Gattuso, l’addio e il nuovo modulo: solo un pirla non cambia idea

Gattuso, sempre Gattuso. Nel mirino di molti, di troppi, quasi di tutti. Come un nuovo sport stagionale, una caccia all’uomo inaugurata dopo qualche dichiarazione che non ha lasciato entusiasti certi commentatori. Al punto che, qualsiasi cosa accada, è sempre colpa del tecnico. Lo era quando la squadra falliva diciotto occasioni nitide contro lo Spezia, così come per gli infortuni a raffica, per il Covid di Fabian e per tutto il resto.
Rino Gattuso ha commesso degli errori, è palese. Rino Gattuso ha palesato delle difficoltà nel trasportare le sue idee sul campo, nel trasmettere un’identità di gioco profonda a questo gruppo dopo oltre un anno di lavoro. Su questo non si può non ragionare, ma trasformare ogni evento come l’occasione per picconare la statua già traballante del tecnico, quello no, pare davvero eccessivo.
Gattuso magari andrà via. Gattuso ha ‘sfidato’ pubblicamente De Laurentiis con quell’attacco frontale in tv. Gattuso, però, ha saputo anche fare un passo indietro, per il bene comune. Ha ribadito di lavorare con persone eccezionali, ha spiegato che ‘la messa si canta una sola volta’.
Gattuso per contenere l’emergenza con l’Atalanta, ha fatto un passo indietro. Ha messo da parte le sue idee, ha guardato in faccia una situazione complicata per assenze e condizione psico-fisica della squadra. Ora è pronto a tornare alla difesa a quattro, perché solo un pirla non cambia idea. Non è il caso di farne ulteriore motivo di critica.
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