Zielinski s’è accasciato a terra dopo una corsa durata 2453 giorni

È una delle immagine più iconiche, probabilmente la più commovente
25.04.2023 09:27 di  Arturo Minervini  Twitter:    vedi letture
Zielinski s’è accasciato a terra dopo una corsa durata 2453 giorni
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È una delle immagine più iconiche, probabilmente la più commovente. C’è una gioia nella gioia, un frammento che si distacca dall’evento principale e si ritira in un attimo di assoluta intimità. Quando Raspadori carica il mancino e lo scaglia alle spalle di Szczesny, tutti quelli che sono in campo corrono verso Giacomo. Tutti tranne uno: Zielinski. Il sopravvissuto, il survivor, quello che da troppi anni attendeva quel momento lì. E certe gioie, ti fanno tremare le gambe.

L’amico Pietro, quel genio a volte indolente ma con due piedi che andrebbero esposti al Louvre, quel momento lo attendeva da 2453 giorni: tanti ne erano passati dal 4 agosto del 2016, quando si vestì ufficialmente d’azzurro. Lui c’era, nella prima presa di Torino. Lui c’era in una notte che ha consegnato questo Napoli alla storia.

Liberazione. Si chiama liberazione. Zielinski al gol di Raspadori è un uomo che sa di aver raggiunto un sogno. Lui che ci aveva provato già tante volte, sfiorandolo solo quello scudetto. Nel terreno trova la gioia che provano gli uomini a guardare il cielo faccia a faccia. È una meraviglia. È un modo per dire a se stesso che quella corsa infinita e logorante non è stata vana. Grazie Pietro, ci siamo commossi insieme a te.