Da 0 a ZERO: il sistema marcio che attacca Llorente, la fuga di Giacomelli, la furia contro Sky di ADL e la soluzione estrema

Giacomelli, il Var il rigore su Llorente ed una notte da incubo per il cacio italiano: questa volta solo ZERO ad un sistema marcio
31.10.2019 13:42 di  Arturo Minervini  Twitter:    vedi letture
Da 0 a ZERO: il sistema marcio che attacca Llorente, la fuga di Giacomelli, la furia contro Sky di ADL e la soluzione estrema

(di Arturo Minervini) - Zero ad un arbitro che scappa, con la pistola ancora fumante ed il cadavere che perde ancora sangue steso sul terreno di gioco. La vittima è la speranza, la gioia, la fantasia di chi affida (ingenuamente) al pallone il potere di decidere le sorti di una gara. Lorenzo Tonelli  che gli consegna il simbolico pallone della vittoria, siete voi, sono io, siamo tutti noi. Con un pallone che non è più gioia da restituire a chi muove i fili. Con la scritto sul volto: “Non gioco più. Perché già so come va a finire. Gli occhi bassi di Giacomelli sono quelli di chi si porta appresso una vergogna che ti appesantisce la coscienza. Tutto così chiaro.

Zero. Come il buio che ti avvolge. Come il nulla che ti trascina. Come una pugnalata che fa uscire l’aria da un pallone, sgonfiato dai sogni che lo muovono e stuprato da una classe arbitrale che continua ad esercitare un potere fuori logica nell’epoca della tecnologia, dell’evidenza. Ad una mente che non trova pace, ad un cuore che non trova ossigeno capace di ripulire le vene da quel senso di sporco, dall’aria inquinata che rischia di intossicarti il cervello. 

Zero a questo sistema marcio, che attraverso le pedine che muove come alfieri sulla scacchiera sta provando a far passare l'idea che esista un fallo di Llorente su Kjaer, che se ne frega del pallone e va a travolgere Llorente ed infilare la testa sotto al suo braccio senza nemmeno guardare il pallone. Nessuno osi dire che questo non fosse rigore. Nessuno osi dire che questo sistema non sia malato dall’interno.

Zero a chi, travestito da Azzecca-garbugli, proverà ad infilarsi dietro frasi senza senso, composizioni retoriche, definizioni ambigue per cercare una motivazione all’accaduto. Il rigore non concesso al Napoli supera il concetto di ‘Grave ed evidente errore’. Lo trascende. Sconfina nella frode, nel diritto, in una casta che come dice De Laurentiis dal 2005 viene riciclata ma alla fine ha sempre la stessa matrice.Tutto cambi, affinché nulla cambi: in Italia funziona così da sempre. Ben prima del Gattopardo. 

Zero come la voglia di raccontare qualcosa che mai avresti voluto vedere. Che eppure riguardi mille volte e non riesci a darti una spiegazione. Perché non esiste, perché quella che trovi fa troppo male a chi ha imparato ad amare un pallone calciandolo tra le strade della città. Zero a chi doveva raccontare ed invece ha scelto un angolo parziale. Eliminato, tagliato, cucito, vomitato qualche fotogramma ed oscurato tante altre cose. Nessuna immagine chiara da Sky dell’attentato di Pasalic (da rosso) alla testa di Callejon: era rigore pure quello. Abbiamo dovuto scoprirlo diverse ore dopo, come in un paese dove vige la censura ed affida al web la ricerca delle verità più scomode. 

Zero discussione. Non iniziatela nemmeno una discussione con chi vuol mettere in dubbio ciò che col dubbio non ha nulla a che vedere. Non bisogna “Mai discutere con un idiota, ti trascina al suo livello e ti batte con l’esperienza”. La missione di Giacomelli appare ora così chiara, pianificata in maniera molto più lucida di quando si possa pensare. Basterebbe semplicemente soffermarsi sulla gestione dei cartellini gialli, su Freuler risparmiato inspiegabilmente a fine primo tempo mentre calcia Insigne. Sui falli commessi da De Roon che viene ammonito al 64’ dopo l’ennesimo intervento duro e tattico contro Callejon. 

Zero a tre. Forse era meglio perderla a tavolino questa gara. Abbandonare il campo, trovare la forza di interrompere il flusso continuo di vergogna. Staccare per qualche istante la spina del carrozzone, circo itinerante in stile wrestling americano con la sceneggiatura scritta tra quattro mura da mani che toccano troppo denaro per non lasciarsi corrompere l’animo. Il Napoli non voleva riprendere il gioco, perché si era andati oltre. Serviva un pizzico di follia in più. Lasciare Giacomelli al ludibrio del mondo intero. Inchiodarlo con l’assenza alle sue responsabilità. Avremmo tutti applaudito questa scelta 

Zero a chi ha minato la professionalità e l’onestà di Carlo Ancelotti. Da quarant’anni riferimento per chiunque abbia giocato a calcio nel nostro paese ed in ogni angolo nel mondo. ‘Attaccato nella sua professionalità’, colpito nell’orgoglio. Punto che non sanguina ma che fa ancora più male di una pugnalata. Vergognatevi. 

Zero all’esercito oscuro. Che dice ma non dice. Che commenta, ma non si espone. Che semina solo il dubbio, che la butta in caciara, con i capelli unti ed i segni della pestilenza inonda le trasmissioni televisive, i social, le radio. Sono in mezzo a noi, ma non sono come noi. Non ricercare il vero, si limitano solo a lavorare per difendere l’occulto. Statene alla larga. 

Zero alla visione terrappiattista della Gazzetta dello Sport. Unico organo di informazione sul PIANETA che elabora una teoria tanto bizzarra quanto pericolosa, perché c’è il rischio che qualcuno rischi anche di crederci. Servirebbe una posizione forte del Napoli per tutelare il VERO. 

Zero a questo calcio che proverà subito a voltare pagina. Dimenticherà in fretta, prenderà la polvere dal tappeto e la spazzerà lontano. Perché la giostra continui a girare senza intoppi. Perché i ‘Polli’ appollaiati dinanzi al bancone dell’esposizioni continuino a credere che alla fine gli errori si compensino, che vince la squadra più forte e tutte quelle altre banalità che arrivano al cervello come messaggi subliminali. Quel tempo è finito. La gente ora ragiona, si informa per vie anche parallele. State distruggendo tutto. E la colpa più grave e che lo state facendo senza rendervene conto. Se vi piace così…