Prof. Acampora: "Un nanosensore per non ripetere più i casi Anguissa-Dumfries"
Su CRC, radio partner della SSC Napoli, nel corso della trasmissione “A Pranzo con Chiariello” è intervenuto Prof. Giovanni Acampora, Professore Ordinario di Informatica dell'Università di Napoli Federico II, ed esperto di intelligenza artificiale e calcolo quantistico: "L’intelligenza artificiale non può risolvere tutti problemi. L'arbitro non può essere completamente artificiale e le decisioni arbitrali non possono avvenire in maniera automatica. Le partite avvengono in ambienti molto dinamici e in condizioni meteorologiche diverse. C’è una casistica di episodi molto varia e ampia per allenare l’intelligenza artificiale.
Per allenare un modello di intelligenza artificiale che possa agire come arbitro di una partita di calcio bisogna applicare una tecnica supervisionata del modello. Dobbiamo prestare particolare attenzione all'etichettatura dei dati ovvero che per ogni revisione video c’è bisogno di qualcuno che vada ad etichettare quell’azione come fallo. In questo caso, però, subentra la soggettività della persona che giudica al fallo.
I modelli di intelligenza artificiali non sono spiegabili, ovvero quando gli diamo delle informazioni input ci restituiscono dei valori output. Ad ogni video di un azione ci possono dire se è fallo o meno ma non ci dicono il perché. Dovremmo sottostare all’arbitro artificiale senza capire le motivazioni delle sue decisioni.
C’è anche un fattore umano. Se togliamo l’arbitro, rimuoviamo gran parte dell’azione. Con chi ce la prenderemo quando andiamo allo stadio?
L’intelligenza artificiale non può sostituire l’arbitro. Secondo me non è applicabile. Si può, però, dotare i guardalinee di piccoli visori che possano tracciare le linee del fuorigioco sul campo. Oppure, sull’entità dei contatti che non è misurabile ad occhio, si possono progettare dei tessuti intelligenti come maglie e calzoncini che si possano collegare ad internet e possano misurare la pressione. Dobbiamo analizzare la natura dei tessuti attuali e capire se si possono montare dei sensori che si possano controllare al var. Dobbiamo lavorare su tanti piccoli sistemi di decisione artificiale.
I sistemi intelligenti indossabili sono una realtà, vediamo a che livello siamo di miniaturizzazione e se questi dispositivi non siano troppo invasivi sui giocatori in campo.
I nanosensori sono in grado di capire la posizione dell’impatto e misurarlo attraverso un'antenna installata sulla maglia che trasmette le informazioni al var. Dopo di che, c’è una scala che va dal verde e al rosso che serve come indicatore dell’entità dell’impatto. Così episodi come quelli di San Siro sul contatto tra Dumfries e Anguissa potrebbero non essere più un problema".
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