Il Napoli chieda di giocarle tutte lontano dal San Paolo

È ovviamente una provocazione prima che qualcuno, già colmo di rabbia, si scagli anche contro queste parole, deluso da una squadra, il Napoli, che in casa è da media retrocessione: per questo tentiamo l'azzardo, ci perdonerete, ma lo dicono i numeri, lo sussurrano le statistiche, andate a (ri)leggere e vi renderete conto che quest'anno, in casa, il Napoli fatica tremendamente. Nelle ultime cinque ha conquistato appena due punti, ha perso con Bologna, Parma e Inter, in precedenza anche col Cagliari che aveva solo inaugurato questa serie infinita (e inattesa) di dispiaceri interni. In trasferta le sconfitte sono "appena" due e sono arrivate contro Juventus e Roma.
Lo ha confermato anche Gattuso che il problema è soprattutto mentale e che giocare a Fuorigrotta non aiuta: "In questo momento non è facile giocare al San Paolo. Tra i ragazzi c'è preoccupazione. Tanti di loro hanno giocato per lo scudetto negli ultimi anni, non si erano mai trovati in questa situazione". Queste le parole dell'allenatore in conferenza stampa. Non è un caso che l'unica sua vittoria sia arrivata in casa del Sassuolo. Il Napoli regalò un tempo ma riuscì a reagire, rimontandola nella ripresa. Tante volte, in casa, s'è fermato ai fischi, non ha avuto la forza di reagire neppure quando sembrava esserci riuscito, come col Parma dopo il gol di Milik o anche con l'Inter, sempre col polacco a segno per l'uno a due. Subisce la pressione, avverte le critiche, la contestazione e, ovviamente, anche l'assenza dei tifosi delle curve, la cui protesta contro il regolamento d'uso dello stadio continua senza interrompersi. È una regola universale: il tuo migliore amico può diventare il tuo peggior nemico. Non te lo aspetti e neppure ci avevi pensato.
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