ESCLUSIVA TUTTONAPOLI.NET - JONAS THERN: "Napoli? bei ricordi, Posillipo e grandi campioni. Gli azzurri espugneranno Roma. Donadoni saprà rifarsi"

ESCLUSIVA TUTTONAPOLI.NET - JONAS THERN: "Napoli? bei ricordi, Posillipo e grandi campioni. Gli  azzurri espugneranno Roma. Donadoni saprà rifarsi"
venerdì 2 ottobre 2009, 16:50Esclusive
di Salvio Passante
Tutte le curiosità, gli aneddoti e le impressioni del giocatore scandinavo raccolte per voi dalla redazione di TuttoNapoli.net.

Intervista esclusiva della redazione di TuttoNapoli.net a "Terminator" Jonas Thern, mediano svedese del calcio Napoli nei primi anni '90. Incontrista ordinato, aggressivo, elegante ed essenziale, ostacolava e contrastava gli avversari come pochi. Uomo d'ordine, cervello, gambe e polmoni. Per gli almanacchi Jonas Thern, per i tifosi azzurri semplicemente "Terminator". Ad intuire l'affare fu Giorgio Perinetti, attuale ds del Bari, che annunciò alla piazza l'acquisto dello svedese di Falköping in termini entusiastici: "Thern e' il prototipo del calciatore moderno perchè riesce a compendiare essenzialità, quantità e qualità". In azzurro 48 presenze ed una rete nella memorabile trasferta di Parma dove il Napoli si impose con un netto 1-3. Dopo un ambientamento difficile sbalordì la piazza. La sua cessione alla Roma fu necessaria per risanare le casse del club di Ferlaino. Tutte le curiosità, gli aneddoti e le impressioni del giocatore scandinavo raccolte per voi dalla redazione di TuttoNapoli.net. **


Jonas quanto tempo è passato. Intanto, ben ritrovato. Come trascorre le sue giornate in Svezia?


"Insegno calcio nella scuola John Bauer a Varnamo. Alleno giovani nella fascia d'età dai 16 ai 19 anni. Ho accettato questo incarico con molto entusiasmo. La mia esperienza a disposizione della nuove generazioni. Progetto serio che coinvolge quattro società sparse per il nord del paese, Malmo e Varnamo".


Da quanto tempo manca dall'Italia?


"Sono stato in Italia un paio di anni fa. Per gli impegni lavorativi non viaggio molto. Sono solito spostarmi più in Spagna che in Italia, poichè nel novembre di ogni anno accompagno i miei ragazzi a Xerez per degli stages".

Si dice che suo figlio sia nato a Napoli. E’ vero?


"No, è nato in Svezia, ma è cresciuto per cinque anni in Italia".
 

Anche lui gioca a calcio. Un "Terminator" in erba?


"(Ride..) Gioca nelle giovanili del Varnamo, ma il suo modo di giocare è diverso dal mio. E' più offensivo e rapido, gioca in una posizione più avanzata, classico numero 10. Guidato da un tecnico preparato nel giro di 2-3 anni potrebbe compiere il grande salto".


Veniamo all’ “azzurro”. Segue le vicende del Napoli?

"Mi tengo aggiornato, ma difficilmente qui in Svezia trasmettono partite del Napoli, purtroppo. Ho notato che la squadra ha avuto un avvio piuttosto difficile".

Si, un inizio decisamente critico: Roberto Donadoni subito in discussione. Pro o contro il suo esonero?


"Contrario. La stagione è lunga, c'è tempo per riprendersi. Noto che l'ambiente non è cambiato affatto sotto questo aspetto. Bastano due risultati negativi per mettere in discussione l'operato del tecnico: troppe pressioni e aspettative. Serve tranquillità. Ho un ottimo ricordo di Donadoni come giocatore. In campo era fantastico ed intelligente. Lo reputo anche un ottimo allenatore".


Per il Napoli, a detta di molti, un mercato importante. Conosce gli ultimi acquisti?


"Alcuni si, perchè sono nazionali: su tutti Quagliarella. E' importante che un club acquisti giocatori di questo spessore, ma le sorti di una società vincente non posso dipendere soltanto da due-tre acquisti; serve una spina dorsale competitiva: portiere, centrale difensivo, regista e bomber da doppia cifra".

L'era del dg Marino è finita. Il patron azzurro vorrebbe allargare la sua rete di scouting nel mondo. Accetterebbe di visionare giocatori scandinavi per conto del Napoli?


"Assolutamente si. Ho svolto questo ruolo già con il Glasgow Rangers nel post ritiro. Qui in Svezia vengo commissionato dalle società per visionare giocatori promettenti".


Per il ruolo di ds è stato fatto il nome di Giorgio Perinetti, proprio il dirigente che la portò a Napoli. Secondo Lei sarebbe la persona giusta a ricoprire questo incarico?


"E' difficile dire se sia la persona giusta o meno. E' sicuramente un dirigente esperto ma nel calcio la differenza non la fanno i ds ma la potenza economica della proprietà e l'organizzazione societaria".


Roma-Napoli 2-3, ultima vittoria del Napoli all'Olimpico contro i giallorossi. Lei c'era…


"Si partita incredibile, decisa da una rete di Ferrara all’incrocio".


Roma-Napoli, un suo pronostico.


"Se il Napoli lavora con tranquillità ed applicazione e prepara la partita con dedizione può farcela. Le motivazioni in alcuni casi contano più delle qualità tecniche. La Roma sarà reduce dall'impegno in Europa League e sarà meno reattiva sotto il profilo atletico. Il mio pronostico è: 1-2. Il Napoli vincerà il derby del Sud".


Sulla panchina giallorossa il suo primo allenatore italiano, Claudio Ranieri..


"Un grande allenatore, al pari di Eriksson e Lippi. Tuttora metto in pratica i suoi insegnamenti".

La sua esperienza a Napoli. L'ambientamento, l'esplosione, l'addio, I suoi ricordi...


"Due anni bellissimi. Inizialmente ebbi alcuni problemi ad ambientarmi al vostro calcio, fatto di ritmi elevati. Ranieri mi propose inizialmente in una posizione più avanzata, ma non avevo il passo e la velocità di Zola per poterla ricoprire. Quando capì che ero più un centrocampista difensivo iniziò la mia esclation di prestazioni positive: grande stagione e qualificazione in coppa Uefa. L'organico era fortissimo, con un paio di innesti importanti avremmo potuto lottare per lo scudetto. Una punta forte al posto di Careca, fermo ai box per quasi tutta la stagione, avrebbe agevolato la posizione in classifica. Dopo aver conquistato l'Europa al rush finale contro il Foggia fui ceduto alla Roma per 12 miliardi. Scelta dolorosa, ma quei soldi servirono a mantenere in vita il club, fortemente indebitato e alle prese con i conti in rosso".

Le tre cose di Napoli che resteranno indelebili nella sua memoria…


"I tifosi, il panorama di Posillipo e la cucina napoletana. Ho fatto fatica inizialmente ad ambientarmi, uno svedese a Napoli... poi tutto è filato liscio. Splendido il feeling con la città".


Tra i tanti compagni di squadra chi pensa sia stato il più forte durante la sua carriera?


"Fabio Cannavaro. Appena giovanissimo dimostrava già qualità tecniche importanti e carisma da leader. Ha riscosso i successi che meritava. Peccato che il Napoli non l'abbia preso, avrebbe sicuramente aumentato il tasso qualitativo della rosa".


A questo Napoli manca un giocatore fisico e ordinato come Lei. Le va di fare il nome di un calciatore in cui rivede le sue qualità?


"Il calcio moderno è cambiato: molto più veloce e tecnico. E' difficile trovare un giocatore con le mie stesse caratteristiche. Solo in Inghilterra, forse, è possibile trovare calciatori dediti al recupero palloni e all'appoggio semplice. A me piace tantissimo Yaya Tourè del Barcellona. L'uomo equilibrio blaugrana, pulito ed essenziale. Un gregario imprescindibile per un club che punta in alto".


C'è qualche calciatore svedese pronto per il calcio italiano?


"Robin Soder del Goteborg, dotato di grande velocità e senso del gol, e Victor Elm dell'Heerenven. Le società olandesi sono quelle che fiutano di più il colpo in Svezia. Markus Berg è l'ultimo gioiellino gialloblù che si è messo in luce nell'Eredivisie".


Il saluto, o meglio, l'arrivederci di Jonas Thern alla piazza partenopea…


"In bocca al lupo Napoli, spero di riabbracciarti presto".

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