Gutierrez: "Napoli unica al mondo, il calcio qui è diverso! Qualità? Vi spiego"

Gutierrez: "Napoli unica al mondo, il calcio qui è diverso! Qualità? Vi spiego"TuttoNapoli.net
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di Fabio Tarantino

Miguel Gutierrez, difensore del Napoli prelevato questa estate dal Girona, ha rilasciato un’intervista al quotidiano Il Roma. "Sapevo di venire in nella squadra campione d’Italia. Ero sicurissimo di rappresentare una piazza importante. E poi mi stimolava giocare al fianco di grandi calciatori".

Che significa indossare la maglia dei campioni d’Italia dopo aver vinto Liga e Champions con il Real Madrid? "Per me il Napoli è unico al mondo. È una tappa differente della mia vita calcistica. Avevo molta voglia di sentire emozioni uniche. Qui si vive il calcio diversamente da altre parti".

Esordio al Meazza col Milan e in Champions con lo Sporting, niente male come inizio… "Dopo cinque mesi senza giocare è stato un periodo duro di allenamenti. Sapevo di dover essere pronto. E quando Conte mi ha chiamato io ho risposto presente e credo di aver dato delle ottime risposte".

A proposito di Conte. Quanto si cresce con questo allenatore? "Tanto. Non è stato facile adattarmi perché venivo da concetti di lavoro diversi. Posso dire che in un mese mi sento molto migliorato. Mi sento più rapido di prima, più forte fisicamente. È un percorso di crescita importante".

Quali sono le sensazioni che si sentono quando si entra allo stadio Maradona? "Qui noti che i tifosi vivono per la squadra. Lo percepisci già dal bus quando stai arrivando al campo. Oltre ad essere una motivazione, ti dà forza questa presenza. Ho sentito il calore della piazza da subito".

Il “The Champions” dell’intero stadio alla fine dell’inno europeo è diventato un cult. Cosa ha provato? "È stato molto bello, ma appena ho messo piede sul terreno di gioco mi sono concentrato sul calciatore che dovevo marcare".

Tutti parlano di De Bruyne, ma che compagno di squadra è? "È un grandissimo giocatore che si è calato serenamente nella parte. Lavora più degli altri, facendo tutto quello che gli chiede il mister. L’atteggiamento è perfetto".

Come è stata l’accoglienza nello spogliatoio? "Straordinaria. Non mi aspettavo che lo spogliatoio fosse come una famiglia. Tutti super accoglienti, nonostante fossi l’unico spagnolo del gruppo. Sono contento".

Con quale giocatore ha legato di più? "Con Olivera per questioni di lingua e perché mi è stato vicino dal primo giorno. Comunque, parlo con tutti perché conosco l’inglese. L’italiano lo capisco bene perché è simile alla mia lingua, ma faccio ancora fatica a parlarlo".

Ha notato delle differenze tra la Serie A e la Liga? "Qui è tutto molto fisico, con giocatori più forti, più diretti anche nelle giocate. C’è meno tattica di quella che vivevo nel Girona dove si lavorava nel tenere di più il pallone".

Ci racconta il suo ruolo? Come preferisce giocare? "Sono un laterale sinistro. Come si dice in Italia: un terzino. Posso giocare anche in altre posizioni se l’allenatore me lo chiede. Sono molto dinamico con il pallone, molto tecnico e mi adatto bene alla situazione di gioco. Sono convinto che con Conte migliorerò tanto dal punto di vista difensivo".

Conte vuole dai terzini un modo diverso di giocare. Di Lorenzo è l’evoluzione del laterale moderno... "Quello del capitano è un lavoro che conosco benissimo perché al Girona l’ho fatto. So scambiarmi con gli esterni, accentrarmi. Qui i movimenti sono leggermente diversi".

Nonostante la giovane età, lei ha già un palmarès importante. Cosa si aspetta dall’esperienza con il Napoli? "Voglio continuare a vincere e crescere insieme al Napoli, raggiungendo gli obiettivi del club".

Napoli è come Madrid? "Assolutamente no (sorride). Sono due città diverse. Qui c’è il mare e non solo. È molto intensa, vive il football all’estremo e a me piace".

Ha già visitato qualche posto? "Sì. Sono stato al centro storico e ho visto anche il murales di Maradona. Qui senti la tradizione del calcio. Altrove non è così".

Per concludere, vuole mandare un messaggio ai tifosi? "Certo che sì. Devo dire una cosa però. Prima ancora di firmare, mi mandavano messaggi su Instagram e mi dicevano: “vieni a Napoli, vieni a Napoli”. Già sentivo il sostegno dei tifosi e non ero ancora un calciatore azzurro. È stato tutto molto bello. Poi, dopo il mio debutto, ho avvertito il loro affetto e i complimenti. E questo per un giocatore è molto bello perché ti fa sentire bene e chiedo di continuare così. Oltre a vederci allo stadio, spero di poterli incontrare anche fuori".