I cento passi di Osimhen che avrebbero dovuto commuovere il mondo (e invece stiamo a fare la conta dei giorni)

“È finito sotto una pressa” ha spiegato il professor Tartaro, raccontando di una situazione clinica devastato dopo lo scontro con Skriniar.
24.11.2021 08:50 di  Arturo Minervini  Twitter:    vedi letture
I cento passi di Osimhen che avrebbero dovuto commuovere il mondo (e invece stiamo a fare la conta dei giorni)
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Rischiare la vita e rialzarsi un secondo dopo. Ci sarebbe da piangere lacrimoni grandi quanto iceberg solo a pensarci a quella scena, soprattutto alla luce delle dichiarazioni del chirurgo che ha operato Victor Osimhen: “È finito sotto una pressa” ha spiegato il professor Tartaro, raccontando di una situazione clinica devastato dopo lo scontro con Skriniar.

I cento passi di fierezza pura. Contro le ingiustizie, contro il destino avverso, contro la paura di chi subisce il fato e non prova a sovvertirlo. Victor proprio non voleva stendersi su quella barriera, che magari a casa si preoccupano e lui di preoccupazioni non vuole darne. Vuole guardarla in faccia la vita, orientare il cammino con i propri piede. Non vuole farsi trascinare, finire in balia della corrente come già troppe volte gli era capitata nella sua prima vita, quella ai bordi dei semafori di Lagos a vendere acqua nei sacchetti di plastica per tirare a campare.

In quel momento non ce ne siamo resi conto, ma adesso dovremmo farlo. Poteva finire male, poteva essere una tragedia, potevano esserci conseguenze permanenti sul corpo e non solo di Osimhen. E quel ragazzo lì, quell’indemoniato lì, cosa fa? Se ne va via sulle proprie gambe. Se ci pensate bene, vengono i brividi.

“I tempi di recupero dipenderanno dal fisico di Victor”. Nell’inutile conta dei giorni, delle prognosi, dei dottori improvvisati che vanno tanto di moda di questi tempi, degli audio che girano nelle chat, delle digressioni mediche fatte giusto per occupare il tempo, ciò che davvero conta è che Osimhen torni a essere Osimhen. Non perda quello spirito che l’ha tenuto in piedi anche dopo lo scontro frontale con un Tir. Cadere e rialzarsi, sempre. Se il ritorno in campo dipenderà dal fisico e dalla tempra di Victor, la fiducia può essere tanta. Quella passeggiata a San Siro, col volto tumefatto, sono un riassunto fedele dello spirito che muove un ragazzo in missione contro un destino che gli aveva voltato le spalle.