Behrami si racconta: "Noi svizzeri siamo riservati. Ecco come sono migliorato grazie a mia figlia. Sulla rapina..."

Behrami si racconta: "Noi svizzeri siamo riservati. Ecco come sono migliorato grazie a mia figlia. Sulla rapina..."TuttoNapoli.net
© foto di Nicolo' Zangirolami/Image Sport
giovedì 21 marzo 2013, 18:20In evidenza
di Fabio Tarantino
Il centrocampista svizzero ha rilasciato una lunga intervista al portale Tages Anzeiger

Alla vigilia della sfida contro il Cipro, dal ritiro della propria nazionale, il centrocampista svizzero Valon Behrami ha rilasciato una lunga intervista al portale 'Tages Anzeiger'. Ecco quanto evidenziato da Tuttonapoli.net: "Nel mio passato ho commesso tanti errori, compresi tutti questi tatuaggi che ho. Prima facevo e dicevo le cose senza pensare alle conseguenze. Ora invece, grazie a mia figlia, ho imparato ad essere più cauto in mezzo alla gente. Sono diventato più calmo ed equilibrato. L'importante è imparare dai propri errori. Però mi ha dato fastidio esser stato etichettato come pazzo o maleducato. Non è assolutamente cosi, e chi mi ha davvero conosciuto si è sempre ricreduto dicendomi 'Pensavo fossi più pazzo'.

La mia infanzia? Quando da piccolo con i miei genitori mi sono trasferito in Svizzera non ho avuto alcun tipo di problema ad ambientarmi. Mi sono sempre considerato un bambino fortunato, non mi è mai mancato niente. Sono molto grato alla Svizzera ed è per questo che quando smetterò di giocare vorrò tornarci.

I miei capelli? Sono una di quelle cose che non cambierei mai. Devono essere sempre tinti ed in ordine, guai se non fosse cosi. Appena li trovo sbiaditi corro subito dal barbiere, è un gesto scaramantico. Li porto cosi dal 2009 quando subì un brutto infortunio ai legamenti, da allora però non ne ho più avuti.

Le mie caratteristiche fuori dal campo? Cosi come i miei connazionali Inler e Dzemaili, sono uno che da il cento per cento in quello che fa. Giocando a calcio ho imparato che la vita non è fatta di soli piaceri, ci sono anche doveri. Anche se poi si è costretti a fare delle rinuncie. Come per esempio passeggiare tranquillamente con la mia famigllia o andare a mangiare fuori: spesso non mi è possibile.

La mia rapina? E' successo tutto talmente tanto in fretta che ho solo avuto il tempo di pensare che sarebbe potuta finire peggio. Sono cose che possono succedere dappertutto. I miei compagni mi hanno consigliato di stare tranquillo ed evitare di mostrare orologi quando sono in giro. A Napoli purtroppo ci sono problemi economici legati alla disoccupazione"