Da 0 a 10: le proteste shock da Roma, lo scandalo cartellini, la bugia di Gasperini e il diabolico piano di Conte
Zero cartellini gialli in un primo tempo in cui i calciatori della Roma sembrano giocare a Rugby: almeno tre gli interventi che da regolamento andavano sanzionati col giallo e invece Massa se n’è Francamente infischiato, arrogandosi il potere di stravolgere ciò che è sancito dalle norme. Con le sue scelte scriteriate rischia di alterare il risultato di una gara in cui una squadra provava a giocare, il Napoli, e l’altra provava a picchiare. Devastante come quando il medico ti dice sentiamoci lunedì e tu passi il week end diagnosticarti malattie medievali su Google.
Uno l’intervento, l’unico di una serata ai confini dello sbadiglio, che stravolge il cielo su Roma e lo tinge di tinte meravigliosamente azzurre. In una gara in cui i giallorossi non trovano mai il modo di rendersi pericolosi, al minuto 91’ Milinkovic-Savic si oppone felino al guizzo di Baldanzi, ergendosi a paladino della meritocrazia. 'Sta canzone però te dice 'a verità cantavano gli Squallor e pure la parata di Vanja: un risultato diverso dalla vittoria del Napoli, sarebbe stato ingiusto. É nell’interruzione dell’inoperosità che si misura la grandezza dei portieri e Milinkovic lo è stato.
Due prestazioni importanti di Rrahmani e Beukema, sempre pronti ad aggredire l’avversario, a difendere andando in avanti e non indietro. Lasciano briciole, manco fossero Hänsel e Gretel, agli attaccanti giallorossi. Hanno il coraggio di andare a impostare e pure quello di attaccare l’area avversaria, cosa che Beukema fa in un paio di occasioni con assoluta determinazione. Sam studia da Amir per essere l’Amir del domani, ma la verità è che il futuro può attendere: insieme possono far grandi cose.
Tre su tre: non esisteva risposta migliore alla crisi apertasi ufficialmente a Bologna. Al tappeto Atalanta, Qarabag e Roma, un solo gol subito e sei realizzate per suggellare una nuova fase, l’evoluzione di un progetto nata nell’emergenza e che, così dice il campo oggi, rivelarsi un’incredibile scoperta, seppur forzata dalle assenze. Tutto sembra nuovamente splendore, con ogni singolo messo nella condizione di esprimersi al meglio. “Uà, che sole oggi Spero ca nun è sulo oggi Stongo ancora 'nfuso dâ pioggia”.
Quattro centrocampisti a sfidarsi e quelli del Napoli a dominare. Cristante e Konè finiscono nella tela diabolica di Lobotka e McTominay, che stravincono il duello coi dirimpettai di Gasp. Scott corre più di tutti, prende calci, non lascia andare manco un pallone e spesso usa le lunghe leve per arrivare prima degli altri. Su Stan ragazzi, ci sono poche parole da dire, perché io le ho finite. È una partita nella partita, uno spettacolo nello spettacolo, con la misteriosa capacità di sapere con largo anticipo dove andrà a finire il pallone e piazzarsi sulle linee di passaggio. Scandisce il tempo nel calcio prima che quel tempo accada, azione che anticipa il pensiero: immenso.
Cinque a Gasperini e alle polemiche scioccanti che arrivano da casa Roma su un episodio che è cristallino. “Quei falli vengono sempre fischiati” dice il tecnico della Roma, mentendo sapendo di mentire. Rrahmani interviene nettamente sul pallone, la carambola successiva è solo il normale evolversi delle leggi della fisica, niente di sanzionabile in uno sport di contatto come il calcio. La cosa più assurda è che la narrazione immediatamente si sia soffermata su quell’episodio, provano a raccontare tante volte una bugia con la speranza che si trasformasse in verità. Rosicata storica di Gasperini, che ha visto la sua Roma essere asfaltata da Conte proprio in quello che è il suo punto di forza: l’uno contro uno.
Sei partite, le ultime giocate in Serie A, con tre gol e due assist per un David Neres versione Premium. Si fa praticamente tutto il campo, recuperando il pallone al limite della propria area fino ad arrivare dall’altra parte alla velocità della luce, senza perdere però lucidità. È in uno stato di grazia assoluta, come cantano i Pink Floyd: “Madre, tra i gioielli, sono ancora il più prezioso tra i diamanti?”. Così prezioso e delicato, che quando s’accascia a terra nel finale e si tocca i flessori in molti erano già collegati al sito ‘unobravo.com' a caccia di uno psicologo. Sarebbe stato un dolore troppo difficile da sopportare, perché questo Neres è la gioia di guardare le partite di calcio. Quella destra è ora la sua fascia. Senza discussioni.
Sette e mezzo alla gara strepitosa di Hojlund, pur senza mai tirare veramente in porta. L’intelligenza, la cattiveria, la forza con cui riesce sempre a tenere a bada i centrali romanisti, aprendo spazi e varchi inattesi per i compagni. Sul gol ha la precisione chirurgica di Nikola Jokic, geniale fenomeno dell’NBA, servendo a Neres il pallone in modo tale di trovarselo già sul piede forte, ovvero il sinistro. Un dettaglio, che fa tutta la differenza del mondo. Trasformazione in Romelu Lukaku completata al 90%. Come Achille Lauro, finisce la sua serata cantando: “Abbracciami Roma, prima di addormentarci stasera”.
Otto alle tasche piene di Soulè di Buongiorno. No, non è una rivisitazione della canzone di Jovanotti, ma la cronaca fedele di quanto accaduto all’Olimpico. Alessandro ruba l’ombra del talento argentino come quella di Peter Pan, lo incatena ad un destino su cui detiene un controllo assoluto, una vera tirannia. Impressiona la cattiveria, l’attenzione, la grinta in tutte le giocate che completa senza sbavature. Uno così, ti permette di alzare il baricentro di dieci metri limitando la soglia del pericolo: tutta la differenza del mondo.
Nove allenatore su dieci, dopo le parole pronunciate a Bologna, avrebbero perso lo spogliatoio. Il decimo ce l'abbiamo noi: di nome fa Antonio e di cognome Conte. Con la teatralità di un tragediografo greco, ha inflitto un colpo al cuore del suo Napoli che non l’ha fermato quel cuore, ma l’ha fatto ripartire. Col defibrillatore più potente dell’universo, la parola, Conte ha chiesto una reazione che ha ottenuto, mostrando di avere un controllo assoluto anche delle mosche che sorvolano Castel Volturno. Il suo carisma abbacinante, la sua capacità di iniettarsi nelle vene dei calciatori come fosse un virus, lo rende unico nel genere. E non è solo testa: tatticamente ha asfaltato Gasperini.
Dieci alla voglia di rinascere del capitano, alla sua capacità di avere la pazienza delle onde, di andare a venire, ricominciare a fluire. Di Lorenzo gioca una gara ai limiti della perfezione, l’autostima di Wesley è ridotta ai minimi storici dopo aver provato a superarlo in tutti i modi, senza mai riuscirci. Sagace pure in fase di costruzione, con un paio di palloni da calciatore di livello superiore. Giovanni è ancora lì, lo sarà ancora per molto, perché è unico nel suo genere. “Il mondo rompe tutti, poi qualcuno diventa forte nei punti spezzati”: eccone un esempio vivente.
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