L’addio ad Astori, Florenzi-Milik e l’applauso del San Paolo: tutto il calcio che amiamo

05.03.2018 19:05 di  Mirko Calemme  Twitter:    vedi letture
L’addio ad Astori, Florenzi-Milik e l’applauso del San Paolo: tutto il calcio che amiamo
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Quando domenica mattina sui Whatsapp dei giornalisti è iniziata a circolare la terribile notizia che ora tutti conosciamo, la speranza era di trovarsi di fronte a un macabro scherzo, o a un'iperbole per segnalare un infortunio. No, “è morto Astori” era una tristissima realtà che ci ha sconvolti tutti. Se muore un calciatore, che agli occhi di chi ama il calcio è un eroe invincibile, tutti ci sentiamo più indifesi, più deboli. È per questo che ieri è stato giusto fermarsi per dirgli addio: ci arrabbiamo, spesso, per un gol sbagliato o un rigore non fischiato e dimentichiamo che, in fondo, chi lavora per questo sport o lo vive come una quotidiana passione, è parte di un enorme, bellissimo gioco. E se uno dei nostri va via, si soffre a prescindere dei suoi colori. E va salutato.

L’ideale abbraccio di tutto il calcio italiano, che ha rinunciato a scendere in campo complicando maledettamente il calendario in questa decisiva fase finale della stagione, restituisce al mondo la dimensione umana di questo sport, quella che ci piace di più. A parte qualche rara eccezione, nessuno ha battuto ciglio: e poco importa se si dice addio a un derby di Milano che rappresentava uno spareggio per la zona Champions e che, a maggio, avrà connotati completamente diversi. Nessuna protesta: fermarsi per piangere Davide era più importante.

Un segnale di civiltà, di cultura sportiva, come quello che ha dato (e non è la prima volta) il San Paolo sabato sera. Il Napoli, per la prima volta nell’era Sarri, ha subito quattro gol, peraltro in casa e contro un rivale storico come la Roma. Una prestazione (almeno quella difensiva) deludente, che rende lo scudetto più utopia e meno sogno, nonostante con 11 giornate a disposizione tutto possa accadere. Al fischio finale, però, succede qualcosa di indimenticabile: tutti i 40mila presenti a Fuorigrotta cominciano ad applaudire. Nemmeno un fischio accompagna gli azzurri verso gli spogliatoi dopo la brutta scoppola inflitta loro dai romanisti. I napoletani hanno apprezzato lo sforzo di una squadra che, in questi mesi, è andata sempre oltre i propri limiti e dimostrato con i fatti che “al di là del risultato” non è solo uno slogan. È, invece, una filosofia di vita di cui andare fieri, perché spesso il viaggio vale molto più della meta. E il Napoli di Sarri, in questi tre anni, ci sta regalando un viaggio bellissimo.

Altra protagonista del weekend, anche se poco celebrata, è stata la coppia Florenzi-Milik. Quando l’azzurro, il 23 settembre scorso, si ruppe di nuovo il legamento crociato, il romanista, che di doppi infortuni se ne intende, gli dedicò un bellissimo messaggio su Twitter: “Ci vedremo al San Paolo e ci scambieremo la maglia. Fieri della nostra forza e più forti del nostro destino. Un grande abbraccio! Ale”.

La sua fu, a tutti gli effetti, una profezia: Arek è infatti tornato in campo proprio contro la Roma e, come promesso, a fine partita ha scambiato la gara col suo avversario, che lo ha pubblicamente ringraziato sui social (clicca qui) per il bel gesto. Avversari in campo, colleghi e, perché no, amici fuori: per una volta Napoli-Roma, che negli ultimi anni ci ha abituato a un clima terribile, fa notizia per qualche gesto di sport pulito e di umanità vera. Tutto quello che, in fondo, ci fa amare il calcio, questo folle e meraviglioso gioco che ci tiene divisi ma uniti, dalla culla alla tomba.