Nessuno inventi leggende sull'addio di Sarri: la scelta nasce da una sola persona

25.05.2018 23:59 di Arturo Minervini Twitter:    vedi letture
 Nessuno inventi leggende sull'addio di Sarri: la scelta nasce da una sola persona
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© foto di Matteo Gribaudi/Image Sport

(di Arturo Minervini) - Lasciarsi non è mai semplice, è come sacrificare al tempo un pezzo della tua anima senza poterla più recuperare. Accade nella vita di tutti i giorni, così come nel mondo del pallone. La storia tra il Napoli e Maurizio Sarri è ormai già conservata nella parte più preziosa della memoria, resta da gestire questo fastidioso momento di transizione per evitare che siano diffuse inesattezze o create delle vere e proprie leggende metropolitane su questa separazione. Soprattutto, per il bene innanzitutto del Napoli, andrebbe evitata la caccia alle streghe o la ostinata ricerca di un colpevole.

Che Sarri avesse maturato da tempo il desiderio di provare una nuova esperienza, era chiaro e non certo una novità dell'ulltim'ora. Insofferenza che si carpiva da alcune dichiarazioni a mezzo stampa, orientamento che è stato recepito anche da Aurelio De Laurentiis durante i continui rinvii sulla questione rinnovo. E per questo Sarri non va giudicato, ma rispettato. Ha più volte ribadito di aver bisogno di una motivazione speciale per restare sulla panchina azzurra, che se avesse percepito la sensazione di aver già dato il massimo al popolo napoletano avrebbe orientato verso altri lidi la sua voglia di calcio. Discorso onesto, che nessuno può permettersi di giudicare perché non si può entrare nel merito di una scelta che investe sentimenti così forti, come quelli innegabilmente vissuti dal tecnico nel triennio napoletano.

Sarri aveva già scelto di cambiare aria, De Laurentiis si è mosso per evitare di restare con un fiammifero che aveva ormai esaurito la sua corsa, al buio e con un futuro pieno di incertezze. Il patron, invece, si è mosso in contropiede anticipando quello che era il naturale svolgimento dei fatti, perché Sarri aspettava probabilmente solo una chiamata da Londra e perché Ancelotti non è certo uno che puoi tenere per troppo in stand-by, discorso che per uno con il curriculum di Carletto è valido per ogni club del pianeta. 

Fine inevitabile, con Sarri che ha fatto la sua scelta. Maurizio non è stato cerco mandato via da De Laurentiis, che ha sempre visto il lui la prima opzione. Qualche smemorato avrà forse dimenticato il blitz a Figline dello scorso gennaio, uno dei tanti tentativi falliti per strappare il sì di Sarri e fargli firmare adeguamento economico e rinnovo del contratto. Già in quella data, evidentemente, De Laurentiis aveva incassato tutti i dubbi di Sarri ed ha magari iniziato a costruire il meraviglioso piano alternativo, quello che ha portato ad un fuoriclasse assoluto come Ancelotti. Inutile e deleterio, dunque, perdersi nel lavoro di investigatori privati per cercare il colpevole di questo divorzio. La vicenda è in realtà più chiara di quanto qualcuno vorrà raccontare, ma siamo fatti così: abbiamo bisogno di farci un po’ del male, ci piace soffrire sempre un po’ di più del necessario risultando spesso i primi nemici di noi stessi.