Da 0 a 10: La frase spaccacuore di Giuntoli, le stronzate sul riscatto sociale, la disperazione di ADL e l'ultimo sfizio di Spalletti

Il Napoli batte la Fiorentina: ancora in gol Osimhen. Fatica Demme, Spalletti sembra più sereno dopo lo sfogo di Udine con De Laurentiis
08.05.2023 20:43 di Arturo Minervini Twitter:    vedi letture
Da 0 a 10: La frase spaccacuore di Giuntoli, le stronzate sul riscatto sociale, la disperazione di ADL e l'ultimo sfizio di Spalletti
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Zero al tentativo di insinuarsi in quella che è una piccola crepa. Spalletti-De Laurentiis è un binomio da rinnovare, il tandem ad alta tensione emotiva che ha vissuto su un equilibrio magico, tenuto sul filo da questa pazza idea che è divenuta realtà. Si sono allontanati in qualche silenzio, ma niente che non si possa ricucire dopo una chiacchierata occhi dentro occhi. "C'è una crepa in ogni cosa ed è da lì che entra la luce”.

Uno l’anno di contratto che legherebbe ancora Giuntoli al Napoli. Ma l’inchiostro non tiene in considerazione gli stimoli, la volontà tutta umana di affrontare nuove sfide, prendere strade di cui non si conosce la fine. È il prurito ai piedi che porta Truman a voler scappare dal suo mondo perfetto, un’esigenza che può essere compresa. Se Cristiano dovesse andare altrove, lo farà perchè è alla ricerca di nuove imprese. Non commettiamo l’errore di non esser grati a chi ha regalato più opere d’arte a Napoli che Leonardo al Louvre. 

Due rigori calciati, senza lasciarsi influenzare dal primo errore. Osimhen tratta il passato come Rhett Butler di Via col Vento: “Francamente me ne infischio”. È il segreto della sua grandezza, rigenerarsi ogni volta. Aggredire ogni volta il nuovo traguardo, pensando sempre di dover ripartire da zero. È la forza di chi  non può contare su nessun appoggio, esclusa la propria volontà.

Tre punti al Maradona, che mancavano dall’11 marzo. Tre punti per suggellare il terzo scudetto, avviare la festa di un popolo che non ha nessuna intenzione di smettere di gioire. Vogliamo leccarci le dita, fino all’ultimo boccone. Altro che Fonzies, qui si gode sempre a pieno. Se piange anche De Laurentiis, disperato di gioia come un bambino, vuol dire che siamo dinanzi ad una stordente felicità. E ‘la felicità è un'opera d'arte, trattatela con cura’.

Quattro gare alla fine ed un grande obiettivo: superare i 91 punti di Sarri. Spalletti non può dirlo, ma in fondo al cuore ci terrebbe assai a sorpassare Maurizio. l’ex, un pochino ingombrante, con quell’asticella fissata così in alto pur senza tricolore. È l’ultimo sfizio di Luciano, il nuovo obiettivo da programmare di una società che ha fatto la storia. Con la serietà, con la programmazione, con la forza di prendere strade macchiate dall’impopolarità, Basta stronzate sul riscatto sociale: non abbiamo niente da riscattare. L’unica cosa in ostaggio qui, era uno scudetto costretto per troppi anni a prostituirsi.

Cinque dita aperte, per due interventi importanti ed un uscita nel finale di gran coraggio. Gollini è l’ammazza ex, non prende gol contro Atalanta e Fiorentina nelle due presenze in campionato. Come Parola nel 13 al TotoCalcio di Lino Banfi in ‘Al Bar dello Sport’: anche il Gollo ha dato il suo contributo. Il suo riscatto è fissato a 8 milioni: per un portiere di questo valore, un affarone. Gollini pare pronto a scendere in campo e candidarsi per un ruolo ancor più centrale il prossimo anno.

Sei presenze, due appena da titolare, per un totale di 132’ giocati da Demme.  Spaesato Diego, come il Meme del John Travolta di Pulp Fiction, si muove in uno spartito che non è il suo, una musica che non sente e finisce per andare sempre fuori ritmo. Entra Lobotka e il Napoli cambia, Stan che è il paracadute anche quando non hai studiato al giorno prima. Come i bigliettini infilati nel polsino prima di un compito in classe: provvidenziale. Lobotka è Mr. Wolf.

Sette rigori sbagliati su ventuno, compresi quelli della lotteria di Coppa Italia con la Cremonese. E in quei rigori ci sono frammenti di gloria passata, storici incroci della vita che potevano amplificare l’eco infinito di una squadra da leggenda. Servirà ragionarci, provare a pescare in estate un calciatori che abbia la skills ‘calci piazzati’ tra le sue priorità. Migliorarsi altro non è che valutare tutte le possibili criticità ed avere sempre una soluzione come nel piano di Ocean’s Eleven. "Non usare sette parole quando ne bastano quattro”. Non segnare un rigore su tre, come la sorpresa nell’ovetto Kinder.

Otto a Kvaratskhelia, che entra in campo con l’animo del dinamitardo e inizia a mandare in frantumi la difesa viola. Tutto l’ardore di un ragazzo con un potenziale ancora da esplorare, tutto l’ardire di chi non ha mai pensato nemmeno per un secondo di poter essere fermato da qualche difensore avversario. Mi sento in dovere di fondare un movimento religioso, un raduno mondiale, per quelli che ormai ne sono totalmente dipendenti. I primi 45’ senza KK sono stati come l’insalata di rinforzo senza la papaccella: mancava qualcosa. Neruda direbbe: “Sei la sete e ciò che deve saziarla”. Kvaraismo è il mio credo. 

Nove al bomber da 23 reti in campionato con 26 presenze da titolare. Osimhen è un mistero buffo, sembra nato da un processo alchemico per ottenere l’attaccante filosofale, come la pietra. In ogni gara, sembra più forte di quella precedente, Aggiunge sempre nuovi pezzi al suo calcio, codifica nuove strategie per ampliare il raggio d’azione. Victor è un grande patrimonio per l’archeologia, evoluzione vivente del T-Rex per la sua insaziabile fame contro le povere prede. Ne fiuta la paura, ne studia i punti deboli e trova sempre il modo d’esser decisivo. “Il Tirannosauro il cibo non l'accetta. Lui vuole cacciare. Non si può sopprimere un istinto vecchio di 65 milioni di anni”.

Dieci allo scudetto a testa in giù, “Ma che vuo’…Che vuo' cchiù” direbbe Pino. Una domanda a cui oggi so rispondere: ne voglio ancora. E ancora. E ancora. Perchè ci sono le basi per aprire un ciclo, perchè il Napoli ha accumulato un vantaggio sulle altre che non può esser sperperato. Non cataloghiamo questa impresa come un’opera buffa, un’imperfezione del sistema che va corretta. Non c’è nessuna intenzione di essere una cometa, di restare a fissare il cielo rievocando il passaggio di quella squadra stellare del 2022/23. : “Siamo arrivati fin qui, più lontano di chiunque nella storia… Non è abbastanza lontano!”. Rilancia Aurelio, rilancia!

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