Monte ingaggi più costi di gestione: l'importanza della Champions per il rilancio

"Non è un problema di non essere andato in Champions, il problema è che siamo passati da 30mln di stipendi a 50, a 75, a 120 ed oggi a 156mln. E' ovvio che bisogna innanzitutto sanare questo problema, il Napoli spende cifre che non fattura e deve rivedere gli stipendi in base a ciò che guadagna". Aurelio De Laurentiis è stato chiaro nella conferenza stampa che a fine giugno ha interrotto un silenzio stampa lungo sei mesi, ma il suo riferimento non era soltanto al monte ingaggi. E non a quello attuale. Solo quelli non bastano, ridurli non potrebbe bastare. Serve l'Europa che conta.
NEL DETTAGLIO - Probabilmente il presidente avrà tirato in mezzo anche costi di gestione vari, ammortamenti, spese per godimento di beni terzi, materiale e altro. Ma la situazione legata squisitamente agli stipendi non appare così critica. E' vero che un ridimensionamento deve esserci e ci sarà, dovuto alla pandemia che porterà (quasi) tutti i club a rivedere i propri numeri, ma facendo i conti dei 136 milioni di monte stipendi dell'anno scorso la cifra, ad oggi, è calata. Ma, aggiungendo tutte le altre spese, le cifre lievitano. E' per questo che la qualificazione in Champions League risulta fondamentale: per abbattere i costi, non basta ridurre un monte ingaggi non esagerato e non critico come sembre. Tutto passa per l'Europa.
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