I presidenti del Napoli da Ascarelli a De Laurentiis - seconda puntata

La storia dei presidenti del Napoli, avvicendatisi nei decenni: una sorta di testimone il cui ultimo porteur (messaggero) in ordine di tempo è Aurelio De Laurentiis, per il settimo anno consecutivo.

15.07.2010 23:30 di Vincenzo Perrella   vedi letture
I presidenti del Napoli da Ascarelli a De Laurentiis - seconda puntata

Si riparte nella stagione 1940-41 dal presidente Tommaso Leonetti, con mister Vojak in panchina: in classifica finale della Serie A il Napoli giunge 7°. Il biennio 1941-1943 è quello del presidente Luigi Piscitelli, ma purtroppo nel primo dei suoi due anni arriva la prima mesta retrocessione in Serie B (visto il 15° posto finale in Serie A) e nel suo primo anno di Serie B il 3° posto non basta a riportare il Napoli nella massima serie.
Dal 1943 al 1945 vi è la pausa forzata per la guerra. Anche il calcio si ferma.
Alla ripresa, nella stagione 1945-46, i presidenti Scuotto e Vincenzo Savarese si ritrovano in Serie A, grazie al ripescaggio del Napoli in un nuovo torneo mai sperimentato finora. La formazione partenopea arriva 1° nel girone centro-sud e poi 5° nella Serie A nazionale. Un ottimo viatico per riportare il Napoli in alto. Ma nel biennio 1946-1948, con presidente Pasquale Russo, i risultati che seguono sono sconfortanti: un 8° posto al primo anno, cui fa seguito una nuova discesa in Serie B: il Napoli è retrocesso ultimo per illecito sportivo (relativo al match Napoli-Bologna vinto per 1-0 dagli azzurri con gol di Kriezu al 90°!). La nuova dirigenza subentra nel 1948, e nel triennio 1948-1951 c’è Egidio Musollino alla guida della società. C’è da riportare il Napoli in Serie A, ma il primo anno di serie cadetta frutta solo un 5° posto. Fortunatamente l’anno successivo arriva il 1° posto che significa risalita in massima serie. La squadra è attrezzata per la permanenza in A ed arriva un più che ottimo 6° posto. Ma nell’anno 1951-52, il presidente Musollino muore ed il suo sostituto è Alfonso Cuomo. Il 6° posto nella Serie A di quella stagione è il giusto premio ad un ambiente che si sta ritrovando. Cuomo lascia poi il posto al ritorno di Achille Lauro nel biennio 1952-1954. Il comandante ingaggia l’ariete svedese per ben 105 milioni di vecchie lire, un record per quel tempo! Sono due ottimi campionati di Serie A, con un 4° ed un 5° posto. Il ritorno del presidente Cuomo dal 1954 al 1963 però porta risultati alterni. Il primo anno è caratterizzato da un positivo 6° posto, a cui fa seguito nel 1955-56 un 14° posto anonimo, con grave rischio di retrocessione.

Nel 1956-57 il Napoli migliora leggermente, ma è solo 11° posto. Il miglior anno di Cuomo presidente è il 1957-58 col 4° posto conclusivo. Sembra una crescita definitiva, ma la stagione successiva si esce ancora una volta dalle posizioni che portano alle coppe europee, visto il 7° posto finale. Non è certamente migliore la stagione 1959-60, col 13° posto. Addirittura, la stagione 1960-61 il 17° posto segna un’altra retrocessione in Serie B. Però le ambizioni del presidente Cuomo portano nel 1961-62 non solo il secondo posto in Serie B e la conseguente promozione in Serie A, ma anche la vittoria della Coppa Italia grazie al successo in finale contro la SPAL per 2-1: è tutt’oggi l’unico caso in cui una squadra di Serie B ha vinto il trofeo nazionale. Eppure il Napoli paga lo scotto di una stagione tanto positiva con un’altra retrocessione in B, quella del 1962-63, allorquando gli azzurri arrivano 16esimi in classifica nel massimo campionato di Serie A. E’ l’ultimo atto del presidente Cuomo che affida, nel 1963-64, il timone di comando a Luigi Scuotto. Ma quel campionato di Serie B porta solo un inutile 8° posto. Ecco allora nella stagione 1964-65 l’avvento del combattivo presidente Roberto Fiore che allestisce una squadra capace di arrivare seconda in Serie B e dunque di tornare in A. I timori di una squadra non ancora pronta per la massima serie sono subito fugati da uno splendido 3° posto (alle spalle di Internazionale e Bologna) nella stagione 1965-66 e dalla vittoria della Coppa delle Alpi nello stesso anno, nonché dal 4° posto dell’anno successivo. Forse proprio nel momento migliore, il presidente Fiore decide di lasciare il Napoli a Gioacchino Lauro nel 1967-68: una scelta comunque premiante, visto che il Napoli arriva 2° in classifica con 37 punti, alle spalle del Milan (campione d’Italia con 46 punti) e davanti alla Juventus (3° con 36 punti finali). Mai il Napoli aveva visto nella sua storia così da vicino la vetta. Si riparte nella stagione 1968-69 col presidente Antonio Corcione. I partenopei non vanno oltre il 7° posto in classifica. Ecco allora che il club cambia di nuovo proprietario.