I 12 mesi da incubo di Lozano: tutto iniziò col sacrificio per Gattuso

I 12 mesi da incubo di Lozano: tutto iniziò col sacrificio per GattusoTuttoNapoli.net
© foto di Daniele Buffa/Image Sport
giovedì 3 febbraio 2022, 19:00Copertina
di Arturo Minervini
A febbraio 2021 aveva già realizzato 9 reti in campionato, diventando un riferimento tecnico imprescindibile in quel Napoli.

Era il 13 febbraio del 2021, in campo c’erano Napoli e Juventus ed un risultato in bilico da difendere in ogni modo possibile. Definizione che Hirving Lozano quel pomeriggio prese alla lettera, sacrificando il suo corpo per lo scopo, resistendo stoicamente ad un infortunio muscolare, probabilmente aggravandolo, per non lasciare i compagni in dieci. Era il momento più alto del messicano in maglia Napoli, al punto che nelle prime settimane del 2021 l’unico vero schema offensivo proposto da Gattuso era ‘date la palla al Chucky e vediamo cosa succede’. 

A febbraio 2021 aveva già realizzato 9 reti in campionato, diventando un riferimento tecnico imprescindibile in quel Napoli. Gattuso forse aveva preteso troppo dal fisico del messicano, impegnato, tenuto in campo praticamente sempre in 10 gare dal 3 gennaio al 13 febbraio tra campionato e Coppa Italia. Uno sforzo pagato a caro prezzo, con quell’infortunio muscolare che lo avrebbe tenuto fuori per un mese e mezze.

Da quel giorno, una sorta di maledizione si è abbattuta su Lozano, mai capace di ripresentarsi sui livelli della prima parte della scorsa stagione. In estate il tremendo infortunio col Messico, con la paura di perdere un occhio e addirittura di restare paralizzato. Un trauma che ha in qualche modo influenzato la lenta ripresa dell’esterno d’attacco, che forse solo nelle ultime settimane sembrava aver ritrovato un minimo di smalto, con la bella doppietta di Bologna.

Una nuova mazzata. Ancora fatale la nazionale e gli impegni oltreoceano per Lozano: lussazione alla spalla e possibili due mesi di stop. Una terribile chiusura del cerchio, in dodici mesi contraddistinti da tanta sfortuna, troppi stop e pochissime risposte sul terreno di gioco