Ha subito troppe critiche quando i problemi erano altri

Ha subito troppe critiche quando i problemi erano altriTuttoNapoli.net
© foto di Insidefoto/Image Sport
mercoledì 6 novembre 2019, 19:20In primo piano
di Redazione Tutto Napoli.net
fonte di Fabio Tarantino

Carlo Ancelotti ha le sue colpe. Un anno e mezzo dopo il Napoli non ha ancora una sua identità tattica, il gioco latita, i risultati anche. Lo scudetto, obiettivo stagionale, è distante. Già smarriti 15 dei 33 punti a disposizione. Ma le responsabilità sono di tutti (calciatori in primis) e qualche critica nei suoi confronti, oggi, risulta eccessiva. I problemi vanno ricercati (anche) altrove. Ad esempio, nella costruzione di una rosa di qualità, mai così forte nell'era De Laurentiis, ma con troppi punti interrogativi, tanti dubbi, diversi problemi irrisolti.

I LEADER - Il Napoli ha perso tre leader in un anno: Reina, Hamsik e Albiol sono andati via nel giro di dodici mesi. Chi ha preso il loro posto tra i senatori ha il contratto in scadenza da tempo (Mertens e Callejon) e a gennaio può già firmare per un'altra squadra. Allan e Insigne, altri veterani ma più giovani, erano sul mercato. A giugno, De Laurentiis lasciò intendere che potevano partire ma solo se la società avesse avuto tempo per sostituirli. Tradotto: ok alla cessione ma non a fine agosto. A gennaio il brasiliano era quasi del Psg, accordo totale sull'ingaggio, si oppose il Napoli. Da allora, coincidenza o cosa, il suo rendimento non è più lo stesso. Insigne è stato vittima di equivoci tattici e non solo. Raiola ha lavorato al suo futuro, alla fine è rimasto, nonostante l'idea di andar via. 

RINNOVI - Mertens e Callejon non hanno ancora rinnovato, altri calciatori attendono novità sul futuro. Contratto in scadenza nel 2021 per Maksimovic, Zielinski e Milik. Lavoro costante tra le parti, accordo vicino ma non ancora vicinissimo. Senza fumata bianca può essere umano risentirne in campo. Non ci sarà mai la controprova, ma l'ultimo Napoli di Sarri sfiorò l'impresa anche perché esistevano pochi fantasmi. Insigne e Mertens rinnovarono un anno prima, De Laurentiis assecondò 'il patto scudetto' blindando tutti, decise di restare anche Reina nonostante fosse in scadenza. In estate molti calciatori arrivarono in anticipo a Dimaro per credere in un sogno appena sfiorato e che avrebbero meritato.

IL MERCATO - Resistono dubbi anche sul mercato: Ancelotti aspettava James, ne parlò apertamente ("Non importa il numero di maglia, basta sia azzurra") e a fine estate, senza far polemica, com'è nel suo stile, ha accettato le scelte della società dando 10 al mercato. Un voto diplomatico. Mario Rui e Hysaj erano in partenza, sono rimasti. Di Ghoulam, zero presenze in Champions, non c'è più traccia. Per Koulibaly il presidente ha rifiutato un'offerta da 105 milioni ma, sue recenti dichiarazioni, "prima o poi sarò costretto a venderlo". Nessuno di questi fattori giustifica le difficoltà attuali ma ogni singola contraddizione, nel suo piccolo, può aver alimentato dissidi interni esplosi al termine, risultato a parte, di una delle partite più belle della stagione. Eccola un'altra contraddizione.