ESCLUSIVA – Nicolas Higuain: “Gonzalo ha preferito l'amore di Napoli alla Champions, non pensa ad andar via! Con Sarri un feeling speciale, vi racconto tutto..."

17.11.2015 09:00 di Mirko Calemme Twitter:    vedi letture
ESCLUSIVA – Nicolas Higuain: “Gonzalo ha preferito l'amore di Napoli alla Champions, non pensa ad andar via! Con Sarri un feeling speciale, vi racconto tutto..."

Uno esplode al Boca, l’altro al River. E dopo entrambi in Spagna, ancora difendendo colori rivali, quelli di Barcellona e Real Madrid. E poi, finalmente, Napoli: Partenope come la Finisterre di un Camino parallelo, che si incrocia solo alla meta. Il destino di Diego Armando Maradona e Gonzalo Higuain è quello di far felice il diseredato popolo napoletano. E solo a parlarne, Nicolas, fratello ed agente del Pipita, si emoziona: “Se la storia si ripetesse fino in fondo sarebbe qualcosa di così grande che non immagino quello che sentirei”, racconta a Tuttonapoli. Perché, ormai, è “tifoso del Napoli, oltre che fratello di Higuain”.

Stasera si gioca Colombia-Argentina, l’Albiceleste deve vincere. Come sta Gonzalo?  “E’ felice di esserci, innanzitutto. Voleva tornare in Nazionale e col Brasile è stato all’altezza della sfida, che era molto complessa ed affrontata con assenze importanti. Il gol, poi, è stato in salsa napoletana (assist di Gonzalo, rete di Lavezzi, ndr), a questo ci abbiamo pensato tutti e ci ha fatto piacere. Purtroppo, però, la vittoria alla fine non è arrivata, un peccato. Stasera con la Colombia sono certo che i ragazzi daranno il massimo per risollevare la classifica, possono farcela”.

In Argentina ieri si parlava della dieta del Pipita, che ha perso 5 kg. E’ grazie a questo che ha segnato 11 gol in 15 partite? “Beh, fisicamente sta benissimo ed ovviamente ciò aiuta. Vive un grande momento, ma l’anno scorso non ha per niente fatto male: ha segnato 30 gol!”

Eppure, nonostante i gol non siano mancati, l’immagine rimasta è quella dei rigori falliti nei momenti topici della stagione. “Capisco le esigenze dei tifosi, che da Gonzalo si aspettano tantissimo perché è tra i 3-4 migliori attaccanti al mondo, ma bisogna comprendere che è umano, può sbagliare. Con la Lazio, prima di tirare fuori il rigore, aveva segnato una doppietta...”

Si dice che muoia dalla voglia di tirarne uno e scacciare quei ricordi. “Un giocatore del suo livello è pronto a qualsiasi eventualità. I rigori li hanno sbagliati anche Messi e Maradona, figuriamoci se non può farlo Higuain! Pensiamo a Baggio, uno dei migliori 10 di tutti i tempi, anche lui ne fallì uno decisivo, addirittura in una finale Mondiale. Ma chi si permette di giudicarlo male per quell’errore?”.

Dopo l’1-1 col Bilbao, un anno fa, Gonzalo apparve furioso, a fine gara strepitò: “Non ho voglia di parlare, il Napoli deve giocare in Champions!”. Ci teneva tanto, evidentemente. Eppure è ancora qua, e la Champions non la vede da due stagioni...  “Gonzalo culla il sogno di vincere qualcosa di grande con questa squadra dal primo giorno in cui ha messo piede a Napoli, è rimasto per questo. Quest’anno siamo fiduciosi: la squadra sta facendo bene, gioca con più intensità ed è organizzata. Sia chiaro, non è che nell’epoca di Rafa Benitez si giocasse male, nei grandi appuntamenti il Napoli si fece quasi sempre trovare pronto, basta ricordare ad esempio la vittoria in Supercoppa, o il fatto che ci abbiano negato una finale di Europa League per un gol in fuorigioco di un metro abbondante. Ma il calcio è così, a volte dei dettagli non dipendenti dalla tua volontà ti impediscono di conseguire un obiettivo che avresti meritato”.

Il rapporto con Sarri sembra stupendo. Cosa lo ha conquistato del nuovo mister?  “C’è un feeling speciale tra i due, sin da quando si sono conosciuti a Dimaro. Gli ha fatto capire che trovando tranquillità e allegria, tornando a sorridere con il pallone, sarebbe arrivato ancora più in alto. E, soprattutto, lo sta facendo sentire importante, al centro del progetto. Gonzalo ha 27 anni, è cresciuto come calciatore e come persona nel club più grande del mondo (il Real Madrid, ndr), circondato da campioni. Ora sta raggiungendo la sua maturità. Quest’anno ha compreso che oltre ad essere un leader in campo deve trascinare il gruppo anche fuori, e ci sta riuscendo insieme a Pepe Reina. Ha compreso quale deve essere il suo ruolo, non solo durante i 90 minuti”.

Una responsabilità resa ancora più importante dal fatto che Maradona lo abbia nuovamente definito il suo erede. “Qualsiasi parola Diego dica su Gonzalo è un orgoglio. Il fatto che il Pibe de Oro abbia avuto l’umiltà di dichiarare che mio fratello può essere il suo erede è stato qualcosa di immenso per tutta la nostra famiglia”.

E quindi, ora, la voglia di imitare ciò che Diego conquistò a Napoli nella sua terza stagione azzurra si è fatta ancora più grande. “Sarebbe incredibile, si chiuderebbe un cerchio. Non riesco ad immaginare la gioia che rappresenterebbe per tutti noi, non so nemmeno dire cosa proverei. So solo che se un giorno dovesse accadere vorrò esserci, come ci sono stato in tutti i momenti importanti di queste ultime due stagioni”.

Sembri legatissimo alla città, anche al di là del calcio. “Il fatto è che a Napoli ci siamo sentiti come a casa dal primo momento! Il porteño (nativo di Buenos Aires, ndr) ed il napoletano sono davvero simili,  anche negli atteggiamenti. Ti faccio un esempio: entrambi, quando sono all’estero, si sentono i padroni di qualsiasi città e non temono nemmeno le sue zone più pericolose. Dicono: “tanto sono napoletano” o “yo soy de Buenos Aires”, e così si sentono spavaldi, tranquilli. E invece bisogna fare attenzione! (ride, ndr)”.

Un legame che, a prescindere dalla carriera di tuo fratello, ti resterà sulla pelle per sempre, visto che ti sei tatuato un enorme Pulcinella.  “L’ho fatto, ovviamente, per il grande affetto che mi lega a Napoli e per tutti gli amici che vi ho conosciuto. E’ un rapporto che sentivo anche in Argentina, perché a Buenos Aires vivono tanti figli e nipoti di immigrati napoletani, ne conoscevo tanti. Poi ho letto la storia di questa fantastica maschera ed ho scoperto che era un personaggio povero, che cantava le canzoni alle ragazze... e mi sono identificato con lui. Le famiglie dei miei genitori hanno origini umili, mi hanno trasmesso principi e valori importanti”.

E Gonzalo? Come vive il rapporto con la città? “Penso lo abbia dimostrato decidendo di restare qui nonostante la mancata partecipazione alla Champions League per due stagioni consecutive. Per un giocatore del suo livello ovviamente questo non è il massimo, eppure non ha mai avuto dubbi: il suo obiettivo era restare e vincere all’ombra del Vesuvio. Vuol dire tanto”.

I napoletani sembrano venerarlo, si rende conto della passione che nutrono per lui? “Sì, lo sa benissimo. L’unico momento triste vissuto a Napoli fu dopo la partita con la Lazio, quando un gruppo di tifosi colpì le auto dove viaggiavamo. Credo non si rendessero nemmeno conto di chi ci fosse in quelle macchine e sono certo che se ne pentiranno per tutta la vita. Fortunatamente non successe nulla di brutto e il grande amore dei napoletani per mio fratello lo ritrovammo appena qualche settimana dopo, quando Gonzalo sbagliò il rigore che ci costò la Copa America. Fu criticato in maniera ingiusta in patria, i partenopei, però, lo difesero e gli mostrarono tutto il loro calore ancora una volta”.

Un legame così bello, quindi, potrebbe durare ancora a lungo... “A Napoli, come ho già detto, stiamo benissimo. Sono in Argentina da cinque mesi, non viaggio in giro per il mondo cercando di vendere mio fratello. Le voci sull’articolo 17 non hanno senso, un giocatore del suo livello non si è mai trasferito in questo modo e mai lo farà. Se domani arrivasse un club e trovasse un accordo con De Laurentiis sarebbe un altro discorso e ne parleremmo con lui, ma da parte nostra non c’è quest’intenzione. Non stiamo progettando un futuro altrove".