Milik, il rinnovo e la Juve: una pugnalata ad ADL

13.05.2020 16:57 di  Arturo Minervini  Twitter:    vedi letture
Milik, il rinnovo e la Juve: una pugnalata ad ADL
TuttoNapoli.net
© foto di Alessandro Garofalo/Image Sport

(di Arturo Minervini) - Chissà dove sono finiti certi valori. Sgretolati al sole come ghiaccioli dimenticati, liquefatti tra le questioni appiccicose di chi mette al primo posto sempre sua divinità ‘Il Denaro’. Quando si parla di questi temi scattano sempre gli alert:

Qualunquista

Populista

Pressapochista

Papponista (perchè quando si parla di Napoli e di mercato, ci sta sempre bene)

Insomma, chi può ne ha, può ne metta. Sfiorare queste accuse, magari caderci anche dentro con entrambe i piedi, è rischio inevitabile quando si parla di Arek Milik e della questione rinnovo col Napoli che diventa sempre più centrale in queste settimane.

Milik non dovrebbe cospargersi di ceneri il capo e divulgare urbi et orbi la sua gratitudine eterna al Napoli per averlo aspettato/curato/lautamente stipendiato per due anni senza poterlo utilizzare. No. Perché quello che è accaduto è legato alla mala sorte, ad un destino che aveva messo al centro del suo mirino l’attaccante polacco col doppio crack ai legamenti. C’è però una regola non scritta, un sentimento primitivo che si chiama gratitudine, che in questo momento dovrebbe accendersi nel petto del polacco.

Questione rinnovo. Da tanto, troppo, tempo il polacco discute col club il prolungamento dell’accordo in scadenza fino al 2021. Percorso ad ostacoli per divergenze di vedute su ingaggio richiesto, clausola rescissoria e probabilmente altre piccole incongruenze. Nebulizzate sul futuro incertezze e dubbi, con la Juve che ha stuzzicato le corde giuste del polacco, fiutando la possibilità di prendere il classe ’94 ad un prezzo di vantaggio, mettendo il Napoli spalle al muro in virtù della scadenza contrattuale che vincola per un’altra sola stagione l’ex Ajax all’azzurro.

“Rinnovare per poi essere ceduto”. È una pratica che nel calcio è spesso propedeutica agli addii, che permettono però al club che detiene il cartellino di essere tutelato e vedere riconosciuti gli sforzi fatti. Chi più di Milik dovrebbe ottemperare a questa regola non scritta? Che appartiene al buonsenso, alla gratitudine per non derubricarla ancora una volta come un ‘sentimento del giorno prima’. 

Milik può avere legittimante voglia di andare via. Dovrebbe però trovare il modo ottimale per negoziare questa separazione che, se deve avvenire, dovrebbe essere consensuale. Lo merita il passato. Lo merita il Napoli, per gli sforzi fatti, le occasioni concesse, il tempo consacrato al ritorno in condizione dello sfortunato Arek. Il calcio però ci ha già insegnato in passato che certi valori, sono come ghiaccioli esposti al sole. Speriamo che non sia questo l’ennesimo caso.