Scontri Napoli-Roma, il calcio e il disagio sociale

Scontri Napoli-Roma, il calcio e il disagio sociale
martedì 13 dicembre 2005, 13:29L'Editoriale
di Antonio Gaito
fonte RinascitaNapoli.com
L'approfondimento a cura della redazione di Rinascita Napoli.com - Quando a Napoli si verificano eventi deprecabili come questi, spesso la gente e i mass media danno la colpa ai noti problemi di criminalità della città, ma analizzando....
La partita Napoli – Roma di giovedi' 8 dicembre 2005 entrerà negli annali più per quello che è successo fuori dallo stadio che in campo. Il dopo gara ha vissuto attimi di vera guerriglia urbana: un gruppo di vandali e teppisti ha addirittura assediato la caserma "San Paolo" di fuorigrotta. Già da mesi si sapeva che la partita era ad alto rischio, tanto che su diversi giornali nazionali erano uscite notizie allarmanti di minacce tra opposte pseudo-tifoserie e propositi di sfide all'ultimo sangue con armi da taglio, tra piccole fazioni. Il Questore di Napoli si era visto costretto ad anticipare la partita al pomeriggio (onde evitare ulteriori complicazioni dovute all'oscurità). Alla fine il bilancio degli scontri e' stato di 31 poliziotti feriti, 15 arresti, due minorenni denunciati, due auto della polizia incendiate, altri veicoli danneggiati. Probabilmente il bollettino sarebbe stato anche peggiore se le forze dell'ordine non fossero finalmente riuscite a separare le due tifoserie. Dalla lista degli arresti si riscontrano i seguenti luoghi di provenienza dei tifosi: Barra, Portici, Giugliano, Ercolano, Castellamare, Chiaiano, Vico Equense, Gragnano, RoccaPiemonte (SA)... Come si spiega che persone di luoghi diversi (che probabilmente neanche si conoscono) partecipino uniti ad atti di vandalismo e di disagio sociale? Quando a Napoli si verificano eventi deprecabili come questi, spesso la gente e i mass media danno la colpa ai noti problemi di criminalità della città, ma analizzando gli ultimi mesi e i fatti accaduti intorno al mondo del calcio appare chiaro che il problema è molto più esteso e radicato in tutto il territorio nazionale. Intemperanze violente si susseguono dall'estate scorsa con una certa frequenza in tutta italia, si ricordano scontri tra tifoserie e forze dell'ordine a genova dopo la proclamazione della retrocessione della squadra ligure in C, scontri a Firenze in Coppa Italia durante l'incontro tra i viola e la juventus e partita sospesa per mezz'ora, una donna ferita ad Ascoli da un razzo utilizzato in nautica per segnalazioni di aiuto sparato da un sedicenne, i cori razzisti della tifoseria interista contro il difensore di colore del Messina Zoro e la relativa sospensione della partita, il petardo lanciato a Livorno all'entrata della squadra della Lazio nello stadio. Questi sono solo alcuni esempi da cui si capisce che il problema è all'ordine del giorno e va affrontato: non si tratta solo di calcio ma di un disagio sociale che si annida sugli spalti degli stadi e che forse utilizza lo sport piu popolare per manifestarsi in tutta la sua violenza. Qualcuno dirà che il decreto Pisanu è stato emanato proprio per cercare di arginare queste manifestazioni ma alcune domande nascono spontanee: perche' continuano ad entrare negli stadi fumogeni, fuochi pirotecnici oramai proibiti dallo stesso decreto? Perché i tifosi sono stati trovati con coltelli o armi da taglio nonostante i controlli massicci? Lo spiegamento delle forze dell'ordine durante partite a rischio e' sufficiente o andrebbe previsto un ulteriore adeguamento magari utilizzando polizia privata? (nella partita Napoli – Roma, gli stewards ai cancelli addetti al controllo dei biglietti sono stati minacciati o, addirittura, picchiati da teppisti)Perche' non si prevede un inasprimento delle pene, come in Inghilterra, a chi commette atti di vandalismo durante le gare? Forse i potenti del calcio sono più interessati ed attenti a gestirsi gli introiti delle televisioni e degli sponsors, che a preoccuparsi della sicurezza degli stadi e di chi li frequenta; questo spiega perchè davanti a situazioni allarmanti come queste, il mondo del pallone non dà un segnale forte, magari interrompendo per una domenica il normale svolgimento dei campionati oppure cercando seriamente di affrontare il problema! Alla fine è chiaro che chi ci rimette di più è il tifoso vero, che vuole essere vicino alla squadra e incitarla dagli spalti (dopo i fatti violenti della partita di Coppa Italia, l'incontro di campionato tra Napoli e Grosseto è stata rinviato a data da destinarsi per motivi di ordine pubblico...). Sarebbe bello se per una volta la riflessione collettiva e il civile confronto riuscissero a prevalere sugli interessi di pochi potenti e sugli atti violenti di qualche scalmanato, in nome del buon senso e della sana passione per questo sport.