Il risultato di Verona lo conoscevamo già dopo il gol di Giroud

Chissà come si chiama. Questa cosa, che poi quando vai al tappeto hai una voglia incontenibile di rialzarti. Beh, il Napoli di Spalletti questa cosa qui, che potete chiamarla come volete, ce l’ha. E non è una roba di poco conto, perché con tutti i film di Rocky che abbiamo visto (ormai si è perso il conto) una cosa l’abbiamo imparato: l'importante è come sai resistere ai colpi, come incassi e se finisci al tappeto hai la forza di rialzarti.
Tu chiamale se vuoi, reazioni. Che questa squadra ha saputo tirare fuori, nei momenti più inattesi, quando il lato oscuro sembrava ricoprire pure gli umori dei tifosi più ottimisti. Spalletti ci ha lavorato su questo, ci sta lavorando tutti i giorni, ci lavorerà pure domani e anche se ne dovesse vincere 20 di fila. È fatto così, poi non sempre ci riesce, ma quando si mette in testa una roba ci diventa matto.
E Luciano ha capito sin da subito quale fosse il problema di questa squadra: prendere consapevolezza, rendersi conto della propria forza. Ne aveva parlato nelle prima conferenza in azzurri: “È una squadra forte, sono curioso di entrarci dentro il prima possibile per vedere fino in fondo quanto ne è consapevole. Essere forte, se non sai di esserlo, a volte non completa quello che deve essere il proprio comportamento”.
Il lavoro non è completato, ma qualcosa di muove. Pensiamo alla prima sconfitta in stagionale contro l’Inter, dolorosa per quel finale che lascia ancora l’amaro sotto ai denti. Nella gara successiva il Napoli stritola, letteralmente stritola, la Lazio di Sarri in quella che è probabilmente la miglior prestazione della stagione.
Altro momento topico della stagione: dopo le sconfitte (molto diverse) con Atalanta e Empoli, c’è la trasferta di San Siro con tante assenze e il fiato corto. C’erano tutti gli alibi già impacchettati, ma invece il Napoli lotta e si porta a casa una gran vittoria. Alibi ancor più corposo nella trasferta di Torino contro la Juve, che seguiva il ko con lo Spezia. Con gli uomini contati e senza panchina: un pareggio che somigliava tantissimo a una vittoria.
Dopo il gol di Giroud, in fondo, poteva dunque già immaginarcela la gara di Verona. Magari non il risultato, ma la prestazione quella sì. Una reazione dopo una caduta, che sta diventando una costante di questa squadra targata Spalletti ancora alle prese nel suo viaggio mistico nella testa di questa squadra. Chissà chi ci perderà prima la testa…
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