Il Napoli di Conte fa discutere, ma ha sorpreso anche i più scettici

La stagione del Napoli sotto la guida di Antonio Conte ha sorpreso anche i più scettici. La squadra partenopea si trova in cima alla classifica, con un punto di vantaggio sull’Inter e si avvicina a uno scudetto che, secondo alcuni, potrebbe segnare un ritorno a un calcio più pratico e meno spettacolare. I grandi club sono sempre più intenzionati a trovare fondi per diventare via via più competitivi e i casinò online si stanno rivelando degli ottimi partner. Queste collaborazioni permettono di promuovere il brand e di ottenere nuove fonti di guadagno. Dall’altro lato, le piattaforme offrono dei bonus senza deposito in modo che gli utenti possano iniziare a giocare subito. Questa strategia permette di avere un credito gratuito a disposizione che consente ai giocatori di testare la piattaforma e prendere confidenza con i giochi disponibili.
Le critiche di Claudio Savelli: “Uno scudetto che sa di passato”
Nonostante il successo, il Napoli non ha convinto tutti. Il giornalista Claudio Savelli ha sollevato un tema che ha scatenato parecchie discussioni sui social e tra gli appassionati di calcio: "Il Napoli sta per vincere uno scudetto che fa fare un passo indietro al calcio italiano". Secondo Savelli, il gioco della squadra di Conte non è all’altezza delle recenti vincitrici del campionato, come il Milan di Pioli, il Napoli di Spalletti e l’Inter di Inzaghi. Queste squadre, a suo avviso, hanno portato una ventata di freschezza nel calcio italiano, hanno introdotto un gioco più moderno, focalizzato sul possesso della palla, sulle transizioni veloci e su un attacco propositivo. In confronto, il Napoli oggi appare più conservativo, con un gioco che richiama lo stile degli anni ’90: difesa solida, blocco basso e una grande capacità di soffrire.
L’estetica del calcio conta ancora?
Il punto sollevato da Savelli tocca un tema che ormai è sempre più presente nel dibattito calcistico: quanto è importante il gioco spettacolare rispetto all’efficacia? Conte è un allenatore esperto e vincente, che ha costruito una squadra che punta più sul risultato che sulla bellezza del gioco. La sua filosofia si basa sulla solidità, sulla compattezza e sulla concretezza, specialmente nel girone di ritorno, dove il Napoli ha dovuto adattarsi a un campionato difficile e ha fatto della determinazione e della resilienza i suoi tratti distintivi.
Ma oggi, con il calcio che è anche uno spettacolo in cui le squadre non si contendono solo i trofei, ma anche l’attenzione dei media, il numero di follower e gli spettatori, la forma diventa quasi importante quanto la sostanza. Le critiche di Savelli rispecchiano un sentimento di chi vorrebbe vedere un calcio italiano più allineato alle tendenze europee, meno legato a un gioco difensivo e più votato alla creatività e all’innovazione.
Ciò che rende interessante la critica di Savelli non è tanto il giudizio sul Napoli in sé, ma quello che implica riguardo al futuro del calcio italiano. Il Napoli diventa il punto di partenza per una riflessione più ampia: dove sta andando il calcio italiano? Dopo anni in cui il campionato ha visto squadre in grado di entusiasmare e di affermarsi anche in Europa, basta pensare al cammino dell’Inter nella scorsa Champions League o alla rivoluzione tattica di Spalletti, l’idea che un calcio più “muscolare” e meno creativo possa tornare al vertice sta suscitando pareri contrastanti.
Savelli scrive: “Il Napoli, appena ha perso i giocatori più creativi e i punti sono diventati pesanti come i muscoli, si è rifugiato nelle qualità tradizionali del calcio italiano: organizzazione difensiva e fisicità”. Questa critica tocca un nervo scoperto di un’identità calcistica che il calcio italiano ha cercato di superare negli ultimi anni, ma che, quando le difficoltà si fanno sentire, tende a riemergere.
Conte e il suo calcio “verticale e crudele”
Antonio Conte è un allenatore che ha sempre diviso le opinioni. La sua carriera è stata segnata da numerosi successi, ma anche da una filosofia di gioco ben precisa: verticalità, intensità e un’abilità spiccata nel fare della difesa un’arma potente. Non a caso, molti dei suoi ex giocatori parlano di lui come di un "martello psicologico", capace di trasformare i giocatori normali in campioni. Il suo calcio è duro, disciplinato, ma estremamente efficace. Ha un approccio che richiede rigore, spirito di sacrificio e la capacità di gestire la pressione.
Nel Napoli di quest’anno, si è visto proprio questo: una squadra che, nonostante le assenze e le difficoltà, è riuscita ad adattarsi, ha portato a casa dei risultati importanti anche senza avere a disposizione i suoi fuoriclasse come Kvaratskhelia o Osimhen nella loro forma migliore.
La domanda che rimane sul tavolo è: un Napoli vincente ma meno spettacolare rappresenta davvero un passo indietro per il calcio italiano, o è la prova che le squadre italiane sono ancora in grado di reinventarsi e di restare competitive, anche in un contesto difficile? In un campionato in cui le risorse economiche non sono paragonabili a quelle delle grandi squadre europee e dove spesso il talento va costruito più che acquistato, la vittoria del Napoli potrebbe essere vista come un esempio di resilienza, più che un ritorno a un passato che sembra superato. Ma, d’altro canto, una squadra vincente dovrebbe anche essere in grado di lasciare un’eredità tecnica, un modello di gioco. E su questo fronte, il Napoli di Conte fa discutere.
Serie A Enilive 2024-2025
![]() |
VS | ![]() |
Napoli | Cagliari |
Editore: TC&C SRL - Testata giornalistica
aut. Tribunale Napoli n. 4 del 12/02/2020
Iscritto al Registro Operatori
di Comunicazione al n. 18246
Direttore editoriale: Antonio Gaito
Direttore responsabile: Francesco Molaro
