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Conte in conferenza: “Parlerò col club, io non accompagno un morto! Responsabilità mia, non siamo squadra”

Conte in conferenza: “Parlerò col club, io non accompagno un morto! Responsabilità mia, non siamo squadra”
Oggi alle 18:03In primo piano
di Antonio Noto

Al termine del match contro il Bologna, il tecnico del Napoli Antonio Conte interverrà nella sala conferenze dallo Stadio Dall'Ara per rispondere alle domande della stampa. Su Tuttonapoli.net, come di consueto, la diretta testuale della conferenza stampa.

17.50 - Inizia la conferenza.

Cosa è mancato oggi? E' preoccupato? "Sicuramente non posso essere non preoccupato. Cinque sconfitte da inizio anno sono troppe, soprattutto per una squadra etichettata come ammazza campionato e che doveva fare qualcosa senza fare fatica. Quello su cui dobbiamo riflettere e che sono cinque sconfitte e quando perdi non è mai un caso, c'è qualcosa di reiterato. Qualcosa che ho cercato di affrontare già 20 giorni fa, cerca di trasferire le mie emozioni e il mio pensiero un po' anche ai più vecchi. Innanzitutto voglio fare i complimenti al Bologna. Complimenti per l'entusiasmo, l'energia e il cuore che ci hanno messo, perché ci ha battuto su tutto. Noi dobbiamo pensare a cercare di affrontare seriamente alcune situazioni e di risolvere se è possibile. Perché alcune situazioni erano già affrontate 20 giorni, fa col gruppo un po' storico, e avevo manifestato le mie preoccupazioni. Preoccupazioni che continuo a manifestare, perché nel calcio il compitino non basta. Oltre a prepare la partita dal punto di vista tattico, ci vuole ardore, passione, entusiasmo e cuore. Cose che il Bologna ne ha messe a bizzeffe rispetto a noi. Noi alla prima situazione negativa ci siamo un po' sciolti. Mi dispiace dopo lo scudetto ritirare fuori lo scheletro del passato del decimo posto, ma dobbiamo riflettere. Ne parlerò di questo aspetto anche col club, ma già lo sapeva cosa stavo percependo. Dopo 4 mesi, ripeto, facciamo il compitino e non c'è ancora quella alchimia, quella positività, quella voglia di combattere tutti insieme, andare oltre o'ostacolo e metterci il cuore, che c'era l'anno scorso. Questo mi dispiace, perchè non so se riusciremo a cambiare queste cose. Quando si parla di campo, tecnica e tattica, è un discorso, poi vedi delle cose e mi dispiace, perché significa che non sto facendo un buon lavoro. Perchè significa che quest'anno non sono entrato nelle teste e nei cuori dei giocatori, E' giusto che il club lo sappia e già lo sa. Qualcosa bisogna fare, perché non c'è da accompagnare un morto, io morti non li voglio accompagnare, questo deve essere chiaro. Se abbiamo voglia tutti insieme di fare qualcosa e rimetterci in carreggiata bene, altrimenti qualcuno si deve prendere le responsabilità. Io sono il primo eventualmente a prendermi responsabilità. E' facile tante volte coprirsi dietro agli altri, giusto che ognuno si prenda la responsabilità finché siamo ancora in tempo. Se abbiamo voglia di prenderci responsabilità. Io me le prendo in qualsiasi cosa. Ripeto, sono passati 4 mesi e da quel punto di vista non ho fatto un buon lavoro, perchè non vedo energia positiva, alchimia e una squadra che ha voglia di andare oltre l'ostacolo e metterci il cuore. Vedo ognuno che pensa al proprio problema. Questo mi dispiace, ma siamo ancora in tempo se abbiamo voglia di cambiare il trend. Però oggi è quinta sconfitta e non mi è piaciuta assolutamente come è arrivata. Su questo non devo avere scuse e non devo scusarli, nè proteggerli. Perché ci sono volte che puoi proteggerli e volte che non puoi. Io non posso proteggere me stesso, perchè in quattro mesi si vedi che non ho fatto un buon lavoro. Quindi io sono il primo responsabile. Se c'è la possibilità di riuscire a cambiare, non lo so. Quando subentrano dinamiche extracalcistiche, calcistiche è più semplice: tecnico-tattico, quando entri nella testa del calciatore sono cavoli amari. Devi essere bravo. Significa che non sto facendo un buon lavoro e mi prendo tutte le responsabilità".

Dove può arrivare questo Bologna? "Ribadisco i miei complimenti al Bologna per lo spirito e l'energia che c'era oggi nello stadio, tra tutti, giocatori e allenatore. L'anno scorso hanno vinto la Coppa Italia, sicuramente è un'ottima squadra guidata da un bravissimo allenatore, che è Vincenzo Italiano. Gli faccio tanti complimenti, riconosco che oggi ci sono stati superiori in tutti gli aspetti, specialmente dal punto di vista del cuore che è una cosa a cui io tengo tanto".

Ci spiega quali sono le dinamiche extracalcistiche? "Parlo di cuore, passione, entusiasmo, voglia, queste sono le dinamiche extracalcistiche. C'è il campo, parliamo di tecnica, tattica, qualità, meno qualità, e poi c'è un aspetto che viene sottovalutato, che ti porta a fare quanto fatto di straordinario fatto l'anno scorso. Quest'anno stiamo facendo molta molta fatica, perché in questo momento non siamo squadra. Questo dispiace perché sono passati quattro mesi. Ripeto, mi prendo tutta la responsabilità. La colpa è mia, perché sono a capo della situazione. Però diventa difficile anche per l'allenatore se riuscirà a cambiare queste cose. Dal punto di vista tattico, puoi cambiare sistema, puoi cambiare tutto quello che vuoi. Ma dall'altro punto di vista trapianti di cuore non li puoi fare. Ognuno di noi deve ritrovare quello spirito, quel cuore, quella cattiveria. Questo non significa che non si fanno le cose.  Le cose si fanno, ma bisogna vedere come si fanno, con che trasporto, entusiasmo, voglia, cuore di superare l'ostacolo si fanno. Quella è la valutazione che si deve fare, perché nessuno può dire: 'Se mi dici di fare questo, io lo faccio'. Si, ma una cosa è fare il compitino, un'altra è giocare in una squadra che ha l'ambizione di fare un campionato da protagonista. E' totalmente diverso, perché crescono le responsabilità e le aspettative e ognuno non può pensare al proprio orticello. Perchè in questo momento ognuno sta pensando al proprio orticello e al proprio problema. Questo da gestore di gruppo l'avevo già visto, tre settimane fa già affrontato. Ecco perché ne voglio parlare bene anche con il club, perché è giusto da parte mia che il club sappia sempre tutto. Ma già conosceva il mio pensiero. Significa, come ho detto, che non sto facendo un buon lavoro. Perchè entrare nella testa e nel cuore dei giocatori deve essere compito nostro, se c'è cuore, se a volte non c'è cuore diventa difficile".

18.02 - Termina la conferenza stampa.