Da 0 a 10: Spalletti con l’annuncio in Tv, Koulibaly a rischio squalifica, la disperazione dei ‘soliti noti’ e la folle idea dello spogliatoio

Il Napoli strapazza l'Udinese con le reti di Osimhen, Rrahmani, Koulibaly e Lozano: è solo al primo posto in classifica dopo 4 turni
21.09.2021 16:35 di Arturo Minervini Twitter:    vedi letture
 Da 0 a 10: Spalletti con l’annuncio in Tv, Koulibaly a rischio squalifica, la disperazione dei ‘soliti noti’ e la folle idea dello spogliatoio
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© foto di Daniele Buffa/Image Sport

Zero a quelli che lo sapevano già. Che la gara di Udine l’avevano già vista, che il Verona, che la Lazio con Benitez, che Ferrario col Perugia e che il Napoli resta sempre il solito Napoli. Calamite di sventure, bramosi di cieli plumbei e scenari nefasti, si nutrono dell’insoddisfazione, del lamento perpetuo e petulante. Prefiche che non attendono altro che il prossimo funerale, per versare qualche lacrima finta e guadagnare qualche misero spicciolo. Tornate al prossimo giro, tanto son sempre lì, sull’uscio delle nostre porte. 

Uno al gol mancato, al legno che resta lampo di grandezza senza l’acuto finale, ma che importa? Quello di Fabiàn non è un palo, è esercizio di balistica che certificata il momento illuminato e illuminante dell’iberico. Sgorgano versi di poesia sparsi dal piede edulcorato dal talento dello spagnolo, una fontana che è fonte di eterna giovinezza per il gioco del Napoli. Non è un sinistro. È zucchero.

Due gol ragionati, voluti, studiati. Senza annusare niente, senza pizzicare nessuno, senza essersi iniettati nelle vene nessun tipo di veleno. C’è il lavoro che diventa frutto, lo studio che diventa riconoscimento, l’esercizio che si trasforma in muscolo nelle reti di Rrahmani e Koulibaly. Quando la teoria diventa pratica, significa che l’insegnamento è stato trasmesso nel modo corretto. 

Tre indizi fanno una prova e le tre prime gare in azzurro di Anguissa sarebbero motivo di convincimento anche per una scettica Agata Christie. Si è preso porzioni di campo, di Napoli, di lavoro sporco che in tanti sembravano disdegnare. Frank, invece, si è fatto trovare in prima linea in quelle zone poco battute, tra le traiettorie che ancora devono diventare scena principale e che lo diventeranno poco dopo.  Uno che lavora quando si spengono le luci, un Vecchio Frack (o Frank) che domina anche dopo che si è spenta l’insegna dell’ultimo caffè.

Quattro reti senza nemmeno mettersi a correre. È questo l’aspetto più entusiasmante, la sensazione di una padronanza assoluta degli eventi, una pianificazione ordinata dinanzi al re del caos, il pallone. C’è ordine, cognizione di causa, organizzazione sfacciata nel poker che il Napoli sbatte in faccia all’Udinese mai veramente entrata nella competizione semplicemente perché non c’era niente su cui competere. Fosse stato un incontro di boxe, Gotti avrebbe dovuto gettare una decina di spugne sul terreno di gioco per interrompere il lento, ma inesorabile, massacro.

Cinque giorni per sentirsi un titolare. Da Leicester a Udine, Rrahmani scopre il terreno di gioco e non molla più. Sfrutta le occasioni ravvicinate e si toglie pure lo sfizio di andare in gol. Un tassello fondamentale da inserire in questo puzzle che è progetto a lungo termine, che ha ambizioni di stazionare in quelle zone alte da qui alla fine della stagione. Servono nuove energie, nuovi interpreti, gente pronta all’uso senza troppe manfrine. Proprio come Amir.

Sei e mezzo a Lozano, che segna un gran gol e prosegue il percorso verso la condizione ottimale. Hirving è l’assolo di chitarra che potrà spaccare tante gare, il pezzo rock che risuona nelle casse della partita ad omaggiare il trentennale di Nevermind dei Nirvana. “Contagioso, una zanzara, la mia libidine”. Sta tornando Chucky e sarà un fattore decisivo nelle prossime settimane.

Sette alla catena di sinistra. A Mario Rui che serve l’assist delizioso, a Insigne che segna senza segnare. L’azione che porta alla zampata di Osimhen è finemente decorata dal portoghese a da Lorenzo, un sincronismo perfetto che si insinua nell’unico momento di esitazione della difesa. Quante ne hanno giocate su quella corsia, anche loro non sfuggono alla regola fissata ne ‘La migliore offerta’: “Gli ingranaggi sono come le persone ; a furia di stare insieme prendono le sembianze reciproche”. Sintonie.

Otto al furto da galantuomo in stile Lupin di Osimhen, che è un trattato sull’istinto. Sul richiamo primordiale del gol, della porta, delle rete da varcare fisicamente, come una paura da scongiurare. Victor in versione Mosè ci insegna come prendere una partita e dividerla in due come fosse il Mar Rosso. Uno stillicidio per ogni difesa, un costante attacco alla profondità che si fa poi occasione, spazio per i compagni, breccia a indicare la strada per la presa delle zone nemiche. È che non sta mai fermo, ma proprio mai. Poliuretano espanso.

Nove a Kalidou che assume la gestione delle operazioni dopo l’outing in Tv di Spalletti: “Insigne è il nostro capitano, Koulibaly è il nostro Comandante”Strano caso (a rischio squalifica) quello di un giocatore che il Napoli ha venduto tre anni fa e che te lo ritrovi ancora in maglia azzurra a segnare, servire assist e dominare in lungo e in largo. Intercetta pure i pensieri, come un tiranno di un regime nord coreano che teme ogni tipo di insurrezione. È lo Yin e Yang che abitano lo stesso corpo, l’oscurità che divora la luce e viceversa. Svolge una doppia funzione, ma l’effetto è sempre lo stesso: quando vuole, comanda KK. Fatevene una ragione.

Dieci a Spalletti che è un uomo nuovo dopo la sosta. Ha smussato gli angoli, ha corroborato le conoscenze, ha affinato il metodo di insegnamento. Questo inizio di stagione al Napoli è un piccolo capolavoro, una rivoluzione visiva, concreta, percepibile. È la stessa squadra ma sembra un’altra squadra. Sono gli stessi uomini, ma questi sembrano più uomini. Ha preso un trapano ed entrato nella testa di questo gruppo, ha inserito nella testa di questi ragazzi una pazza idea, entrando nelle sfere più profonde. Come Leonardo Di Caprio in Inception, ha innestato un desiderio maturo, una piena conoscenza delle proprie possibilità. A questi ragazzi è venuto un’idea: ma vuoi vedere che possiamo giocarcela fino alla fine? E le idee, si sa, sono i parassiti più resistenti in natura.