Guido Clemente di San Luca a TN - "Quelli della Superlega andassero per conto loro, campionato tornerebbe più leale"

Guido Clemente di San Luca, Ordinario di Diritto Amministrativo, Università della Campania Luigi Vanvitelli, ha analizzato per Tuttonapoli il momento in casa Napoli.

20.04.2021 11:30 di  Redazione Tutto Napoli.net  Twitter:    vedi letture
Guido Clemente di San Luca a TN - "Quelli della Superlega andassero per conto loro, campionato tornerebbe più leale"

Guido Clemente di San Luca, Ordinario di Diritto Amministrativo, Università della Campania Luigi Vanvitelli, ha analizzato per Tuttonapoli il momento in casa Napoli.

"Credo di poter interrompere il silenzio che mi sono imposto per qualche settimana. Mentre sono nauseato dalla operazione della Superlega (i sostenitori Sky del Dio denaro sembrano accorgersi adesso che lo sport è altro, solo perché stanno accusando sconfitte nella orribile, e sempre più indecente, competizione economica), sono ormai sempre più persuaso che ci pentiremo amaramente di perdere Gattuso.

E di aver fatto assai poco per evitare di perderlo, anche semplicemente non stigmatizzando – e duramente – le cose (puramente cattive, false e preconcette) dette su di lui. Ad esempio, non affermando a chiare lettere che con lui il Presidente non si è comportato bene, sotto il profilo sia umano che professionale (sotto il secondo si è ravveduto, essendosi accorto dell’errore commesso).

Basti ricordare i fatti. Che non sono alibi! Nessuna squadra, nella fase centrale della stagione, ha dovuto sopportare come il Napoli la concomitante cospicua mancanza di giocatori-chiave. Per questo aspetto, solo il Milan potrebbe essere paragonata al Napoli. Ma ha avuto una serie notevole di arbitraggi (e rigori) compiacenti che l’hanno sostenuta nei momenti topici. Noi, come al solito, no. E questa è obiettiva e scientifica osservazione dei fatti, altro che ‘piagnisteo’!

La verità è che – con le parole di Sciascia – si preferiscono «i mezz’uomini, gli ominicchi, i (con rispetto parlando) pigliainculo e i quaquaraquà», e non gli «uomini». Forse perché è così tanto grande la diffusa miseria che, misurandosi con quelli, non si sfigura!

Domenica abbiamo assistito alla ennesima applicazione arbitraria delle regole. Per carità, sul piano del gioco il risultato è giusto. Ma su questo piano non lo fu il risultato dell’andata (il Napoli avrebbe meritato di vincere), così come altri (mi viene di pensare, per esempio, a Napoli-Spezia). E da sempre. Nel calcio, come nella vita, la componente ‘casualità’ è ontologica. Non è tollerabile, però, che il risultato venga influenzato, se non determinato, da decisioni illegittime.

Nonostante si stia ripetendo da parte di molti che non è così, ecco perché, a termini di Regolamento, su Zielinsky era fallo da rigore: il difensore interista effettua «un tackle o un contrasto», almeno «senza precauzione» (il giallo è facoltativo); più verosimilmente «con noncuranza del pericolo o delle conseguenze per l’avversario» (giallo obbligatorio). Toccare o meno prima la palla, secondo le regole vigenti, è ormai irrilevante – che piaccia o no. La scelta è fra una delle due ipotesi. Certo non può essere niente. Pensiamo se fosse avvenuto a metà campo: fallo e ammonizione. Sempre, senza discussione. Se ne vede almeno uno a partita. Con i sedicenti ‘tecnici’ delle varie TV assenzienti (e complici, quanto meno per atteggiamento supino), tranne che quando fa comodo pronunciarsi diversamente: se il fallo lo fa Lautaro non è illegittimo non ammonire, se lo fa Demme invece è legittimo ammonire!

Un altro esempio, domenica, di ennesimo arbìtrio? In Atalanta-Juve, Cuadrado fa lo stesso fallo di Manolas a Sassuolo, e Orsato fa giocare, con i pronubi commentatori di Sky che concordano. Una vergogna talmente conclamata, che quasi nessuno la denuncia più! Non bisogna però deflettere. Mai! Come dico sempre ai miei studenti, non lasciate che vinca il qualunquistico «Non serve a niente, tanto vincono sempre furbi e potenti!». Voi fate bene ciò che dovete fare, e vedrete che le cose un po’ alla volta cambieranno. E comunque almeno potrete coricarvi con l’animo sereno. Non rinunciate perciò a battervi, sempre, affinché vincano le idee di giustizia ed uguaglianza.

Nel pallone come nella vita. La vicenda della Superlega, pertanto, è una grande opportunità per rimediare alla logica mercantile che si è impossessata del calcio. A chiunque lo si chieda, ti si risponde che è immorale che un calciatore guadagni tutti quei danari. È venuto il momento di rompere questa spirale perversa. L’occasione è propizia per rifondare il sistema secondo un assetto assiologico virtuoso. Se ne andassero per conto loro: il campionato e le competizioni europee tornerebbero più leali e perciò pure più appetibili. Se devo, fra Stato e mercato scelgo sempre lo Stato.