Napoli, a Liverpool uno striscione lungo 3 anni

Napoli, a Liverpool uno striscione lungo 3 anni
sabato 6 novembre 2010, 14:10In evidenza
di Mattia Sparagna
Era ottobre 2007 quando a San Siro apparirono degli striscioni "indecenti". In questi giorni si constata che l'ignoranza non ha confini.

La partita di Liverpool, sul piano del gioco e della prestazione, ha regalato ai tifosi un Napoli capace di andare in vantaggio meritatamente e restarci, altrettanto meritatamente, fino al 60esimo minuto della super sfida contro i Reds. Poi sappiamo tutti com’è andata.

La cosa che probabilmente brucia a molti tifosi napoletani è l’aver costatato che l’idiozia e l’ignoranza non sono un fenomeno prettamente italico. Il tifo sano di Napoli, che ha deciso di sobbarcarsi le spese e la lunghezza del viaggio per presenziare alla partita dal vivo, ha assistito a qualcosa che mai si sarebbe aspettato all’estero, men che meno in una città del Regno Unito (paese preso sempre ad esempio per sportività e cultura) e in un tempio del calcio come quello di Anfield. Prima lo striscione “Napoli merda” e poi quello “Usate acqua e sapone” hanno fatto stropicciare gli occhi a parecchi tifosi, che con ogni probabilità di primo acchito si saranno chiesti se quella fosse Liverpool o una delle tante città italiane. Vedere quelle scritte, quelle vili offese, è per Napoli e i napoletani una pugnalata al cuore. Quella ferita, che purtroppo ogni quindici giorni (e cioè, all’incirca, ogni qualvolta il Napoli va in trasferta) si riapre e fa male, è stata squarciata improvvisamente anche in una notte di calcio europeo. Questa ferita, che purtroppo sembra non volersi rimarginare, fa ancora più male se si riapre inaspettatamente. Assistere ad una partita del genere, attesa 20 anni, e vedere quello scempio (o saperlo in diretta televisiva) è stato triste, molto triste. All’amarezza si è sostituito quel solito senso di rivalsa che, per una frazione di tempo non determinabile, spinge il tifoso napoletano a mostrare tutto il proprio orgoglio e a domandarsi come sia possibile e perché accada questo. 

Quei 2 striscioni, quelle 6 parole lette ad Anfield che si sono trafitte nell’animo dei napoletani non sono un atto isolato e soprattutto premeditato dai tifosi del Liverpool. Vengono da molto più lontano, da molto prima. E’ noto infatti che tra i tifosi del Merseyside e quelli dell’Inter ci sia una sorta di gemellaggio, come testimoniato e affermato nei giorni scorsi da Serafino Ingardia, giovane giornalista del portale football-italia.net, residente a Liverpool e collaboratore del club di John W Henry. Questa “amicizia” tra frange di ultras nerazzurri e tifosi del Liverpool pare essere nata durante la partita di andata tra Inter e Tottenham, cioè quando un gruppo di inglese, provenienti da Liverpool e diretti a Napoli, pensarono di partire con leggero anticipo e assistere alla partita di Champions League tra la squadra nerazzurra e gli hotspurs di Londra. In quell’occasione i tifosi del Liverpool vollero “omaggiare” l’ex tecnico con uno striscione con su scritto “Grazie Rafa”. Nulla di male, anzi bella e lodevole iniziativa, se solo si fosse arrestata a quello; invece, prima e dopo l’incontro, la promiscuità tra le tifoseria reds e quella interista ha generato la becera idea che si è palesata nella sfida di Anfield contro il Napoli. Tutta opera degli interisti dunque? No, questo non è ipotizzabile, ma sicuramente lo “zampino” di quei tifosi, che 3 anni fa diedero dimostrazione della loro ignoranza e della loro grettezza mentale, è palese. Purtroppo, come detto a più riprese in quell’occasione, non solo dai napoletani ma anche da altri personaggi, è proprio vero che “La madre degli stolti è sempre incinta”.