Il Pocho torna "Loco" per una notte e serve la sua vendetta "freddissima"

Il Pocho torna "Loco" per una notte e serve la sua vendetta "freddissima"
© foto di Marco Iorio/Image Sport
giovedì 11 novembre 2010, 11:45In evidenza
di Arturo Minervini
Dopo quasi 3 anni gli azzurri vendicano Napoli ed i napoletani dopo le note vicende che coinvolsero Cellino ed alcuni giornalisti partenopei

Se la vendetta è un piatto che va servito freddo, allora Ezequiel Lavezzi deve proprio essere un gran vendicativo! Ha atteso infatti l’ultimo minuto di recupero, anzi oltre per servire il suo personale conto al Cagliari ed ad uno stadio che per il Napoli, i suoi tifosi e lo stesso argentino stava quasi diventando una maledizione. Riesumare la triste querelle con il presidente Cellino è quasi superfluo. Di fatto dal ritorno in A gli azzurri non avevano mai battuto gli isolani ed in quello stadio avevano dovuto subire l’incredibile rimonta del 27 gennaio 2008 quando avanti di un gol il Napoli subì 2 reti nel recupero con la rete decisiva sul campo di Conti al 95’ ed i noti insulti di Cellino dagli spalti. Già da allora covava il suo desiderio di rivincita il Pocho, per degli episodi che offendevano un popolo, quello napoletano, che iniziava a sentire suo. Ha dovuto attendere quasi 3 anni per completare il suo piano dopo che lo scorso anno aveva assaporato il sapore per poi rischiare di buttare giù un altro boccone amaro. Nella sfida del 12 dicembre 2009 il Pocho la sua rete, splendida, l’aveva segnata ma non bastò per violare il campo cagliaritano. La rocambolesca gara costò anche un cartellino rosso a Lavezzi, che innervosito dall’ennesimo “piano” andato all’aria scagliò una pallonata all’allora tecnico isolano Allegri. E’ fatto così Lavezzi, bravo ragazzo dal cuore d’oro ma…toccategli tutto ma non Napoli ed i napoletani. Quasi un anno dopo si ripresenta con il progetto di rivincita, diabolico, al Sant’Elia. Battere il Cagliari in modo ancora più bruciante. Non all’ultimo minuto di recupero. Troppo banale. OLTRE. Un contropiede fulmineo, una rabbia in quello scatto a testimoniare che quella non era una gara come tutte le altre.

Lo ha confessato capitan Cannavaro. E per un gol che vale più dei 3 punti, l’argentino ha riesumato uno dei suo marchi di fabbrica. L’esultanza con tuffo nei cartelloni. Esultanza proposta per la prima volta in Argentina, quando giocava con la maglia del San Lorenzo, dopo aver segnato una splendida rete al Boca Juniors. I rivali di molti quando giochi in Argentina in una squadra diversa dal Boca. Quell’esultanza aveva fu uno dei motivi del soprannome di “Loco”. Il pazzo. Quell’esultanza l’ aveva riproposta anche lo scorso anno all’Olimpico contro la Roma nel momentaneo ed illusorio vantaggio partenopeo. Evidentemente i tifosi gli avevano trasmesso la forte rivalità con i giallorossi. Nella magica notte del Sant’Elia rieccolo, per pochi secondi, il Pocho Loco. Quella corsa rabbiosa, quel destro potente e quel tuffo liberatorio nei cartelloni. Vendetta è fatta. Sportiva si intende. Grazie Lavezzi.