno ha sottolineato quanto sia cresciuto l’ambiente. L’impressione è che, proprio in virtù di quell’alchimia magica che si è instaurata tra squadra e città, la crescita di entrambe sia andata di pari passo. Vedere il San Paolo festeggiare la propria squadra anche dopo le sconfitte subite contro Juventus e Roma è la perfetta dimostrazione di come Napoli abbia volontariamente deciso di sposare il Sarrismo, di scegliere la bellezza con tutti i vantaggi e i rischi che essa comporta, compreso il rischio dell’incompiutezza.

Ma davvero questo Napoli senza lo Scudetto resterà accantonato in un timido angolino della storia che stiamo scrivendo? Può una squadra che ha avuto il merito di infrangere record su record, triplicare il valore della propria rosa e sconvolgere il retrivo ed ipocrita calcio italiano, dirsi incompiuta? Senza dubbio le rivoluzioni politiche hanno successo solo se arrivano fino al palazzo, alla presa del potere, ma una rivoluzione il Sarrismo l’ha già vinta, ed è quella più duratura, la Rivoluzione culturale, perché oggi noi tutti possiamo dirci Sarristi.