Il vecchio Napoli non esiste più, Conte ha stravolto tutto: il confronto con la sua Inter
Centosettantuno giorni dall'arrivo di Antonio Conte a Napoli. In pochissimi, forse nessuno, avrebbe immaginato un impatto così forte in un lasso di tempo tanto breve. Probabilmente a causa delle reminiscenze della stagione passata, perché poi il curriculum di Conte si sapeva fosse cosa non da poco, eppure risultava difficile aspettarsi gli azzurri primi in classifica dopo dodici giornate di campionato. Non che trovarsi in vetta abbia chissà quale rilevanza ad oggi, sia chiaro, ma è il valore anche simbolico che quella posizione porta con sè e le modalità con cui il Napoli l'ha raggiunta. Partite di sofferenza, di brividi, di compattezza, di pragmatismo, portate a casa con un po' di fortuna forse, con il cuore ed il sudore sicuramente.
Non è stato un Napoli spettacolare o perfetto finora, anzi dimostrato di avere molto da migliorare (e anche di avere migliorato molto). Ma c'è una frase che si può sentire sia da chi vede questa squadra destinata ad abbassare presto il proprio livello, sia da chi la proietta nelle zone alte della classifica al termine del campionato: è il Napoli di Antonio Conte. Che si apprezzi o meno il suo stile di gioco, è evidente che Conte ha già plasmato il Napoli e sua immagine e somiglianza. Lo denota lo spirito dei calciatori in partita, il sacrificio e la disponibilità che impiegano, il modo di stare in campo e le modalità con cui arrivano i risultati...
E lo certificano anche i dati. Come puoi vedere nell'immagine 1 a fine articolo, il grafico a ragno - che confronta alcune delle principali statistiche di squadra - del Napoli di quest'anno e dell'Inter 2020/21 (la stagione dello scudetto di Conte in nerazzurro) è quasi identico. Si deduce facilmente quanto sia raro trovare dei numeri tanto simili quando si parla di due squadre diverse e perdipiù a distanza di quattro stagioni. Il colore blu rappresenta il Napoli, il rosso l'Inter, è evidente nello spider chart come i dati su dribbling, duelli, gol subiti, tiri fatti e % possesso palla siano praticamente uguali, sono poi molto vicini tra loro i parametri di ipo e ird (indice di pericolosità offensiva e indice di rischio difensivo) e di perdita di possesso. Leggermente più lontani tra loro i punti su recuperi palla e tiri subiti, mentre l'unica differenza vera e propria sta nella media gol. È giusto quindi aspettarsi che il Napoli migliori nella produzione offensiva, tenendo a mente che in quel campionato Conte finì al primo posto con l'Inter. Parliamo quindi di due squadre che hanno statistiche da scudetto: una l'ottenne in effetti, l'altra cercherà di conquistarlo sottolineando come in media serva qualcosa in più in fatto di pericolosità offensiva (e di conseguenza di reti realizzate).
Confronto doveroso, seppur ingeneroso, con il Napoli dello scorso anno: il grafico a ragno nell'immagine 2 a fine articolo, evidenza come la squadra di Garcia-Mazzarri-Calzona sì calciasse di più in media, tenendo maggiormente il possesso e con un ipo più alto, ma cedesse in tutto il resto. Dato precario nei gol subiti p90 ed un indice di rischio difensivo peggiore, pochissimi i duelli vinti e i dribbling riusciti. Ancora, per dimostrare come il Napoli delle scorse stagioni sia svanito in tre mesi e poco più di Antonio Conte, il confronto statistico tra l'armata di Spalletti 2022/23 e l'odierno Napoli. Un'assoluta corazzata creò il tecnico di Certaldo: l'immagine 3 a fine articolo evidenzia numeri incredibili in possesso palla, gol fatti, duelli vinti, ipo. Straordinaria la riuscita nei dribbling che però venivano anche concessi mediamente in maggior numero agli avversari, sotto pure nei recuperi palla rispetto agli azzurri di Conte. Insomma, su un altro percorso rispetto a quello intrapreso oggi.
È un Napoli diverso da quello vecchio, un Napoli che ricorda per certi aspetti e certi numeri l'Inter 2020/21, allenata proprio da Antonio Conte. Le differenze e le novità ci sono, inevitabilmente, così come i lati positivi e negativi. Ma fa effetto come il tecnico salentino riesca a prescindere da club, giocatori, piazza, a imprimere il proprio marchio in maniera così efficiente e stringata.
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